McLeod Ganj: il Tibet in India | Racconto di viaggio
McLeod Ganj: la mia casa in India del nord
Viaggiare in India, nel corso degli ultimi anni, e per periodi lunghi, ha spalancato i miei occhi al mondo. Tutti e tre.
Perché in questo grande subcontinente convivono esseri umani appartenenti a svariate religioni (induisti, musulmani, cristiani, buddisti, giainisti, sikh) ed ho avuto modo di confrontarmi con persone sempre diverse.
Per non parlare di visitatori e viaggiatori a lungo termine che provengono da tutti i continenti. Così ho potuto vivere il Tibet, a McLeod Ganj, Dharamsala. Questa località in India del nord è anche conosciuta come la piccola Lhasa, che invece si trova in Tibet.
È qui che il Dalai Lama vive. Annesso alla sua abitazione (super sorvegliata) c’è un tempio bellissimo, dove mi sono rigenerata, lasciata cullare nell’energia meditativa, circondata da montagne maestose.
Proprio a McLeod Ganj, nel tempio del Dalai Lama, è custodita una suggestiva statua della Tara Verde, una divinità femminile del buddismo tantrico.
Un pezzo del mio cuore è rimasto lì, a McLeod Ganj. Avvolto tra le centinaia di bandierine di preghiera che adornano anche i ruderi delle case. A ricordarci che tutto è divino. Tra le farfalle svolazzanti, non ne avevo mai viste così tante, e le montagne alte e misteriose. Non so se tornerò più, la vita ha i suoi programmi. Lo spero.
La pace del mondo è qui
A McLeod le strade sono fiumi di porpora, perché ci sono tantissimi monaci buddisti. Sono quelli più vicini al Dalai Lama. Questi piccoli uomini saggi reggono gli equilibri del mondo, insieme ai puri di cuore ed i saggi delle altre religioni e della spiritualità. Ne sono convinta. E lo fanno con molto amore ed un sorriso interiore radioso, balsamo nelle giornate più scure.
Qualunque cosa accada loro pregano, nulla li smuove. E camminano per le strade sorridenti, le loro risate gentili, mai sguaiate, spesso riecheggiano nell’aria. Qui ho trovato la pace, la mia, del mondo.
Una discesa iniziatica, un incontro magico
Una sera tardi, eravamo con quei compagni di viaggio momentanei, quegli sconosciuti che incontri in India e subito la familiaritá annulla filtri e convenevoli. E magari ti ritrovi pure di sera, sul letto, tutti insieme a mangiare i momos, i ravioli al vapore tibetani, e cantare.
Scendemmo una scalinata nascosta, nel buio, costeggiammo un tempio, proseguendo ancora per poi ritrovarci davanti ad una scena intima, surreale, di fortissimo impatto. Un centinaio, o poco meno, di monaci buddisti intonavano insieme dei mantra molto profondi, cavernosi.
Non capisco perché molte persone abbiano paura di scendere in quelle profondità buie, sempre ci trovo luce e bellezza. Dopotutto i diamanti non crescono alla luce del sole. Tornando ai mantra intonati dai monaci: quelli non li dimentico, erano diversi dagli altri.
Piccoli monaci
La maggior parte di loro erano bambini, anche di pochi anni. Alcuni giocavano. Quelle scene bellissime hanno accarezzato l’anima. Un ragazzo spagnolo, dei nostri, all’improvviso, ha esordito: “Sembra la pellicola di un film”. Ed io ho annuito, sconvolta dalla bellezza, dalla dedizione, dalla preghiera autentica.
Quella notte tibetana è stato come se una mano invisibile ci avesse scelti tra tanti e guidati fin lí. Solo noi 7. Non si trattava di un incontro pubblico spirituale, ma un addestramento intimo e segreto.
Tuttavia nessuno ci ha detto nulla, credo abbiano avvertito il nostro rispetto, la riverenza silenziosa. Eravamo talmente impressionati che nemmeno la pioggia improvvisa, come spesso accade in montagna, ci ha svegliati da quell’incantesimo.
Vivere il Tibet
Soggiornare a McLeod Ganj equivale, in un certo senso, a vivere il Tibet per via dello stretto contatto con la folta colonia tibetana che vi abita.
Lì ho mangiato cibo tibetano, assaporato deliziosi momos acquistati dai baracchini davanti al Kalachakra Temple, bevuto il tè al burro (che non vi consiglio affatto!), acquistato pregiato artigianato tibetano e la mia shawl rosso porpora.
Sono stata in un centro culturale dove ogni giorno dei volontari incontrano rifugiati politici tibetani che condividono pezzi della loro vita, con la scusa di praticare la lingua inglese.
Ho avuto degli incontri speciali: una monaca buddista italiana, conosciuta nel Tempio del Dalai Lama, con la quale poi ho pranzato insieme. Conversazioni d’altro mondo.
