Il Baba di Arambol, la giungla e il banyan | località nascoste

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Il Baba di Arambol.

2015, Goa.
Abitavamo lì in una capanna e vivevamo a piedi scalzi. Viaggio lenta e mi trovavo in questo stato privilegiato dell’India da un mese e mezzo o forse più. In spiaggia si vociferava di un Baba, un uomo santo che aveva lasciato tutto per vivere nella giungla goana. Ero curiosa e proposi al mio compagno di viaggio e scorribande di andare. Quel giorno faceva caldo, quello tipico dei tropici, ancora lontani da monsoni. Quel caldo che mi piace tanto.

Percorremmo la lunga lingua di sabbia dorata, costeggiando stabilimenti, barche di pescatori abituate a salpare l’oceano, corpi statuari stesi al sole (se andate ad Arambol vedrete che ci sono uomini e donne bellissime da tutto il mondo, vestiti stile hippie. Molti di loro sono modelli di abbigliamento boho). E poi negozietti fitti fitti, rocce che luccicavano al sole, come le onde che ci salutavano. Superammo il laghetto di acqua dolce e ci infilammo nella giungla, scavalcando un rave party che andava avanti da ore. Inerpicandoci sulle rocce, seguendo i segnali, sotto chilometri di palme generose d’ombra, immersi nel verde stupore.

Arrivammo al luogo santo del Baba di Arambol, dove altri viaggiatori provenienti da diversi luoghi del mondo, ma soprattutto russi, ci avevano preceduti. Qualcuno sembrava essersi trasferito lì, come una giovane ragazza che sembrava molto su di giri. Ricordo che mi fece una certa impressione. Erano tutti in cerchio, il Baba di Arambol adagiato sotto un maestoso banyan, albero capace di formare un’intera foresta. Sacro a Shiva, adornato di mandala tessuti a mano, bandierine tibetane e doni. Una coppia, lei matura e lui un po’ più giovane, intonò una melodia con l’ukulele diluendo quell’energia densa. La sensibilità sottile dei musicisti.

Mi sentivo in attesa. Attesa di una qualche perla di saggezza. Invece lui ripeteva, ridendo, sempre le stesse parole sgangherate a un bambino curioso.

E poi fecero passare un cilum, una sorta di pipa che bruciava erbette magiche. E poi un altro. Boom boom Bolenath! Il cilum, in India, è considerato sacro perché connesso a Shiva, la divinità principale del pantheon indiano. Shiva che tutto distrugge e rigenera, con il corpo blu come il dio Krishna.

Non accadeva altro e, nel frattempo, passava tutto. Mi sentii un po’ stupida a cercare le risposte fuori. Dopotutto chi può leggere il mio Libro Sacro, la mia anima, meglio di me? No, quel santo uomo decisamente non mi offriva gli strumenti che facevano al caso mio e, sarò stata presuntuosa, di saggio ci vedevo ben poco. Ero abituata a ben altri maestri (poi, con il passare del tempo abbandonai anche loro). Rimane un ricordo fuori dal comune. Ho vissuto e visto qualcosa di inusuale. Se fossi rimasta nella mia cittadina sicuramente nemmeno mi sarei sognata un’esperienza simile. Eppure anche questa è l’India! L’India vera, quella non patinata, l’India di chi ama ricercare percorsi alternativi al turismo di massa. Di chi ama esplorare e stupirsi. L’India sempre pronta a darti una lezione, anche nella giungla.

Namaste

Sara Chandana

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

9 Risposte

  1. Ciao Sara,

    saggio o no penso che comunque questa sia stata un’esperienza davvero eccezionale! Io credo che mi sarei commossa: Hai vissuto per davvero un pezzo di cultura indiana. Io lo trovo pazzesco!

  2. Vivere un’esperienza di questo genere è una cosa che ti porti dentro tutta la vita, sa di vero e di magico allo stesso tempo, ma non solo è conoscere sulla pelle la cultura indiana quella vera

  3. Non andando saresti rimasta nel dubbio di aver perso qualcosa di veramente importante. Invece hai potuto vedere con i tuoi occhi una parte di India che, seppur bluffando, è intrisa di tradizioni. Che siano reali o meno, resta il ricordo dell’impresa… e foto d’epoca!

  4. Helene ha detto:

    Indubbiamente sono esperienze uniche che da classico turista non si possono fare. Ti rimarrà sempre un piacevole ricordo di un pezzo d’India solo tuo.

  5. Leggere i tuoi racconti di viaggio è molto bello, perchè riesci a trsportarci in posti inediti e magici! Grazie.

  6. Ciao non avevo mai sentito parlare di un baba, hai vissuto un esperienza stupenda e grazie per averla condivisa

  7. Andrea ha detto:

    Che bel ricordo!. ♥️

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