Come contrattare in modo elegante e senza perdere il sorriso
Come contrattare in modo elegante e senza perdere il sorriso: anche questo post nasce in seguito ad una vostra richiesta precisa. Eccomi qui a condividere quello che ho imparato durante anni di viaggi in India e questo ultimo anno in Marocco. Senza contare il Salento, in cui vivo.
Ricordo bene quando andavo al mercato con mia mamma e lei contrattava il prezzo con i commercianti oppure le contrattazioni serali a Lecce con i venditori del Senegal che non ti dicono mai il prezzo preciso, per scelta.
La contrattazione, come la vendita, è un’arte vera e propria e dovrebbe essere svolta in modo nobile, in modo da lasciare soddisfatti, alla fine, entrambe le parti.
Come contrattare nel modo giusto
Prima di tutto informiamoci in generale sulle tradizioni del paese ospitante, cercando anche di capire se al mercato e nei negozi si contratta o meno.
In India puoi contrattare anche per le camere, ovviamente non mi riferisco a strutture di lusso. Durante i miei viaggi indiani non prenotavo mai via internet, andavo a vederle sul posto e poi mi accordavo per il prezzo.
Una buona contrattazione è una sorta di teatro, rendiamoci conto di questo e non arrabbiamoci, impariamo l’elasticità e la pazienza. Teniamo presente che i venditori partono, quasi sempre, dal triplo del prezzo ed abbassare tutto in un botto non va bene.
Guarda bene l’oggetto in questione senza far vedere che magari lo vuoi a tutti i costi, altrimenti è come ammettere che vuoi pagare tanto. Lui, il venditore, dice un prezzo e tu abbassi un pochino. Ci spendi tempo, parli, magari bevete un chai insieme se siete in India. E poi, continuando a parlare vi accordate per la cifra giusta.
Se, ad un certo punto, il venditore è troppo serio, oppure irritato o ancora arrabbiato vuol dire che si è andati troppo oltre ed è meglio compiere un passo indietro. Perchè non vogliamo pagare tanto, ma nemmeno umiliare nessun lavoratore.
Non dobbiamo costringere chi vende a dire il prezzo che vogliamo ma trovare un accordo che lasci soddisfatti tutti. Una contrattazione è anche uno scambio umano, la fretta va lasciata fuori.
Magari per quei venditori, o venditrici, quello è l’unico modo per confrontarsi con persone di una cultura diversa, che immagine vogliamo lasciare? Polli, approfittatori, altro?
Un aneddotto
Quando andai in India la prima volta, arrivai a Goa e comprai un paio di asciugamani per la spiaggia da un baracchino. Il ragazzo, giovane padre, mi aveva sparato un prezzo molto alto e ne calcolai la metà.
Nella mia testa avevo anche calcolato che il prezzo in euro era buono, tuttavia mi resi conto che la moglie lo stava rimproverando, dentro di me una strana sensazione mentre andavo via.
Quando raccontai del mio acquisto agli amici che in India ci andavano da 40 anni mi presero bonariamente in giro. Avevo pagato l’equivalente di 7 euro per un asciugamano – anzi due – veramente troppo!
Non devi ragionare in euro, ma in moneta locale. Oggi non ti sembra di aver speso tanto, ma qui ci devi stare un mese e se continui così rimarrai presto senza soldi. Il tipo sarà andato a fare la puja a qualche divinità indiana, per loro sono davvero tanti soldi in un giorno.
Furono le parole del mio amico Chid, leccese d’origine, indiano d’adozione e cittadino universale per consapevolezza. Ovviamente ci rimasi male, ma imparai presto come contrattare e diventai anche brava.
Suggerimenti su come contrattare
Conviene sempre informarsi dalla gente del posto riguardo i prezzi di quello che staremo per comprare (e questo vale per le corse del taxi ed altro). Tenendo presente che difficilmente otterremo la loro stessa cifra. Essa ci servirà per capire il valore locale di quell’oggetto e per spingere elegantemente la contrattazione verso quel prezzo. Poi possiamo cimentarci nella contrattazione.
Quando proprio non sono sicura del prezzo, faccio finta di andarmene.
Se vengo subito richiamata dal venditore avevo ragione e lui così lo sta ammettendo. Altrimenti ha ragione lui e, se voglio quella cosa, torno con un sorriso e procedo all’acquisto. Questo è un teatrino che recito raramente, ma funziona.
