Ritorno da un lungo viaggio: c’è sempre un prezzo da pagare

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Ritorno da un lungo viaggio: lo sai che c’è sempre un prezzo da pagare? In viaggio come nella vita. Mia zia, per esempio, dice che nulla è gratis ed è vero. Anche, spesso, quando qualcuno vi sta offrendo gratis qualcosa, pensateci. L’ho notato soprattutto nel mondo new age, che ho frequentato per anni.

Poi, a volte, ci sono persone che aiutano per il gusto di aiutare, il mondo è bello perchè vario. Fanno parte di una rete quasi impercettibile. Tra i meditatori ce ne sono diversi. ci aiutiamo pure se non ci conosciamo.

Credit Paula May, Unsplash

Mentre scrivo sono appena passata dal cielo indaco del Marocco ai tramonti vibranti del Salento. Alla luce della mia Terra. Questo ritorno, stavolta, è stato poco traumatico, o forse sono io ormai ad essermi abituata ai ritorni traumatici.

Stavolta, sopo 12 intensi giorni di Marocco (la maggior parte dei quali a Marrakech, per amore e per scelta) si è solo rotto il cellulare che utilizzo largamente per questo blog, e per restare in contatto con le persone care, ma lontane fisicamente. Lo ritenevo indispensabile, ma non è così.

Cos’è successo?

Dopo aver superato i controlli in aeroporto sono andata a prendere lo zaino viola, compagno di tante avventure, ed ho spento il telefono perchè avevo, stranamente, solo il 30% di batteria. Mi serviva per il biglietto del bus, per scendere da Napoli a Lecce. Di solito lo stampo, proprio stavolta no. Per fortuna avevo Ipad. Proprio in aereo mi chiedevo perchè lo avessi portato, poi ho capito che il mio istinto aveva ragione.

Quindi mi sono diretta al locale che preferisco all’aeroporto di Napoli, per prendere una focaccia ed un caffè. Nel frattempo ho incontrato un vecchio amico con la sua compagna. Non ci vedevamo da anni: erano sul mio stesso volo da Marrakech a Napoli!

Noi ci eravamo conosciuti anni prima nella stessa associazione che ospitava d’estate in Salento bambini del Sahara. A quel tempo viaggiavo così ed era il mio modo per conoscere culture diverse dalla mia.

Il tempo di stupirci insieme, scambiare quattro chacchiere al volo, salutarci. Ci rivedremo in giro, senza appuntamenti. Tanto la vita è precisissima.

Provo ad accendere il telefono. Morto. Non si accende più. Comunque so cosa fare, dove andare, prendo la navetta e vado a Metropark a prendere il bus verso Lecce.

Toh, chi trovo? La famiglia marocchina di Agadir che era con me in aereo, stessa fila! Mi salutano loro per primi, stanno scendendo a Lecce. Abitiamo solo a 5 minuti di macchina! Li considero i miei angeli del viaggio, specialmente il figlio, R. che era stato accanto a me in aereo. Intelligenza acuta, molto rispettoso e gentile.

Mi rendo conto che potrebbe essere mio figlio. Mi sto facendo vecchia.

E niente, capisco subito che mi è andata bene, in questo caso è stato il mio telefono il prezzo da pagare per questo viaggio e poi, ho scoperto successivamente, qualche equilibrio sottile cambiato a casa.

Credit Vincent Riszdorfer, Unsplash

In verità sono sempre attenta a non prendere e basta durante i viaggi, ma stavolta in Marocco il mio cuore si è proprio sciolto per la bontà e la delicatezza delle persone.

(Se state obiettando credo siate stati solo a Marrakech di passaggio, o in una grande città. Il popolo marocchino è sobrio e riservato, si rivela piano e poi ti dona il cuore).

Stavolta, dicevo, in Marocco si è aperta proprio la chiave del dare. Ho trovato il mio modo per scambiare, anche con i bambini di strada. Anzi, non l’ho trovato, mi sono messa da parte e lasciata agire da forze più grandi di me. Ritrovandomi a fare sempre le cose giuste, anche nelle circostanze più ardue.

