Kurdistan: un viaggio consapevole insieme ad Annalisa | Kurdistan Iracheno

bandiera kurdo irachena
Bandiera curdo irachena

Oggi vi racconto del viaggio consapevole in Kurdistan iracheno vissuto da Annalisa Oldino, di Torino. Buona lettura!

Annalisa, bentornata su drinkfromlife! Qualche tempo fa ci hai raccontato il tuo viaggio in Siria che ha toccato, profondamente, i cuori della community. 

Ti va di presentarti nuovamente, raccontandoci brevemente chi sei,  per chi se lo fosse perso?

Circa due anni e mezzo fa l’azienda in cui lavoro dal 2013 ha iniziato ad attraversare un periodo di forte crisi che ahimè non è ancora terminato, a causa di ciò mi è stato ampiamente ridotto il monte ore settimanale di impegno lavorativo.

Il colpo è stato forte ma questa inaspettata “libertà” mi ha lasciato con molto tempo da dedicare ad altro e, nel mio caso, in grande parte ai viaggi.

I tuoi sono viaggi molto particolari. Come scegli le tue mete?

Sono fortemente attirata dai luoghi in cui la copertura mediatica è scarsa o di parte; dove poter vedere con i miei occhi la realtà; testimoniare le condizioni attuali di vita; scoprire quello che forse i media relegano in secondo piano e forse scardinare qualche certezza; ascoltare storie di vita; fotografare visi, luoghi, nature, architetture così diverse dalle nostre vite e convinzioni occidentali.

Un invito a colazione

Durante una delle nostre conversazioni virtuali mi hai accennato di essere stata in Kurdistan iracheno. Ci racconti qualcosa su questo viaggio, come è nato, come ti sei spostata verso e attraverso il Kurdistan?

Il Kurdistan ultimamente è di forte attualità ma purtroppo è una nazione divisa in 4 Stati (Siria, Iraq, Iran, Turchia) che assolutamente non ne vogliono sapere di vedere la creazione di uno Stato nazionale (i nazionalisti più ferrei considerano anche l’Armenia NDR).

Mi aveva sempre attirato proprio per questo motivo: un fortissimo spirito unitario di popolo ma senza una terra comune. Inoltre ero particolarmente interessata al Kurdistan iracheno proprio perché l’Iraq è l’unico stato che ne ha concesso una sorta di indipendenza e di libertà d’azione: per entrare non è necessario il visto – si ottiene gratuitamente all’aeroporto di Erbil, a differenza del resto dell’Iraq – e inoltre non ho dovuto, come invece per altri viaggi, prenotare un costoso viaggio organizzato.

Abbigliamento tipico curdo

Risolto il problema del visto ho pensato come raggiungere Erbil, città principale del Kurdistan iracheno. Consultando la cartina, la scelta è stata quasi obbligata: ho optato per l’aereo.

Ho evitato i confini terrestri per vari motivi: in Iran a causa del costo del visto e perché l’avevo già visitato, con il resto dell’Iraq perché sarebbe stato necessario un difficoltoso visto difficilmente ottenibile da una donna che viaggia sola e per gli ovvi motivi di rischiosità, con la Siria per motivi di sicurezza, con la Turchia per le difficoltà politiche.

Purtroppo ho avuto modo di visitare solo Erbil per non incorrere in alcun tipo di problema.

La cittadella di Erbil

Sei stata a contatto con la gente del posto? Se sì cosa ci racconti?

Come sempre accade sono stata guardata con curiosità, ma MAI mi sono sentita a disagio né tantomeno in pericolo.

Sono stata invitata a colazione, ho chiesto di poter fotografare alcuni uomini con l’abito tradizionale, ho scambiato qualche parola con due signori che stavano tranquillamente mangiando con l’aiuto di un ragazzo curdo che conosceva l’inglese.

Costume tipico curdo

Dove hai alloggiato e cosa hai mangiato di tipico?

Mi è stato detto più volte che in Kurdistan si può anche dormire per strada senza alcun rischio, ci sono le telecamere al suq e la sicurezza personale è totale.

Ciò che mi ha stupito è stata la loro libertà di poter mostrare senza alcun pericolo la bandiera del Kurdistan iracheno e le spille del partito DPK (Democratic Party of Kurdistan): sulla cittadella, nel punto più alto della città, svetta una enorme bandiera curdo-irachena. Io stessa ne ho comprata una piccolina che spuntava dal mio zaino!