A volte sbaglio, dopo tanti anni, causa stanchezza, ma poi imparo per la volta successiva. Viaggiando a lungo, e sudando ogni centesimo che spendo, non posso proprio permettermi di elargire soldi in più, nemmeno in elemosina.
E non ho l’intenzione di farlo comunque, non voglio incoraggiare cattive abitudini per poi lamentarmene una volta a casa e dire quanto si sta bene in Italia. Non farei bene a me stessa e agli altri. Ciascuno ha la sua dignità.
Rispettare le tradizioni
Rispettare le tradizioni è importante e la contrattazione ne fa parte, in alcuni luoghi del mondo.
Spesso i visitatori si lamentano di essere visti come portafogli con le gambe, banconote viventi, ma sono i turisti stessi ad aver abituato a questo. Dando l’elemosina senza criterio, facendosi fregare durante le contrattazioni, ostentando superiorità o ricchezza.
Chi viaggia consapevolmente conosce tutto questo e cerca di limitare le proprie impronte.
Il complesso di superiorità occidentale, che spesso sfocia nel buonismo e nell’assistenzialismo, innesca una serie di meccanismi dai quali poi è difficile uscire. Lamentarsi non aiuta.
Conclusioni
Se la contrattazione fa parte delle tradizioni di un paese ospitante va effettuata con rispetto e dignità reciproca. Ricordiamoci che non tutti contrattano, per esempio i tibetani che ho incontrato in India non lo facevano.
In quei casi sarebbe un’offesa contrattare ed insistere. Anche in alcuni negozi indiani non contrattano e te lo dicono subito, così in alcuni posti in Marocco, giusto per citare due paesi che per me sono casa. Quando qualcuno decide di non contrattare ti sta già facendo il prezzo minimo.
Se non ho voglia di contrattare allora non lo faccio e non acquisto. Non per forza devo riempire casa di oggetti, anzi man mano che passano gli anni compro sempre meno in generale e con criterio.
Spero di essere stata utile, ti ricordo che per sostenere il mio lavoro di divulgazione puoi offrirmi un caffè oppure lasciare un commento per integrare il post. Inoltre puoi chiedere qualcosa di cui non ho ancora scritto. 🙂
Alla prossima puntata con drinkfromlife!
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Sara Chandana
Ho trovato le informazioni utilissime, soprattutto sottolineare che é sempre bene informarsi della cultura e del popolo di un paese prima di iniziare contrattare con qualcuno. Io ricordo quanto fosse brava mia nonna al mercato o alle fiere di paese. Usava la strategia del ribasso e come ultima spiaggia faceva finta di andarsene per arrivare ad un accordo che poteva andare bene a lei e al venditore.
Felice di aver contribuito a dare uno spaccato su altre culture.
Sono una frana nelle contrattazioni, spesso preferisco non comprare, ho sempre paura di o offendere loro o essere un po’ allocca io
Pure io spesso non compro, devo averne realmente voglia. Ti capisco. <3
Se c’è una cosa che proprio non so fare è contrattare, soprattutto con chi ha meno di me. Ma dal tuo post comprendo che si tratta di invece di una forma di rispetto, una linea sottile che bisogna saper percorrere. .
Capisco, poi ti regoli comunque se hai proprio voglia di fare un regalo a qualcuno che ti colpisce. 🙂
Ciao in genere non riesco a contrattare a lungo, specie all’estero quando non capisco la lingua. In genere mi affido al buon senso e dico la mia cifra se poi non mi accordo passo oltre, ma comunque ottimi consigli
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. 🙂
Io sono un disastro: alla fine mi rendo conto che qualche euro in più per me possono fare la differenza per alcuni popoli più sfortunati di noi e allora cedo quasi sempre al loro ultimo prezzo
Se valuti che sia giusto e puoi permettertelo… Come ho già spiegato nel post poi è bene valutare situazione per situazione.
Sara leggo sempre i tuoi articoli con piacere! Io sono davvero una pessima persona quando si tratta di contrattare. non è nella mia natura e sapendo che spesso ho a che fare con venditori dei paesi in via di sviluppo cerco sempre di allungargli una mancia piuttosto che tirare sul prezzo! Grazie dei consigli!