Mi ha parlato della sfera esoterica del buddismo tibetano, il buddismo tantrico. Un argomento che mi affascina moltissimo. E consigliato dei gustosi ravioli alla zucca nel nostro ristorantino preferito, con la vista sulle montagne.
E poi un artigiano nepalese di flauti, compagno di tè e chiacchierate, ed un amico indiano ritrovato, come per magia. Ci eravamo conosciuti a Goa, quando scappai dall’ashram dopo un mese e mezzo di meditazione e feci vita da spiaggia. Perchè sono fuggita?
Guruji voleva rinchiudermi in una capanna per un mese e mezzo, facendomi perdere il volo di rientro per l’Italia. Quante vite ho vissuto in una, a volte mi chiedo.
Conclusioni
Sono felice di aver, consapevolmente, dedicato la mia vita alla ricerca spirituale, alla meditazione. Sono profondamente vicina agli insegnamenti di tutte le religioni. Per me confluiscono tutte nello stesso oceano d’amore.
Questo è lo scopo della mia vita senza scopo.
Hai un ricordo forte legato alla spiritualità, oppure ad un viaggio?
Alla prossima puntata con drinkfromlife,
Sara Chandana
Una bella esperienza in una terra lontana piena di spiritualità , complimenti per il racconto
Io ho visitato la regione del Tibet ma la parte cinese. Inutile dire che è una regione stupenda, con paesaggi magnifici e persone davvero gentili, ospitali e cordiali.
Purtroppo l’intervento cinese sulla regione si fa sempre più sentire, e questo è un peccato.
Mi piacerebbe molto visitare la ”piccola Lhasa” so che il Dalai Lama ora vive lì da quando è dovuto scappare dalla Cina: penso che anche questo sia un viaggio davvero bello che cambia davvero dentro.
A me, invece, piacerebbe visitare il Tibet proprio i suoi paesaggi e la gente. 🙂
Che esperienza meravigliosa l’aver assistito all’addestramento segreto dei monaci! Come dici tu, sono quelle cose che danno senso all’esistenza e ci spalancano le porte di altre dimensioni, di altre peculiarità della vita. Lo scopo a cui stai dedicando la tua vita è davvero nobile e prezioso, e non posso far altro che condividerlo in pieno!
Grazie mille Valentina. Sì, è stata una di quelle esperienze che non dimentichi più nella vita. In qualche modo cambiano la vibrazione del cuore.
L’india è da sempre un paese che mi affascina molto.
Non so se mai riuscirò ad andare, ma è sicuramente nella lista dei posti da visitare.
ma che meraviglia questo racconto di viaggio, che esperienza spirituale incredibile!
Grazie mille, in effetti mi è rimasta dentro e non mi lascia più. Ogni giorno sono con loro.
L’India e il Tibet credo siano Paesi che si debbano “sentire”, per intraprendere un viaggio dentro se stessi che può cambiarci positivamente. Hai raccontato meravigliosamente le tue sensazioni.
Certo, sono richiami veri e propri. Sono felice che le mie sensazioni siano arrivate, grazie di cuore.
Io provo sempre una grande attrazione verso queste esperienze. Le poche volte che ho avuto la possibilità di parlare con i monaci buddisti ne sono sempre rimasta affascinata ma purtroppo poi non sono mai riuscita a praticare la meditazione. Spero prima o poi di trovare più tempo per farlo.
I monaci hanno una presenza particolare, me ne rendo conto. Riguardo alla meditazione: è solo una questione di volontà e lancette e di concedersi anche solo pochi minuti per ascoltarsi. Un abbraccio
Molto profondo il tuo racconto. Mi hai riportata a quando stavo pensando di partire per l’India e alla fine non mi sono sentita pronta ed ho scelto una meta diversa. Avevo anche programmato una tappa a McLeod Ganj, proprio perché avevo scoperto che è un angolo di Tibet fuori dal Tibet. Proprio in questi giorni stavo pensando che forse l’anno prossimo potrebbe essere il momento giusto per affrontare un Paese carico di spiritualità come l’India… Chissà…
Secondo me è l’ideale per la prima volta in India, perché è un paese fortissimo e McLeod è una località molto tranquilla. Come prime esperienze consiglio spesso Dharamsala e Rishikesh, se si vuole andare al nord.
L’India dev’essere un sogno da visitare, è un luogo che mi affascina molto, mi ispira veramente tanto
Ciao Francesca, ti auguro di andarci anche se…
Molti pensano che visitare l’India sia un sogno, ma in realtà è un paese molto difficile anche se straordinario ed affascinante.
Forse proprio per questo insegna tanto. Quelli che ci sono stati e la descrivono come un sogno, secondo me, hanno dormito e mangiato nelle strutture di lusso, vedendo un’India patinata.