Prima di partire avevo prenotato una camera nel pieno centro storico di Erbil. Ho visitato la cittadella, il mercato e la città nuova. Ho mangiato lo shawarma (una specie di kebab) e una infinità di succhi di frutta e gelati (avrei potuto fare di meglio ma dopo tre settimane di viaggio il mio stomaco era provato).

Come vestirsi in Kurdistan: hai adottato un abbigliamento particolare?

Non ho mai messo il velo, il mio abbigliamento consisteva in pantaloni lunghi e magliette con le maniche corte. Di pomeriggio il cappellino e gli occhiali scuri per ripararmi dal sole che picchia senza pietà.

Parliamo di donne: ho letto che l’universo femminile qui è piuttosto evoluto, così la società. Siete riuscite ad interagire?

Come donna ho di certo più facilità ad entrare a contatto con le persone del posto e maggiormente con le donne. Un giorno stavo vagando senza meta, lontano dal centro, in un parco bellissimo con fontane, uno spazio per rappresentazioni teatrali  e statue.

Mentre camminavo sono stata fermata da alcune donne curde che stavano facendo manutenzione al parco: si è subito instaurato un clima di amicizia.

La difficoltà di comunicazione è stata abbattuta dalla voglia di conoscersi, di raccontarsi e di scoprire mondi reciprocamente lontani, anche con l’aiuto di una chiamata al telefono ad un loro amico che parlava inglese.

Con le addette alla manutezione del parco cittadino

Ci siamo fatte due selfie, insieme, senza alcuna barriera o difficoltà. Inutile dire che l’aver sfoderato la bandiera del Kurdistan, acquistata poco prima, è stata la ciliegina sulla torta .

Annalisa con la sua bandierina appena acquistata, nel negozietto

Tempo fa ho visto un video. Sponsorizzava il Kurdistan, prima delle recente situazione delicata, come una terra meravigliosa e accogliente.

Dove il diverso è accettato e apprezzato e la popolazione parla più lingue. Mi è sembrata una società molto acculturata e all’avanguardia. Cosa puoi dirci a riguardo?

La cittadella racconta di un fastoso passato, di civiltà antiche, di culture fiere, di popolazioni dedite al commercio, per me un vero sogno ad occhi aperti. Cibo in ogni forma, possibilità di cambio della moneta locale ai banchetti, suq che vendono ogni sorta di oggetto: il Medio Oriente che come in molti altri Paesi ti conquista, con la gioia dei suoi abitanti; i profumi, i suoni, i sapori e le fontane che riempiono gli occhi e il cuore.

La cittadella vista dal suq

Raccontaci, se ti va, un aneddoto particolare di viaggio, qualcosa che ti ha colpita

In un giro mattutino, con l’aiuto di un ragazzo che ha fatto da traduttore, sono stata invitata a colazione da due signori a cui avevo chiesto di poter fare loro una foto.

Annalisa con il suo traduttore

Fin qui nulla di così particolare, ciò che mi ha stupito è stata la spiegazione successiva: i due signori in questione sono amici da una vita ma uno è curdo, l’altro è arabo. In un Paese in cui i curdi hanno subìto le violenze di Saddam, l’amicizia tra un curdo e un arabo fa notizia.

(Potrebbe anche interessarti: quando viaggiare insegna la bellezza del diverso).

Con il signore curdo iracheno
Con il signore arabo iracheno

Ci torneresti? Qual è la tua prossima meta?

Sì, mi piacerebbe tornare, vorrei però poter viaggiare tranquillamente anche nel resto dell’Iraq, il richiamo delle antiche civiltà per me è davvero forte.

Ancora Kurdistan: le fontane e la cittadella sullo sfondo

La mia prossima meta sarà il Qatar e l’Arabia Saudita. Partirò mercoledì 20 novembre per il Qatar e dovrei rientrare dall’Arabia giovedì 28 novembre.

Di certo ti racconterò tutto se riuscirò a visitare un Paese che fino ad un mese e mezzo fa era chiuso totalmente al turismo e il cui ingresso era riservato ai viaggiatori solo per motivi di lavoro.

Fantastico! Non vedo l’ora di ascoltare i tuoi nuovi racconti! Se dovessi lasciare un messaggio alla community di drinkfromlife, ed al mondo, cosa diresti?

Nei miei viaggi vivo fidandomi delle persone e ne ho ricevuto in cambio, nella maggior parte delle volte, sorrisi, racconti, foto insieme, inviti a colazioni, pranzi e cene ma soprattutto ho potuto ascoltare le loro storie, queste ultime di certo le più importanti come arricchimento personale.

