I taccuini di viaggio di Pietro Cavoti

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I taccuini di viaggio di Pietro Cavoti sono custoditi all’interno del Museo Civico che porta il suo nome, a Galatina, la mia città, in provincia di Lecce. Da quando li ho visti, me ne sono letteralmente innamorata. Prima di presentarveli, però, desidero fare un passo indietro, per scoprire insieme qualcosa sul loro autore.

Chi era Pietro Cavoti?

Pietro Cavoti nacque a Galatina il 28 dicembre 1819. Artista, studioso d’arte e pittore, amante e preservatore della bellezza artistica, fu insegnante di calligrafia, francese e disegno, proprio nell’ex Liceo Convitto Colonna, dove oggi sono custodite le sue opere. A quel tempo, la struttura, ospitava il Collegio degli Scolopi.

Il Ministro della Pubblica Istruzione del tempo lo incaricò di fare il censimento e la classifica dei monumenti italiani, indicando i monumenti nazionali. Pietro Cavoti iniziò proprio da Galatina, la sua città, con la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e la piccola chiesa di Santo Stefano, nella vicina Soleto.

I taccuini di Pietro Cavoti

Si tratta di ventuno taccuini, risalenti alla seconda metà dell’Ottocento.

Pietro Cavoti annotava su di essi i suoi appunti e schizzi, con una minuzia e cura tale da renderli piccole e preziose opere d’arte. Sono rilegati ciascuno in modo differente, alcuni in cuoio, questo li rende scrigni ancora più preziosi, ricchi di sorprese e particolarità, al loro interno. Ci raccontano tanto, non solo del loro autore (basta, infatti, saper osservare con cura) ma forniscono anche contenuti storico – culturali, senza tralasciare i personaggi illustri dell’epoca.

Viene dato ampio spazio all’architettura salentina (sono, infatti, rappresentati elementi come portali, colonne, capitelli), ma anche a figure zoomorfe (rappresentanti oppure ispirate agli animali) oggetti di uso quotidiano, costumi popolari.

Non mancano volti umani, riprodotti con maestria. L’accostamento dei colori, la calligrafia, le informazioni all’interno dei libretti, sono parte integrante dell’anima dei taccuini di Pietro Cavoti. Mente creativa e sottile, capace di cogliere particolari  e minuzie, forse sconosciuti agli altri. Essi sono custoditi all’interno di teche. Impossibile quindi sfogliarli, se non con la mente e l’immaginazione, ma già vederne alcune parti può essere illuminante.

Pietro Cavoti ha vissuto tra Galatina, Napoli, Firenze, dove insegnò storia dell’arte e applicazione dell’estetica alle arti plastiche e decorative. Tornò nella sua città natale, dopo quindici anni a Firenze, nel 1876, per motivi di salute. Tra i suoi studi ricordiamo il mausoleo sepolcrale Centopietre di Patù (se non ci siete ancora andati, fatelo).

Conclusioni

Se passate da Galatina, oltre a visitare le meraviglie del centro storico, la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e assaggiare un pasticciotto, il dolce tipico, ricordatevi di fare un salto al museo, per ammirare i taccuini di viaggio di Pietro Cavoti. Da non tralasciare le opere dello scultore Gaetano Martinez, definito l’artista delle mascherine.

Ho avuto il piacere di visitare il museo all’interno del progetto correlato al #pasticciottotourgalatina organizzato da Barbara Perrone del blog Tangibili Emozioni e Francesco Fumarola di Volgo Lecce, Volgo Puglia, Yallers Puglia. Il photo educational tour ha coinvolto 28 tra i migliori instagrammer e blogger pugliesi, che si sono riversati nelle strade della città in una squadra affiatata e vulcanica, per poi condividerne le bellezze e gli angoli insoliti su instagram e non solo.

Vi racconterò presto sul blog altre tappe del tour, intanto potete guardare le storie in evidenza sul mio profilo instagram.

Alla prossima puntata con drinkfromlife!

Sara

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

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