Un salto in India con il River to River Florence Indian Film Festival

  • Irrfan Khan, Selvaggia Velo_©SabrinaIngrassia
    rrfan Khan, Selvaggia Velo_©SabrinaIngrassia
  • Bachchan e Selvaggia Velo ©Sabrina_Ingrassia
    Bachchan e Selvaggia Velo ©Sabrina_Ingrassia
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    River to River Festival
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    Uno scorcio dalle edizioni passate
  • Irrfan Khan e Selvaggia Velo©Sabrina_Ingrassia (1)
    Irrfan Khan e Selvaggia Velo©Sabrina_Ingrassia
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    The geshema is born. Olimpia De Meo comunicazione
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    Indian himalaya. Olimpia De Meo comunicazione
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rrfan Khan, Selvaggia Velo_©SabrinaIngrassia

Il River to River Florence Indian Film Festival è per noi, amanti dell’India e anime intrepide che amano viaggiare lontano per conoscere, una buona occasione per tuffarsi nel subcontinente indiano, attraverso il cinema.

Origini

Il River to River Florence Indian Film Festival, fondato da Selvaggia Velo (che possiamo considerare un ponte vivente tra India e Italia) è nato come il primo festival dedicato al cinema indiano di qualità, fuori dall’India.

Perché il nome River to River?

Il festival collega, simbolicamente le rive di due fiumi: Il Gange in India e l’Arno in Italia.

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Bachchan e Selvaggia Velo ©Sabrina_Ingrassia

Il River to River è stato fondato nel 2001, un anno importante per il cinema indiano in Europa, anche per via di due riconoscimenti degni di nota. Mira Nair viene, infatti, premiata a Venezia con il Leone d’Oro (per Matrimonio Indiano) e Lagaan di Ashutosh Gowariker conquista a Locarno il premio del pubblico.

La manifestazione vanta il merito di aver fatto conoscere il cinema indiano in Italia, quando non era molto popolare e di continuare a divulgarne l’importanza e la bellezza in questi tempi così delicati e incerti.

Nonostante l’evento centrale si svolga a Firenze, l’organizzazione ha proposto, nel corso del tempo, anche proiezioni cinematografiche, in svariati periodi dell’anno, in grandi città italiane come Milano e Roma, giusto per citarne alcune.

Personalità importanti del cinema indiano e legate all’India

Tra gli ospiti importanti ricordiamo: Amitabh Bachchan, Deepa Mehta, Folco Terzani, Kabir Bedi, Irrfan Khan (che, purtroppo, ci ha lasciati quest’anno e sarà omaggiato con una selezione di film in cui è il protagonista).

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Without strings. Di Olimpia De Meo

Edizione 2020 e programma

Il 2020 traccia ben 20 anni di River to River. Si tratta di un’edizione diversa dalle altre perché si terrà, dal 3 all’8 dicembre, nella sala virtuale Più Compagnia del cinema Compagnia di Firenze. Si tratta, inoltre, di un evento in collaborazione con Mymovies.it

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Uno scorcio dalle edizioni passate. Di Olimpia De Meo.

Tra gli ospiti del palcoscenico virtuale, dell’edizione 2020 vedremo: Amithabh Bachchan, Kabir Bedi, Deepa Metha, Rajat Kapoor, Anurag Kashyap, senza contare altre sorprese.

Inaugurerà, il 3 dicembre alle 20.30, il pluripremiato Rajat Kapoor, regista e attore, con Kadakh, una black comedy ambientata durante la suggestiva festa delle luci, Diwali.

E durante il chai time (uno spazio importante) del giorno successivo, alle ore 19.00, sarà possibile dialogare con lui all’interno della sala virtuale.

Martedì 8 dicembre alle ore 20.30 sarà la volta di The Two Lovers, ambientato a Calcutta, di Ranjan Gosh.

Una storia d’amore a colpi di spezie che dimostra come il cibo possa aiutare a unire i paesi, le religioni e le anime.

