La bussola Tuareg: come orientarsi nel deserto

La bussola Tuareg è Il segreto dell’orientamento nel deserto. Non è solo un oggetto decorativo, ma anche uno strumento di guida che ha permesso ai nomadi di attraversare il deserto per generazioni. Conosciuta anche come croce Tuareg, a volte viene poeticamente associata alla rosa dei venti. Come quest’ultima, aiuta infatti a trovare la giusta direzione in un ambiente dove i punti di riferimento sono pochi e mutevoli. Alcuni la chiamano rosa del deserto, da non confondere con un bellissimo minerale, che richiama la forma della rosa, con lo stesso nome.
Come si usa la bussola Tuareg
Il funzionamento della bussola Tuareg è semplice quanto ingegnoso.
Di giorno: basta infilare il pollice nell’apertura centrale, portare l’oggetto all’altezza degli occhi e allinearlo con la Croce del Sud. Questo permette di identificare il nord e orientarsi tra le dune.
Di notte: la bussola diventa una guida grazie alla stella polare. Tracciando una linea immaginaria tra le due stelle più esterne dell’Orsa Maggiore (il Grande Carro) proseguendo verso l’alto, si individua la stella polare, che segna il nord con precisione. Aiutando i viaggiatori a mantenere la rotta, anche nelle notti più oscure.

La bussola tuareg.
Credit Adil Ahmani, Pexels
I Tuareg: i custodi del deserto
I Tuareg, -dall’arabo Twāreg- discendenti del popolo Amazigh, (più comunemente, e volgarmente, chiamati berberi) sono conosciuti come il popolo blu per via del loro tradizionale turbante blu indaco, il tagelmust, che lascia tracce di colore sulla pelle. Nomadi e liberi, attraversano il Sahara da generazioni, conservando antiche tradizioni e simboli.
Si sono stanziati nelle aree del Sahara, in Mali, Mauritania, Marocco, Niger, Algeria, e Libia, Ciad, Burkina Faso, attraversando queste zone con le loro carovane di cammelli. Sebbene abbiano adottato l’Islam, in una forma più leggera e tollerante, conservano ancora simboli e rituali precedenti. Sono noti per il loro spirito indipendente e libero, la mentalità aperta.
Tra i loro simboli, l’argento ricopre un ruolo importante. È considerato un metallo sacro, usato per creare gioielli indossati sia dagli uomini che dalle donne. Le ultime, in particolare, godono di grande libertà: possono avere relazioni prima del matrimonio e, in caso di divorzio, è il marito a dover lasciare la casa, o tenda, tornando alle donne della propria famiglia d’origine come mamma, sorelle.

Tuareg nel deserto.
Credit Djamel Ramdani, Pexels
Il mio incontro con la bussola Tuareg
La mia prima scoperta della bussola Tuareg avvenne a Essaouira, durante un lungo viaggio di un mese in Marocco con un’amica. Ricordo ancora quella piccola bottega nascosta tra le strade ventose della medina di Mogador -antico nome con cui la città viene chiamata- . L’aria profumava di Oceano, e io e la mia amica ci ritrovammo sedute su tappeti colorati, circondate da uomini con il turbante che ci offrirono il tradizionale tè alla menta. Eravamo un po’ stranite, mi sentivo diffidente.
Tra chiacchiere in inglese, francese e qualche parola in spagnolo, un uomo aprì un cofanetto di legno e mostrò oggetti carichi di storia: vecchie monete che sembravano antiche, amuleti d’argento, piccoli oggetti cerimoniali. Fu allora che la vidi per la prima volta. Sembrava un artefatto di un’epoca lontana, qualcosa che custodiva segreti di carovane e notti stellate.
In quel momento, sentii un’energia particolare, quasi magica. Acquistammo la bussola per un amico, come segno di riconoscenza per l’ospitalità ricevuta. Capii subito che non era solo un souvenir, ma un simbolo di saggezza e connessione con il deserto. Amo molto il Marocco, la sua energia vibrante e l’ospitalità della sua gente. Ma quel giorno, in quella bottega, l’atmosfera era diversa, quasi sospesa. Forse era solo suggestione, ma sentivo un’energia particolare nell’aria.
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Dove trovare la bussola Tuareg
La bussola Tuareg è facilmente reperibile nei suq marocchini. Una delle più belle che ho trovato era al mercato di Rissani, alle porte del Sahara, durante il mio ultimo viaggio a Merzouga. Ora la indosso spesso, con orgoglio, come un monile che racconta una storia di libertà e armonia con la natura.
Un oggetto che racconta un popolo
Oggi è spesso venduta come gioiello o souvenir, ma il suo valore autentico va oltre l’estetica: è un richiamo alla libertà, alla saggezza del deserto e alla sua voce intrisa di saggezza.
Questo perché, per i Tuareg, la bussola non è solo un mezzo per orientarsi, ma un simbolo della loro connessione con il deserto. Rappresenta l’antica conoscenza di chi, per generazioni, ha imparato a leggere il vento, le dune e le stelle senza bisogno di mappe o tecnologia, vivendo in simbiosi con il Sahara.
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Alla prossima puntata con DrinkFromLife!
Sara