Banganga: la Bombay segreta
Banganga era come un miraggio.
Avevo conosciuto questa dimensione, nella Bombay nascosta, guardando un film indiano anni prima. Me ne ero innamorata, al punto tale che desiderai andarci, ma sembrava un sogno lontano nell’immaginario e sulla mappa del mondo. Invece, come tante cose nella mia vita, ho realizzato questo intento.
La mia ultima India è stata due anni e mezzo fa, ultima tappa Bombay e, complice il benestare del mio compagno di viaggio, ho visitato Banganga.
Prendemmo un taxi con Uber, ci lasciò in un quartiere che si chiama Malabar Hill. Facemmo un tratto a piedi, tra stradine sonnecchanti, costeggiando case colorate, una parete con dipinte grandi ali, e proprio in quel punto sedeva un vecchietto dall’aria gentile. Sorrisi pensando che gli angeli, a volte, hanno buffi modi di manifestarsi.
Resistendo all’impulso di farlo spostare per scattare una foto, avrei sicuramente rotto la magia del momento, andai avanti. Costeggiammo un tempio, piccoli negozi. Bombay sonnecchiava, non predominava il caos dell’India. Uno strano modo di salutarci.
Banganga
Dopo una comminata silenziosa ecco Banganga: poesia pura racchiusa intorno un antico serbatoio d’acqua. Un riparo dalla città, dove il turismo di massa non è benvenuto, perchè qui ci arriva chi vuole stare in pace, a riflettere, meditare, ascoltare. Ci sedemmo in contemplazione sui ghat, le scalinate che scendono nell’acqua. Una famiglia indiana a pochi passi, trasmettevano serenità.
(Potrebbe anche interessarti Bye bye Bombay)
La leggenda legata al luogo
Il dio Rama cercava tenacemente Sita, la sua sposa, rapita dal demone Ravana. Durante il suo viaggio, che lo condusse fino allo Sri Lanka, chiese al fratello Lakshmana dell’acqua. Lakshmana scagliò la freccia che andò a conficcarsi nel terreno, facendo sgorgare l’acqua nel fiume sacro Gange.
La freccia è ancora lì, al centro di Banganga – Ban vuol dire freccia e Ganga è il Gange – ergendosi fiera dall’acqua. In realtà adesso è rappresentata da un palo, ma poco importa perchè si tratta di un luogo sacro. Siamo, infatti, secondo i devoti, nell’ombelico del mondo, un luogo fortissimo dal punto di vista energetico.
Qui scorrerebbe l’acqua del Gange la cui foce è lontana svariati chilometri.
Si tratta di un luogo a quale approcciarsi in punta di piedi, con rispetto, durante un viaggio cpnsapevole. Non dimenticherò i momenti di silenzio vissuti qui, gli ultimi in una città dai mille tentacoli, dove sacro e profano s’intersecano nella danza della vita.
In attesa che riaprano le frontiere, in sicurezza e consapevolezza, ci teniamo compagnia con racconti di viaggio.
Alla prossima puntata con drinkfromlife!