L’ospite è Dio – India: quando l’ospitalità è tutto
Atithi Devo Bhava
L’ospite è Dio, si dice in India e posso affermare con certezza che è davvero così. Forse è anche per questo che in India mi sento a casa. L’ospite è considerato un messaggero di Dio ma anche una sua manifestazione. Ero al secondo viaggio in India e per la prima volta ho avuto la possibilità di vivere, per alcuni giorni, a casa di una famiglia indiana. Il mio compagno di viaggi ed il figlio di questa famiglia si erano conosciuti facendo i woofer in una fattoria in Austria alcuni anni prima e non si vedevano da quei tempi. Noi due e mio fratello siamo stati ospitati nel migliore dei modi.
Tushar e la sua famiglia sono stati i nostri angeli custodi nei primi giorni in India. Per i miei compagni di viaggio era la prima volta in questa terra. Ricordo che a casa loro mi sentivo a mio agio perché ospitavano senza aspettative. Per loro solo il fatto di avere noi in casa era un dono immenso.
Sebbene ci fossimo offerti di aiutare in casa non ce lo hanno permesso. Solo io ho fatto un trattamento olistico alla mamma che aveva un problema alla gamba. Ci tenevano, invece, a farci mangiare tutte le leccornie che ogni giorno ci presentavano sorridenti sulla tavola imbandita. A volte succedeva che solo Tushar consumasse il pasto con noi, mentre i genitori ci guardavano. Ci hanno messo a disposizione la loro macchina con autista, permettendoci di girare per Delhi indisturbati, non ci hanno fatto mancare nulla. Certo, si tratta di una famiglia benestante ma questo non vuol dire nulla, in India tutti si comportano così, offrono quello che hanno, che fa parte delle loro vite.
Negli anni successivi ho trovato tanta ospitalità anche in Marocco.
Dopo Delhi siamo andati a Varanasi per un progetto volontariato. Siamo stati per qualche settimana con queste persone che dal niente cercavano di costruire una vita degna, ribellandosi al rigido sistema indiano delle caste. Stanchi di elemosinare, ce l’hanno messa tutta per apprendere dei mestieri e quindi, ad Assi Ghat, è possibile incontrarli con le loro bancarelle artigianali.
Non guadagnano chissà che cosa ma possono acquistare del cibo, dei vestiti nuovi, prodotti per l’igiene, fare quello scatto in più verso una nuova vita, una vita da esseri umani. Solo per il fatto di aver dedicato una parte del mio tempo a loro, ho sentito una riconoscenza immensa e mi si è aperto il cuore quando una mamma mi ha chiesto se volevo un chai, il tipico tè speziato. Sapendo che aveva sudato per offrimelo. Un chai acquistato con i suoi pochi spiccioli. E questa è solo una delle premure che ho ricevuto. Mi hanno trattata come ospite, come Dio.
Questi sono solo alcuni esempi ma quando ripenso all’ospitalità ricevuta mi commuovo. In fondo penso che anche nel mio Salento era così. Dopotutto il Salento e l’India hanno tante similitudini, ne ho parlato spesso nel mio vecchio blog Bishi – Le Due Lune
“Sei un ospite. E io devo preparare la casa per l’ospite”, in India si diceva che l’ospite è Dio e lei diceva: ” Tu sei il mio dio”. Dissi: “Nani sei impazzita? Io il tuo dio? “Non hai mai creduto in nessun dio”. E lei: “Credo solo nell’amore e l’ho trovato, adesso tu sei il solo ospite nel mio tempio dell’amore. Lo devo tenere il più pulito possibile”. La sua casa divenne una casa per gli ospiti, non solo per me ma anche per i miei amici… Disse: ” Sono ospiti tuoi, per cui me ne devo prendere cura, più di quanto farei con i miei ospiti”.
Bagliori di un’Infanzia Dorata, Osho
Che meraviglia 🙂 sai che molto probabilmente vado in India? (in barca questa volta) 😀
Dai! Ho letto della tua nuova traversata 😀 Sai già dove in India? Pure io partirò presto 😀 <3
In Sicilia è così, in Calabria lo stesso. C’È il culto dell’accoglienza.
L’altro è importante.
Mica così scontato,quante volte l’altro ci infastidisce.perche’ non capiamo che l’altro è ricchezza e dono
Emanuela
Hai ragione, non è così scontato. Al Sud l’ospitalità è tutto. Se arrivi all’ora di pranzo di una famiglia salentina ( sicuramente sarà così anche in Sicilia e Calabria) non c’è problema per un piatto di pasta in più. Mi hanno detto cose simili su Israele, puoi presentarti anche in 8… per loro non c’è nessun problema 🙂