Viaggio in Arabia Saudita

Viaggio in Arabia Saudita. Annalisa Oldino, di Torino ci racconta le sue avventure. Buona lettura!
Annalisa, bentornata su drinkfromlife! Ti sei già presentata alla community, raccontando i tuoi viaggi consapevoli in Siria ed in Kurdistan iracheno. Ci racconti qualcosa del tuo ultimo viaggio in Arabia Saudita?
Anche questo viaggio in Arabia Saudita è stato in solitaria: avevo il visto e la prenotazione dei voli, tutto il resto è stato organizzato sul posto in base alla disponibilità dei bus, alle distanze ma soprattutto a ciò che mi interessa. Così ho prenotato gli spostamenti quotidianamente. Nella Penisola Arabica avevo visitato i Paesi accessibili (Emirati Arabi Uniti, Oman, Bahrein, Kuwait) e mi erano rimasti una grande tristezza per la situazione in Yemen – definito il più affascinante di quella zona – ma anche un grande desiderio per l’Arabia Saudita, chiusa ermeticamente al turismo.
L’anno scorso avevo chiamato l’Ambasciata a Roma poiché si ventilava un’apertura delle frontiere, arrivata solo il 27 settembre 2019. È stato mio fratello ad avvertirmi che ottenere il visto per l’Arabia Saudita sarebbe stato davvero facile, così ho controllato subito: procedura online, ingressi multipli, validità di un anno dall’emissione, nessuna richiesta di un piano voli né prenotazioni alberghiere per ogni giorno di permanenza, ma soprattutto la possibilità di viaggiare senza guida o accompagnatore! Non ci potevo credere, dalla chiusura totale all’apertura senza condizioni. Perciò senza pensarci molto ho seguito la procedura per ottenere il visto online. La prenotazione del volo aereo è stato il passo successivo.
Purtroppo uno dei siti più interessanti è chiuso (Madain Saleh anche chiamata “la Petra saudita”) ma tenevo tantissimo a visitare l’Arabia prima che i turisti la invadessero e che cambiasse, forse, il loro approccio nei confronti dei visitatori. Ho scelto di visitare Doha, in Qatar, per un giorno e poi volo per Jeddah, la “più aperta e cosmopolita del Regno” nonché abituata ad accogliere migliaia di pellegrini che si recano a La Mecca. Purtroppo non ho potuto raggiungere via terra l’Arabia dal Qatar a causa dei problemi diplomatici tra i due Paesi e la conseguente chiusura delle frontiere.
All’interno dell’Arabia mi sono sempre spostata con i bus locali a lunga percorrenza, viaggiando di notte per risparmiare tempo e vivere le giornate completamente, per visitare luoghi e conoscere persone. La durata dei percorsi col bus varia in base ai km e nel mio caso si è trattato di viaggi dalle 9 ore (Riyadh-Hail) alle 14 ore (Najran-Riyadh), a causa delle distanze enormi del Paese che vanno da 700 km a 1400 km.
Durante il tuo viaggio in Arabia Saudita, sei stata a contatto con la gente del posto?
L’obiettivo principale del mio viaggio è stato il contatto con le persone. Io non sono loquace, neanche parlando in italiano, figuriamoci in inglese o quando le barriere linguistiche e la conseguente difficoltà di trovare un linguaggio comune creano problemi nella comunicazione.

