Ajaypal | India insolita
Ajaypal è l’India insolita all’occidentale, autentica, segreta, per chi ama conoscere questo straordinario paese, fuori dalle rotte del turismo di massa, scegliendo un viaggio scandito dal flusso di un luogo come nessun altro sulla Terra, secondo gli esploratori moderni.
A Pushkar, solitamente, il turista standard, frettoloso di vedere e conoscere l’India in 15 giorni, si ferma una notte, al massimo, o addirittura qualche ora. Un giretto al lago, al bazaar e via. A chi non si accontenta di una cartolina fugace, e di una visita superficiale (lo so: le ferie, eccetera) consiglio di fare una lunga sosta: questo luogo sacro ha bisogno di tempo, attenzione per svelarsi. Richiede un corteggiamento, così poi è per l’India in generale.
L’India insolita con drinkfromlife: Ajaypal
Ajaypal è stato il fondatore della città di Ajmer, IX secolo (Ajmer è conosciuta per una importante dargah sufi, un luogo sacro musulmano al quale giungono pellegrini da tutta l’India. Ci fu un attentato nel 2007 da parte di estremisti ai danni di musulmani pacifici, quelli che seguono veramente gli insegnamenti di amore e tolleranza del Corano). Egli fece costruire l’omonimo tempio in un deliziosa località che si trova a circa 6 miglia, 10 chilometri, da Pushkar destinazione unica e affascinante. Inoltre, qui esiste l’unico tempio al mondo dedicato a Brahma e questo la rende ancora più speciale.
Dall’ashram di Aloo Baba, l’uomo santo che mangia solo patate (ci siamo mossi verso Ajaypal mentre il nostro pranzo tipico rajasthano, dal bati churma, era in cottura sotto lo sterco di vacca!) il modo più sostenibile per raggiungerlo è a piedi.
La passeggiata è molto rilassante: si cammina immersi nella natura onirica e silenziosa del Rajasthan. Secondo la tradizione qui c’era un baba: il baba di Ajapal che curava i morsi di serpente e le punture di scorpione. Il luogo fu visitato dagli hippies negli anni 60′ e ’70 che qui vicino si fermavano anche per dormire.
Furono i pionieri dell’India, aprendo la strada a tutti noi occidentali.
Sono notizie che non si trovano su internet o nelle guide. Si viene a conoscenza di questi luoghi fuori dal tempo frequentando la gente del luogo o intrecciando amicizie sincere con comitive di viaggiatori hippies che viaggiano in queste zone da una vita e conoscono l’India come la loro secondo casa.
Qui, in India, tornano, ogni anno, per ritrovarsi, trascorrere del tempo a Pushkar o Goa, quella segreta, o altrove. Dopotutto per assaporare l’India basta fermarsi nello stesso luogo per un po’ ed entrare nel flusso indiano.
Cammina cammina siamo arrivati in questo luogo sperduto, senza incontrare tante anime lungo il tragitto, solo un uomo sorridente in moto. Il tempio è abbandonato, ma ancora impregnato di un forte magnetismo. I suoi abitanti sono scimmie e pavoni e forse fantasmi benevoli custodi del luogo.
Nonostante fossimo in un luogo sperduto non mi sono sentita in pericolo, probabilmente perchè ero in compagnia di amicizie che conoscono molto bene la zona. Ho percepito la sacralità del luogo e vissuto sensazioni che ancora mi accompagnano se mi connetto, a distanza, con il tempio. Chissà com’era la vita lì tanto tempo fa?
Mi sembra quasi di vedere il Baba vivere come un’eremita, sempre pronto ad aiutare chi si presenta sull’uscio del luogo sacro, punto da uno scorpione o da un serpente velenoso. Sono lì in quel momento, oltre il tempo e lo spazio.
Come raggiungere Ajaypal da Pushkar
Da Pushkar il tragitto verso Ajaypal si presenta come una scenografia incantata che si dipana davanti agli occhi curiosi dei viaggiatori intrepidi. I piccoli villaggi dell’India autentica, posati da mani divine, possono rappresentare, lungo il tragitto, delle piacevoli tappe per fermarsi a bere un chai, il tipico tè speziato indiano con latte, scambiare due parole con la gente del luogo.
È possibile noleggiare una macchina con autista oppure una moto o uno scooter da una delle varie agenzie al centro di Pushkar (altrimenti si può andare con il tuk tuk a visitare Aloo Baba e poi proseguire a piedi, come abbiamo fatto noi).
Consiglio di non avventurarsi da soli, dopotutto è sempre un luogo isolato lontano da casa. Meglio in gruppo e/o in compagnia di chi è del posto, o lo conosce molto bene.
Aggiungo che, come quasi sempre in India, è importante prestare attenzione alle scimmie, tenendo eventuali scorte di cibo chiuse nello zaino per evitare di essere scippati. 🙂
Indicazioni
Fatevi spiegare, per sicurezza, dalla gente del luogo o da chi affitta il mezzo. In ogni modo: dalle pendici della collina Savitri c’è una strada, Bitumen Road. Essa conduce al villaggio Kharekdi, seguendo la strada si arriverà al tempio.
Conclusioni
L’India è una meta che ho scelto diverse volte e che ho sentito di esplorare con calma, magari rinunciando a luoghi più conosciuti e instagrammabili, ma alla ricerca di un’ autenticità che solo viaggiatori e viaggiatrici di vecchia data – coloro che mi hanno iniziata all’India fin dal primo viaggio – possono trasmettere. Perchè l’hanno vissuta nel modo più genuino, ai tempi in cui internet non era di dominio pubblico e il turismo di massa, mordi e fuggi, non aveva aggredito il mondo. Sono molto grata per questi incontri che mi hanno arricchita profondamente e permesso di rimanere connessa con l’Essenziale.
Sara
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