Riflessioni

Anni fa, una donna mi disse che dopo ogni viaggio lungo la vita ti presenta il conto da pagare. Perché se prendiamo poi dobbiamo dare. Sono leggi universali. Lei aveva viaggiato molto ed a lungo da giovane. Quei viaggi di un tempo, veramente in solitaria, senza telefoni, nulla.

Era stata in Messico tra gli Huicholes, aveva vissuto avventure forti e delicate. La incontrai proprio nel periodo in cui ero molto connessa con gli Huicholes, popoli nativi del Messico che vivono sulle montagne della Sierra Madre Occidentale, ed ero nel pieno delle mie creazioni di Ojos de Dios, manufatti magici che purtroppo ora fanno in molti senza sapere perchè e cosa si celi realmente dietro (pure loro richiedono un prezzo da pagare e non sto parlando di quello in denaro).

Mi raccontò che, al ritorno dal viaggio, le successe qualcosa di brutto e che lei poi tradusse come pagare il conto.

Lo ammetto, sul momento misi sotto il tappeto quelle parole, ma sapevo che, per quello che risuonava in me, stava dicendo il vero. Ogni volta che tornavo a casa da lunghi mesi in India poi dovevo affrontare una serie di conti da pagare, chiamiamoli così.

In alcune meditazioni attive c’è lo Stop, in momento in cui, nel bel mezzo dell’azione, ci si ferma improvvisamente per ascoltare quello che accade nel corpo ma anche le sensazioni, i pensieri. Ho imparato a portare questo trucchetto anche nella mia vita quotidiana. Lo stop è fondamentale per ascoltare, metabolizzare.

Questo è uno dei motivi per cui i miei periodi di viaggio si sono non dimezzati, di più. Sono passata dal trascorrere mesi in India a viaggiare 20 giorni in Marocco. Dopo quel primo ritorno dall’Africa ho passato 15 giorni a letto, a casa.

E nel frattempo, nel 2019, ho dovuto pagare un conto energetico molto alto, che io ho tradotto per tutti i miei ultimi anni di viaggi. Che dire, per me e questa donna ha funzionato così. Abbiamo notato questo, così come lo hanno notato altre persone con una sensibilità affine. Per gli altri non so.

Ricevere dare

Per questo è bene in viaggio anche dare, come nella vita. Ci deve sempre essere equilibrio. Ma quel dare è meglio rimanga nel giardino segreto, non va ostentato. Hey guarda come sono brava, sto facendo questa buona azione! No. Tanto la Vita lo sa, Allah, Dio, la Sorgente, il Divino Femminile, come preferiamo chiamare questa Forza che ha creato e vibra nei colori del mondo che vediamo, in noi.

Conclusioni

A volte mi chiedo, chissà quelli che viaggiano per anni, ininterrottamente, se e come vivono questo. Non posso sapere tutto, sono curiosa.

Concludo questo post con un augurio gentile:

Che ciascuno possa coltivare con dedizione il suo giardino segreto di bellezza.

Alla prossima puntata con drinkfromlife!

xxx

Sara Chandana


Che ciascuno possa coltivare con dedizione il suo giardino segreto di bellezza

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

2 Risposte

  1. Mara ha detto:

    sono stata in marocco molti anni fa in viaggio di nozze. Mi piacerebbe tornarci ma tutti mi consigliano di mantenere il ricordo che ho in quanto nel tempo è cambiato. Ma tu mi hai fatto cambiare idee. fose ci tornerò

    • Sara Chandana ha detto:

      Ciao Mara, che fortuna averlo visitato prima. Sicuramente lo troverai cambiato nelle mete turistiche. C’è una vera invasione di instagrammers, ma anche turisti invogliati dalle compagnie low cost. Ma il viaggio è quello che noi ne facciamo, basta spostarsi – a volte di pochi metri – per trovare ancora un Marocco genuino.

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