Il viaggio in Arabia Saudita di Annalisa
Nella maggior parte delle volte, è bastato un sorriso o la richiesta di una informazione: ne è scaturito come minimo un discorso, la voglia e quasi la necessità di parlarsi, di conoscersi. La gentilezza, l’ospitalità, lo spirito di accoglienza delle persone e il senso infinito di sicurezza e tranquillità hanno accomunato ogni giorno trascorso in Arabia. L’elenco delle gentilezze nei miei confronti è stato costante e quotidiano:
- A Najran, nel sud e vicinissimo al confine con lo Yemen, ho chiesto informazioni al bigliettaio nell’ufficio dei bus per visitare alcuni luoghi interessanti nelle vicinanze (un forte e un sito archeologico): ha contrattato con il taxista il costo della corsa, mi ha accompagnato a prelevare in un ATM e, successivamente, a comprare cibo per il pranzo.
- A Dar’aya, sito Unesco alle porte di Riyadh, da fine novembre a metà dicembre c’è un variegato programma di eventi, pertanto gli orari di apertura sono modificati. Io sono arrivata al mattino ma il sito era chiuso, ho chiesto informazioni: “Adesso è chiuso ma se vuoi visitare altri luoghi in città ti prenoto Uber per raggiungerli”. E così è stato, dopo pochi minuti sono salita sul taxi-Uber verso un forte nel centro di Riyadh.
- A Riyadh, nel forte sopra citato (Masmak) ho chiesto la password del Wi-Fi: nell’attesa mi hanno fatto caricare il telefono; mi hanno offerto acqua, tè, opuscoli informativi, gadget vari, due bandierine saudite, una coccarda e una fascia tipo sindaco!
- A Jubbah nel nord, a 100 km da Hail, volevo visitare un sito Unesco con incisioni rupestri, purtroppo il bus per raggiungere questo luogo non c’era più da anni. Con Uber avrei speso molto. Chiedendo informazioni ho saputo che, nel museo regionale, ci sarebbe stata la possibilità di organizzare un viaggio, così sono stata indirizzata a colloquio con il direttore generale: “Con il taxi è troppo lontano, con Uber troppo costoso… ti farò accompagnare da un mio collaboratore”. Dopo pochi minuti siamo partiti: trasporto, tè, acqua, snack vari durante il tragitto e visita privata al sito archeologico. Inutile anche solo ringraziare: “Noi siamo beduini anche se ci vedi con questi abiti eleganti, sei gentile quando ci ringrazi ma per noi l’ospitalità è un dovere”
- A Dar’aya, sito Unesco alle porte di Riyadh, le cose si fanno complicate: non capisco come poter entrare e dove acquistare il biglietto. È la terza volta che torno, altri 700 km, altre 9 ore di viaggio notturno, la quarta notte scomoda sul bus e la sesta, comprese le prime due in aeroporto, in cui non dormo in un letto. Chiedo come poter entrare ma: “No, oggi ci sarà in visita la famiglia reale saudita oltre ad alcune delegazioni straniere, di mattina proprio non si può”. Mi sconforto, scorgo dietro i cancelli le rovine del sito e penso che non riuscirò ad ammirarle da vicino: la stanchezza ha preso il sopravvento, forse ho chiesto troppo al mio corpo e vedere la mèta così vicina ma così irraggiungibile mi fa sciogliere in un lungo pianto sommesso. Dopo poco mi raggiunge un responsabile che mi dice di non essere triste, mi dà dell’acqua in bottiglia, gli spiego i motivi del mio pianto e così mi chiede di fare la foto al mio passaporto. Dopo pochissimo: “Benvenuta, ecco il tuo accredito!”. Incredula lo ringrazio, non solo potrò entrare al sito ma lo farò anche dalla porta principale, con spettacolo di luci e visita privata.
- Sempre nel sito di cui sopra attendo che si possa entrare, so che all’interno ci sono ristoranti e quindi chiedo a che ora apriranno. Devo aspettare tre ore ma lì vicino c’è un bellissimo parco, la temperatura è da primavera inoltrata così decido di riposarmi e attendere. Quando l’ora giunge cerco di nuovo di entrare ma bisogna aspettare ancora, allora chiedo dove poter mangiare. Mentre mi sto dirigendo verso i ristoranti che mi sono stati indicati mi sento chiamare: “Hey, questo è per te! Ci spiace che tu abbia aspettato e che a quest’ora tu non abbia ancora mangiato. Buon appetito”. Per l’ennesima volta rimango senza parole: una quantità spropositata si riso, pollo, acqua e pepsi. Non ho pagato un solo rial (moneta saudita), tutto offerto.

Dove hai alloggiato e cosa hai mangiato di tipico?
Per scelta e con una punta di orgoglio, nonché di pazzia, ho deciso di viaggiare di notte risparmiando così tempo per visitare le città di giorno. Non ho quindi mai dormito in alcun hotel. Come gli altri Paesi della Penisola Arabica, ad eccetto dello Yemen che fa storia a sé, la popolazione autoctona è mediamente facoltosa mentre chi svolge i lavori più umili è di origine pakistana, indiana e proveniente dal Bangladesh.
Ciò si rispecchia anche nella proposta culinaria con numerosi ristoranti che offrono piatti tipici del sud est asiatico: riso e pollo sono stati la mia alimentazione, il tè la bevanda che ho preferito. Ad eccetto dell’alcool, ci sono anche le bibite famose. A Riyadh è presente anche una discreta scelta tra le catene internazionali della ristorazione. È stato interessante verificare da McDonald’s la separazione tra famiglie/donne (Family’ section) e uomini (Single’s section): ingressi separati e spazi interni non comunicanti.
Come vestirsi in Arabia: hai adottato un abbigliamento particolare?
Ero dubbiosa sull’abbigliamento: vestirmi come in Italia con l’unica differenza che le temperature in Arabia sono estive a Jeddah e nel resto del Paese sono primaverili.

