A Pushkar mi sento dolcemente a casa
Sentirsi a proprio agio in un luogo nuovo
Sono arrivata a Pushkar, nel Rajasthan, dopo una lunga notte in bus da Rishikesh. Prima di partire ero elettrizzata per questo viaggio, sentivo che qualcosa di speciale stava per accadere. Ho visto le prime immagini del Rajasthan fuori dal finestrino e mi è subito sembrato di entrare in punta di piedi in una favola.
Pushkar è meravigliosa, ho subito amato i palazzi antichi che purtroppo stanno abbattendo per costruire negozi tutti uguali. Fin dai primi istanti ho camminato con la testa rivolta verso il cielo per ammirare queste meraviglie.
Spostandosi verso il lago si puó godere un panorama da National Geographic oltre che gustare scene di vita quotidiana. Sono molto felice di trovarmi in Rajasthan.
Gli abiti delle donne qui sono diversi dal resto dell’India, infatti non indossano il sari.
Mi ricordano l’abbigliamento hippie di mia madre e mia zia quando da giovani indossavano gonne colorate e borsette abbellite con gli specchietti. Capi che ho poi ereditato da adolescente 🙂
Credo che anche per questo motivo tra me e il Rajasthan ci sia sempre stato un filo invisibile, una connessione.
Già dai primi giorni a Pushkar mi sono subito sentita attratta dai gitani e dai loro volti del deserto, dalle loro vite. Vivono in capanne di fortuna e non si spostano più come un tempo, non sono nomadi. Ormai il cemento sta prevaricando sulla natura, come in altre parti del mondo con tutte le conseguenze.
Ma non solo palazzi e gitani…
Una delle sorprese del luogo è anche stata la Festa degli Aquiloni. Che stupore nello svegliarmi al mattino e vedere la giocosa competizione sui tetti delle case. Ho amato meno la musica a palla diffusa per tutta la città per l’occasione.
La competizione consiste nel tagliare il filo degli avversari con il proprio ma a volte di gioco c’è ben poco perché ci scappa il ferito. Bambini e animali sono a rischio quindi meglio andarci piano.
Per me Pushkar sta diventando un luogo sacro, a prescindere dalla sacralità che l’induismo gli attribuisce. Ho modo di vedere così tante sfaccettature di me stessa, di comprendere… Sono venuta qui solo per pochi giorni ma ne sono passati più di dieci e ne sono felice.
Viaggiare lenta, come sto facendo, mi permette di andare a fondo nel territorio, approfondire le conoscenze, scoprire che in quel vicolo dal quale sono passata tante volte c’è un Dono nascosto. Imparo dove andare a fare la spesa, dove è meglio mangiare, chi è la donna misteriosa che arriva puntualmente al chai shop e tanto altro.
Viaggiare lenta mi aiuta a risparmiare, inquinare meno, iniziare a vivere l’India di invece di venire solo a vederla.
…Questione di scelte, io mi sento felice così.
Hari Om 🙂
Come sai, concordo sul viaggiare (e vivere) con lentezza… e nel vivere la vita quotidiana dei paesi nei quali si sta viaggiando.
Ma davvero stanno abbattendo i palazzi antichi di Pushkar??
Che meraviglia, la festa degli aquiloni!!
un bacio da Chennai <3
Purtroppo li stanno abbattendo davvero… Che tristezza, l’ho visto con i miei occhi. Un abbraccio cara e buona India.