Lo Sciacuddhi, il folletto salentino
Siamo in Puglia meridionale. Lo Sciacuddhi è un folletto della Grecìa Salentina, un’area linguistica del Salento. In altre zone vicine è chiamato Laurieddhu, Urru, Scazzamurieddhu, Monaceddhu, Monacicchiu, Carcarulu, Diaulicchiu, Scarcagnulu protagonista di racconti magici ed aneddoti.
Aspetto dello Sciacuddhi
Il suo aspetto è quello di un essere piccolo piccolo, alto circa 50 cm (secondo altri invece più alto), con i capelli e gli occhi neri, le orecchie grandi a punta ed è molto dispettoso. Indossa un cappello rosso a punta, esattamente come gli gnomi delle fiabe. Sembra appaia scalzo, o con zoccoli caprini al posto dei piedi, ed in abiti da lavoro di campagna. Tra quei pochi che lo hanno visto, alcuni dicono che, invece, indossi abiti colorati, come Arlecchino. Da zona a zona di avvistamento cambia sempre qualcosa, forse perché agisce molto velocemente e le sue sono sempre visite molto fugaci.
Un essere vivace e dispettoso
Ora i monachicchi, sotto i loro estri e la loro giocondità infantile, nascondono una grande sapienza: essi conoscono tutto quello che c’è sottoterra, sanno i luoghi nascosti dei tesori. Carlo Levi
Fa parte della stessa famiglia di folletti, elfi, prodotto del pensiero magico. Si diverte a intrecciare le code dei cavalli, far ingrassare le mucche e far cagliare il latte appena munto. Ha la capacità di bloccare la cova delle uova delle galline. Influenza il regno animale ed è un elemento di disturbo per il regno umano.
Quando in casa delle nonne salentine sparisce qualcosa, sicuramente è per colpa dello Sciacuddhi. Fa anche cadere le pentole per terra, brucia i cibi, aggiunge troppo sale o troppo pepe alle pietanze. Nasconde gli oggetti (e poi bisogna rivolgersi a S.Antonio per ritrovarli!). Essendo un essere notturno, a volte sceglie un malcapitato e si siede sul suo petto, o sull’addome, mentre dorme, fissandolo, causando una paralisi notturna. L’unico modo per liberarsi è svegliarsi e, furbescamente, sfilargli il cappello rosso a punta, senza fissarlo negli occhi! Secondo altre testimonianze, invece, per ottenere nuovamente il cappello si deve interagire con lui che permette di scegliere tra oggetti di valore e coperchi di pentole. Ed in base a ciò che si risponde farà trovare l’opposto. Mai, in questi casi, restituire il cappello prima di aver ricevuto la propria ricompensa, altrimenti scapperà con il suo bottino.
Fa il solletico, tira pizzicotti, annoda i capelli delle fanciulle. A volte si diverte a fare un gran rumore, con pentole o altro. Un’altra cosa che lo diverte molto è quella di far sparire o mettere in disordine i panni stesi (a me è accaduto ad Essaouira, che mi abbia seguita anche in Marocco? Sembra, infatti che segua le persone anche quando cambiano casa). Se la mattina vi trovate imbrogliati nelle coperte, è passato lui a farvi uno scherzetto. 🙂
Abitudini
Lo Sciacuddhi è un essere libero e se perde la sua preziosissima libertà è capace di tutto per riaverla, anche mentire. Gli piace stare sveglio la notte, come un animale notturno, motivo per cui la maggior parte del suoi dispetti si svolgono con la complicità del buio. Lui è dispettoso solo con chi si dimostra malevolo nei suoi confronti, mentre cambia totalmente atteggiamento con chi è buono. Gli piace aiutare chi si trova in difficoltà ed ha un cuore puro. Conosce tesori nascosti e può indicarli. Si comporta come uno specchio dei nostri difetti e delle nostre virtù. Se qualcuno prova ad approfittarsene di lui, chiedendo soldi, lo Sciacuddhi risponde dando in cambio cocci. Eppure sa trasformare i cocci in denaro a chi gli è simpatico. Questo perché fa avverare i desideri al contrario.
Meglio chiedergli cocci che vi subisserà di denaro. Sigismondo Castromediano
Curiosità
La parola Laurieddhu, come viene chiamato lo Sciacuddhi a Lecce, potrebbe derivare dai Romani. In questo caso significa protettore della sacralità della casa. Secondo altre ricerche, invece, il nome deriva dalla grotta naturale, laura, che nel primo millennio d.C. veniva utilizzata dai monaci bizantini come eremitaggio spirituale. Il folletto detesta gli odori molto forti, come quello della cipolla e dell’aglio ed entra nelle abitazioni anche attraverso la canna fumaria dei comignoli. Tanti di noi, da bambini, sono andati a letto terrorizzati, con la paura dello Sciacuddhi, per anni!
Conclusioni
Anche la mia vita, fin da piccola, è stata accompagnata dalla presenza, saltuaria, di questa figura del pensiero magico. Ancora oggi quando non trovo qualcosa, penso sorridendo che, forse, è passato lo Sciacuddhi a farmi uno scherzetto. Che sia vero?
Avevi mai sentito parlare dello Sciacuddhi?
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Oltre ai racconti orali, tra le risorse principali segnalo questo libro: Sciacuddhi, il misterioso folletto della Grecìa Salentina di Alberto Giammaruco. Il libro è stato realizzato grazie alle ricerche dei ragazzi della scuola primaria e secondaria di Sternatia, Lecce, Edizioni Kurumuny
Alla prossima puntata con drinkfromlife!
Sara