Oppure indossando il velo o ancora vestire l’abaya (lungo càmice nero che viene indossato sopra i vestiti lasciando scoperti mani, piedi e testa)? La scelta è ricaduta sulla via di mezzo: il velo da integrare, in caso di occhiatacce o rimproveri, con vestiti più coprenti.
Nessuno mi ha obbligata, contestata o consigliato alcunché: a differenza dell’Iran le turiste possono vestirsi come vogliono (ovviamente rispettando la decenza ed il pubblico decoro). Verso la fine del viaggio una ragazza mi ha detto che ha apprezzato io avessi il velo ma: “Sta a te scegliere come vestirti!”.
Curiosità
Negli spazi riservati alle donne quali ad esempio la sala d’attesa nella stazione del bus “for women”, al riparo dagli occhi maschili, si trova un certo rilassamento nell’abbigliamento: i veli per la testa si possono togliere e anche l’abaya si può aprire.
Parliamo di donne: siete riuscite ad interagire?
Le donne con cui ho avuto il piacere di parlare sono state loro le prime ad attaccare bottone. Di solito passeggiano a gruppetti di amiche o mamma e figlia oppure col marito, sono restìe nel farsi fotografare. La quasi totalità veste l’abaya e ha il velo, una buona parte ha anche il niqab che lascia scoperti solo gli occhi.

Cosa puoi dirci ancora riguardo cultura e società?
L’Arabia ha moltissimi luoghi storici e paesaggistici di grande interesse, siti Unesco, bellezze naturali, grattacieli, nonché una rete di collegamenti col bus e con l’aereo tra le città principali e una proposta alberghiera di tutto rispetto. Sono abituati ad un turismo religioso costante, che si concentra a Jeddah per la vicinanza a La Mecca. Inoltre, mediamente i sauditi hanno viaggiato in Europa, conoscono la nostra realtà.

Loro gentilezza che è andata ben oltre quanto mi potessi immaginare, come dalle risposte in questo blog. Che si trattasse di aiuti, inviti a cena, sorrisi, pasti offerti e corse in taxi regalate ho notato una curiosità e una gioia nell’accogliere, finalmente, i turisti. Personalmente l’ho sentita e vissuta sulla mia pelle: di questo posso parlare e raccontare, di ciò che ho visto con i miei occhi.
Raccontaci, se ti va, un aneddoto particolare del tuo viaggio in Arabia Saudita
Dopo 8 giorni in cui ho dormito in aeroporto o sul bus, l’ultimo voglio riposare mi, così decido di godermi il tramonto sul Mar Rosso sul lungomare di Jeddah e in serata andare in aeroporto per il volo, notturno, che mi riporterà a casa.
Mi siedo su una panchina e penso che quel mare potrebbe essere ovunque, sono le persone che mi ricordano di essere in Arabia. Mentre sono assorta, una famiglia con mamma e tre figli si avvicina e mi chiede se si può sedere. Dopo poco la figlia tredicenne inizia a parlarmi con un inglese davvero da far invidia… Ci mettiamo a giocare con una palla: la ragazzina, i fratelli di 9 e 5 anni, un altro bambino ed io.
Racconto che abito nella città in cui gioca Cristiano Ronaldo, Torino, e per il fratello maggiore divento quasi un mito. Più tardi raggiungiamo il padre e la madre non vuole sentire ragioni: sarò loro ospite:“Scegli quello che vuoi da mangiare ma paga mio marito, eh!”. Mangiamo insieme, mi lasciano ciò che è avanzato e il marito, che purtroppo ha una disabilità importante, mi dà anche dei soldi per raggiungere l’aeroporto.
Inutile ringraziare e rifiutare: “Tu devi fare un viaggio lungo, noi invece tra poco saremo a casa e in aeroporto il cibo costa tantissimo”. Mi commuovo e anche adesso che scrivo penso che “accoglienza e calore umano” non esprimano tutta la mia riconoscenza per quella famiglia.
Prossima meta?
Dopo il viaggio in Arabia Saudita vorrei che la prossima meta fosse l’Algeria per Capodanno, però le difficoltà per il rilascio del visto e le tempistiche mi preoccupano: non si può fare tramite agenzia ma bisogna andare di persona al consolato di riferimento e si deve avere il piano voli, le prenotazioni alberghiere per tutte le notti, il certificato di residenza, la capienza bancaria per dimostrare di avere i mezzi economici di autosufficienza durante il viaggio.