Non sopporto chi giudica senza conoscere, per partito preso o per il gusto di commentare destinazioni meno usuali, classificandole come più o meno pericolose e implicitamente esprimendo pareri su di me.

Sono una viaggiatrice, fiera di esserlo, e la frase che mi infastidirebbe maggiormente sarebbe, se mai mi capitasse qualcosa, “se l’è andata a cercare”.

Grazie di cuore per il tuo contributo e per le foto che hai condiviso con noi

Contatti di Annalisa:

FB Annalisa Oldino

Mail: annish76@yahoo.it

Alla prossima puntata con drinkfromlife!

xxx

Sara Chandana

 

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

26 Risposte

  1. Sono completamente d’accordo con Annalisa. Nessuno dovrebbe permettersi di formulare frasi audaci su una persona che vuole viaggiare. Ne tantomeno parlare per frasi fatte. A me ad esempio da molto fastidio quando mi dicono “beata te che puoi buttare i soldi in viaggi”! Rispondo che viaggiare non è buttar soldi, ma arricchirsi nell’anima. E quindi è un investimento su me stessa e sulla mia vita!

  2. Augusta ha detto:

    Mi piacerebbe sapere con che compagnia aerea ha volato… tutti quelli che conosco sono andati via terra… ma a me piacerebbe arrivarco con più comodità.

  3. viaggiapiccoli ha detto:

    che bello aver creato un contatto con le donne curde…in alcuni paesi islamici, nonostante avessi un abbigliamento molto serio, per il solo fatto che indossassi dei pantaloni, proprio le donne mi lanciavano occhiate di fuoco

  4. Raffi ha detto:

    Che bella testimonianza. E’ davvero una viaggiatrice consapevole e l’idea che fidarsi delle persone viene nella maggior parte dei casi ripagato con storie e begli incontri è un bell’insegnamento.

  5. Giovy Malfiori ha detto:

    Certi viaggi lasciano davvero il segno. Grazie mille per questo racconto e per essere entrata in contatto con delle persone così forti come i Curdi.

  6. Sabrina Balugani ha detto:

    La voglia di viaggiare e di conoscere realtà spesso distorte dai mass media mi da l’idea che Annalisa sia una bella persona dentro e questo viaggio mi da conferma del suo essere. Grazie per averci permesso di scoprire un pezzo di mondo e una viaggiatrice non banale, comune.

    • Sara Chandana ha detto:

      Credo sia arrivato il tempo di dare dignità a modi di vivere, e viaggiare, anticonformisti ma accoglienti al tempo stesso. Abbiamo bisogno di uscire dai soliti schemi ed incontrarci veramente. Grazie di cuore per la tua sensibilità.

  7. Sara ha detto:

    Non avevo assolutamente idea che fosse possibile visitare il Kurdistan e che fosse così interessante! Grazie per aver dato spazio ad un’esperienza diversa dal solito.

  8. Serena ha detto:

    Certi commenti qualificano chi li dice e la loro voglia di sentirsi smart quando sono molto piccoli. Ho un’amica che viene da quelle parti e mi racconta meraviglie (e anche cose meno belle, ovviamente).

  9. italobackpackers ha detto:

    Wow…questo si che si chiama viaggiare ragazza! Complimenti Annalisa per il coraggio nell’esplorare anche queste zone davvero non turistiche, da sola. Una vera ispirazione

  10. Giada Capotondi ha detto:

    Che meraviglia leggere e conoscere mete come il Kurdistan che solitamente non vengono mai trattate nei blog di viaggi! Bella intervista, l’ho letta con molto piacere!

  11. Francesca ha detto:

    Un viaggio non da tutti, ma che esprime una grande voglia di conoscere e di andare oltre i preconcetti su luoghi lontani.

  12. Rossella ha detto:

    Meta davvero particolare e che non pensavo fosse tutto sommato così semplice da visitare: sicuramente mi ha incuriosito!

  13. MOIRA ha detto:

    Io dico che questi viaggi non sono per tutti, ma certamente sono viaggi che mi incuriosiscono moltissimo. Non ho mai pensato di visitare il “Kurdistan” e questo perchè non è una meta “di moda”, ma davvero, questo post mi ha incuriosito!

  14. Valeria ha detto:

    Uno splendido viaggio alla scoperta di un popolo fiero, coraggioso, con ina struttura sociale paritaria e sani peincipi. Ho avuto modo di essere ospite nel kurdistan iraniano e ne riporto un ricordo meraviglioso.

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