Il tradizionale tè marocchino | Tre giri di tè, grazie!
Tre giri di tè:
Il primo bicchiere è gentile come la vita, il secondo forte come l’amore, il terzo amaro come la morte.
È questo il significato del rituale del tè marocchino, che anima la giornata dei suoi estimatori.
Paese che vai usanza che trovi: tanto può essere racchiuso in un semplice bicchiere di tè caldo alla menta. Anche i segreti della vita. Il tè berbero, chiamato anche whisky berbero (in realtà sarebbe meglio non utilizzare il termine berbero perché nato come dispregiativo) è la bevanda tipica dei paesi del Maghreb, dove viene degustato ovunque. Soprattutto in Marocco.

In Marocco è usuale vedere persone camminare per strada portando con maestria vassoi sui quali spiccano teiere e bicchieri. Perché il tè è una bevanda molto utilizzata, anche più del caffè in Italia.
Origini del tè marocchino
La Regina Anna di Gran Bretagna, offrì come dono al sultano Mulay Ismāʿīl ibn ʿAlī al-Sharīf, 1672-1727, per aver liberato dei prigionieri inglesi, un prezioso quantitativo di tè. Tuttavia, solo verso la metà del XIX secolo prese piede il mitico rituale del whisky berbero.
Durante la guerra di Crimea furono chiusi i porti del Baltico. I militari inglesi si ritrovarono con un eccesso di tè cinese da smaltire, così iniziarono a venderlo nel porti di Essaouira e Tangeri.
Inizialmente utilizzato solo dalle classi agiate, divenne poi bevanda anche del popolo. E così il rituale dei tre giri di tè divenne abitudine fissa in Marocco. E guai a chi la tocca!
Ingredienti
Il tè alla menta marocchino si prepara con:
- tè verde e acqua
- un mazzetto di menta fresca
- zucchero raffinato a volontà
Infatti, se non è troppo zuccherato agli amici marocchini non piace. 🙂
I miei primi tre giri di tè
La mia prima volta alle prese con tre giri di tè è stata nel mio Salento, molti anni fa. Quando mi sono unita ad un gruppo che si occupava di accogliere i bambini e le bambine dal deserto del Sahara per un progetto estivo.
“Asilo di Suor Teresa occupato” aveva scritto qualcuno su un foglio appiccicato sulla porta.
Uno degli scherzi che caratterizzarono quei giorni. Il sindaco aveva dato il permesso per stare lì, fare comunità in quello che era un progetto di volontariato ben strutturato. Fu un’estate assurda, straordinaria, da pugni nello stomaco e carezze in faccia, al cuore. Porto ancora un tatuaggio di quei giorni, sulla spalla sinistra: un albero. I sorrisi e gli occhi del deserto, invece, tatuati nel cuore. Fu la mia iniziazione all’Africa.
Proprio allora scoprii, tra tutto, cosa sono i tre giri di tè e quanto è buona questa bevanda calda con la menta, anche d’estate. Ristoratrice per l’anima, ponte tra esseri umani. A volte anche tra culture diverse. Erano gli accompagnatori dei bambini ad offrircelo, ci passavamo anche gli stessi bicchierini, come se fossimo una tribù. Il tè più buono che avessi mai assaggiato prima.
In Marocco, a dirla tutta, ci sarei dovuta atterrare poco dopo. Per raggiungere i piccoli amici, insieme all’associazione di cui allora facevo parte. Poi l’India mi attrasse tra i suoi tentacoli e lì ho assaporato il chai, Il tè speziato con il latte. Alla fine, in Marocco, ci sono arrivata a marzo 2019 e lì di tè ne ho bevuti davvero tanti. La notte mi sorprendevo, nella camera del mio alberghetto, con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto. Era rischiarato dalla luce esterna che filtrava dalla finestra. Ci vollero alcuni giorni prima di rendermi conto che la mia strana insonnia era causata dal tè!
Il tè marocchino, per essere buono, deve essere versato rigorosamente dall’alto e fare la schiuma! E, assaporato in compagnia, è magico.
Conoscevi questa tradizione? Racconta la tua esperienza nei commenti!
Alla prossima puntata con DrinkFromLife!
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Sara Chandana








Nell’asilo nido di mia figlia piccola ogni anno si faceva la festa della coperta ed ognuno di noi doveva portare un piatto della propria tradizione popolare. Tra i tanti genitori c’era una famiglia marocchina che serviva un particolare the che ho amato fin da subito per il modo in cui veniva servito . Ho dei bellissimi ricordi di quei momenti e questo tuo articolo me li fa apprezzare ancora di più
sono stata in Marocco e ricordo bene il te berbero, ovunque te lo offrivano e per educazione non si rifiutava mai. Dopo u po’ diventava impegnativo
Grazie per questo nuovo tassello da aggiungere alle mie conoscenze. Non vedo l’ora di berlo con te questo té, in Marocco, a Lecce, ovunque!
Imparo sempre un sacco di cose quando ti leggo. I tre giri di te mi hanno riempito il cuore e la mente. E in questo momento della mia vita ho assolutamente bisogno di riempire il cuore di cose belle. Grazie
Io amo il te e appena ho visto questo articolo l’ho letto tutto di un fiato ! Grazie per avermi fatto scoprire questo particolare te marocchino.
Dai, allora questo post fa proprio al caso tuo. 🙂
Un pò come il caffè a Napoli. Non puoi rifiutarne una tazza, per non offendere il tuo ospite. Sono riti che ti portano nel cuore della tradizione locale, e che adoro in maniera particolare. Sono “familiarità”. Anche lo stile inglese non nego che mi piace da morire. Un pò formale, ma molto gradito.
Proprio così. Anche qui in Salento, dove vivo, guai a rifiutare un caffè! 🙂
E, se proprio non lo bevi, almeno un bicchiere d’acqua è d’obbligo. 🙂
Adoro il tè marocchino, ne ho bevuto tantissimo a tutte le ore. L’ho anche comprato per farlo a casa, ma non è la stessa cosa purtroppo.
Sto passando la quarantena in Andalusia e qui si utilizza molto il tè marocchino che viene chiamato tè moruno. Io lo adoro per una sensazione che mi dà quando lo bevo, ma che non riesco a descrivere bene. Mi sembra che un sorso di questa bevanda riesca a darmi freschezza e a scaldarmi il cuore nello stesso tempo. Un po’ strano, non trovi?
Leggo questo articolo e sto bevendo una tazza di tè alla menta 😀 che è semplice acqua calda con menta fresca, in una mug che sembra più uscita dalle stoviglie di un cottage inglese ma diciamo che mi sento comunque piuttosto coinvolta! 😀
Eppure l’immagine che mi rimandi è molto poetica. Ci vuole davvero poco per stare bene, a volte. <3
Il Marocco ci attira molto e sicuramente quando ci andremo cercheremo di gustare del buon tè. Sappiamo che è una delle bevande più importanti e ricche di storia del mondo, lo abbiamo capito subito da quando abbiamo provato il macha in Giappone. E’ incredibile come una bevanda così semplice e oggi alla portata di tutti, racchiuda in sé il sapore di intere culture…non vediamo l’ora di provare questo rituale.
Avete ragione, il tè è un connettore di umanità. Dopo l’India e il Marocco non mi dispiacerebbe assistere alla cerimonia del tè in Giappone.