Viaggio in Arabia Saudita: Jeddah
Lascia un messaggio alla community di drinkfromlife, ed al mondo
La voglia di conoscere dovrebbe appartenere a tutti ed è il miglior strumento che abbiamo per combattere i pregiudizi e i concetti preconfezionati che ci vengono propinati.
Trattandosi di Arabia Saudita non dimentico i diritti umani negati ma sostengo con forza che le persone non hanno alcun collegamento con il Governo.
Boicottare i Paesi significa prima di tutto limitarsi perché così ci affidiamo agli occhi di altri e non ai nostri, in secondo luogo perché senza turismo si condannano i Paesi all’isolamento, in terzo luogo perché i turisti oltre a portare qualche entrata economica sono anche una fonte di novità: forse il confronto potrebbe condurre a qualche rivendicazione in termini di libertà nei confronti del Governo.
Conclusioni
Il mio racconto di viaggio in Arabia Saudita può destare interesse o far cambiare l’idea che quasi la totalità ha nei confronti di un Paese chiuso al turismo fino a poco tempo fa, di certo non si tratta di un saggio socio-politico: sono una viaggiatrice con occhi e mente aperti e ciò che mi interessa maggiormente sono le persone e le loro storie, i loro sorrisi, il loro sguardo. Lo stesso sguardo aperto e curioso che cerco di avere in ogni viaggio.
Grazie di cuore per il tuo contributo e le foto riguardo il tuo viaggio in Arabia Saudita! Buon tutto.
Contatti di Annalisa
FB Annalisa Oldino
Mail: annish76@yahoo.it
Alla prossima puntata con drinkfromlife!
xxx
Sara Chandana
Non sapevo assolutamente della recente apertura dell’Arabia Saudita! Qualche anno fa si è prospettata l’ipotesi che io ci andassi per lavoro (ovviamente ero stracontenta) e ho studiato i visti scoprendo che al tempo il visto turistico non esisteva: si poteva accedere solo per lavoro o per pellegrinaggio. Oltretutto per le donne (soprattutto da sole) la difficoltà era molto alta – leggevo che le donne dell’arabia saudita possono viaggiare esclusivamente in compagnia di un membro della famiglia uomo (ora non so più se questo sia vero).
Annalisa è sempre printa a cogliere queste informazioni al volo. 🙂
Questa cosa delle donne non la sapevo, indagherò ma mi sembra possibile considerando il contesto.
Wow .. che bel viaggio! Dico la verità, sono sempre stata attratta da tutti i paesi occidentali e non ho mai pensato di visitare l’Arabia Saudita, tuttavia leggendo questo articolo mi è venuta l’ispirazione! Mi piacerebbe organizzare un bel viaggio fotografico in questo paese. Vediamo…
Credo sia questione di gusti. Al contrario sono sempre stata attratta dal Medio Oriente. 🙂
Che meta particolare l’Arabia Saudita! Non l’avevo mai considerata! Credo che inizierò ad informarmi a riguardo, a maggior ragione adesso che ottenere il visto è diventato più semplice…
Sì, e poi come dice Annalisa adesso è momento speciale perché il turismo occidentale non è ancora esploso
Bellissimo viaggio! Ti ho invidiato tantissimo perché mi hanno sempre affascinato i pesi occidentali come l’Arabia Saudita. Spero magari tra qualche anno di poter fare un bellissimo viaggio come hai fatto tu.
Bel viaggio. Ho tanti amici di quelle zone e sono persone amichevoli e sul quale contare. Di contro hanno questa “restrizione mentale” – non so se è corretto dirlo – che chiaramente fa vivere alcune situazioni come se si fosse cento anni addietro. In particolar modo la posizione delle donne, il loro trattamento, è un processo che fatico davvero a digerire e sul quale ci litigo spesso per le restrizioni che trovo davvero ridicole.
Ciao Francesco, grazie per la tua testimonianza ma… Potresti fare un esempio concreto? Non vorrei alimentare pregiudizi, ma comprendere.
Una meta che mi mette un po’ in soggezione, come molti altri paesi per motivi geopolitici. Ma il primo modo per far cadere paure e stereotipi è leggere (post come questi). Il secondo è andare di persona
una meta che mi attira sebbene a volte mi faccia sorgere dubbi su come mi comporterò se mi ci trovassi
sicuramente un viaggio da fare
Mi è piaciuto tantissimo questo articolo. l’Arabia Saudita è nella mia lista dei desideri e con questa esperienza così vera mi è venuta ancora più voglia di partire!!
Credo sia un viaggio da fare per chi ama le mete di questo genere. Felice che ti sia piaciuto.
Adoro leggere il tuo blog perchè si parla di viaggi, ma di quelli un pò particolari, non delle solite mete.
grazie per aver condiviso luoghi e culture che, molto spesso, sono sconosciute da molte persone.
Una terra di grande fascino cultura ed eredità
Non la conosco ma vorrei vederla
interessante. devo dire che con la situazione geopolitica attuale non è tra le mie prossime mete. ho letto con interesse
Le mete ci devono chiamare, in fondo. Grazie per aver letto.