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Irrfan Khan e Selvaggia Velo©Sabrina_Ingrassia per gentile concessione

Ospite d’onore

L’ospite d’onore di questa nuova edizione è Tara Gandhi Bhattacharjee, nipote del Mahatma Gandhi, scrittrice e attivista. Sarà in collegamento martedì 8 dicembre alle ore 12.00 per dialogare con il pubblico sul tema: “Il khadi come tessuto simbolo dell’eleganza e dell’indipendenza indiana”.

(Il khadi è una stoffa indiana, tessuta a mano. Grazie a Gandhi è diventata il simbolo della non violenza, ma anche dell’emancipazione indiana dall’Inghilterra).

Precede il collegamento la proiezione, alle 10.30, del documentario di Gaia Ceriana Franchetti, La Ruota del Khadi, l’ordito e la trama dell’India.

Degno di nota è il corto animato Photograph di Ashutosh Pathak, sull’India ai tempi del covid.

Focus sull’Himalaya

Domenica 6 dicembre il focus sarà spostato sull’Himalaya come percorso iniziatico attraverso le sue vette. Tra le proiezioni: Indian Himalaya di Matteo Aghemo, Buddha of the Chadar di Sean Whitaker.

Inoltre ci sarà un incontro di approfondimento con Marco Restelli, giornalista e indologo, e Pierpaolo di Nardo, scrittore e viaggiatore.

 

Focus: donne attiviste

Il festival pone molta attenzione nel riconoscere e dare valore alle donne.

Non mancheranno, anche in questa edizione 2020, i volti e le voci di figure femminili come quella della protagonista di Bamboo Ballads, di Sajeed Naduthody, adolescente in viaggio per i villaggi indiani con la sua band e giovane ambasciatrice di messaggi di pace e uguaglianza, oltre le differenze, le religioni, le caste.

Inoltre, con la monaca buddista tibetana Ven, si affronterà anche il tema dell‘uguaglianza di genere e ruoli nel buddismo, sabato 5 dicembre alle ore 12.00, preceduto dalla prima italiana, alle ore 11.00, del documentario The Geshema is Born di Malati Rao.

Protagonista è Namdol Phuntsok, la prima donna ad aver raggiunto il Geshema, considerato il più alto grado di filosofia tibetana. Un bel traguardo!

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The geshema is born. Di Olimpia De Meo

In viaggio verso l’India

Non mancheranno i racconti di viaggio verso l’India come Berlin to Bombay di Marco Hülser e Daniel Popat (il racconto di un viaggio decisivo per tentare di sfondare a Bollywood) e The Ashram Children – I am No Body, I Have No Body di Jonathan Ofek (la storia di un bambino israeliano cresciuto in un ashram e la sua decisione, una volta adulto, di cambiare vita).

L’India in cucina

Per chi avrà la possibilità, e la voglia, è prevista anche una lezione di cucina indiana, da prenotare al numero 055.2705205, presso il Cescot a Firenze.

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Indian himalaya. Di Olimpia De Meo

Abbonamento

Il costo dell’abbonamento online, per seguire il festival, è di soli euro 9.90.

Sostieni il festival

Chi lo desidera, inoltre, può diventare sostenitore del festival con due modalità che permetteranno di usufruire di ulteriori benefici (come biglietti per i cinema, quando riapriranno e altre sorprese): Piccolo Chai (20 euro) e Grande Chai (50 euro).

(Per chi non lo sapesse il chai è il buonissimo tè indiano speziato con latte).

Per maggiori informazioni e il programma completo invito a visitare il sito rivertoriver.it

Ringrazio la fondatrice e direttrice artistica Selvaggia Velo e l’ufficio stampa per la cortesia nel condividere le fotografie e gli approfondimenti sul festival.

Ricordo che si tratta di un evento riconosciuto dall’Ambasciata indiana, la Città di Firenze e la Regione Toscana e che è possibile seguirlo sui social con l’hashtag #R2RFIFF

Buona visione e ci vediamo tra il pubblico!

Sara Chandana

Ps: nelle storie di Instagram, sulla pagina drinkfromlife, condividerò le mie impressioni sul festival, nei prossimi giorni. Non può assolutamente lasciarselo scappare chi sente forte il richiamo per l’India ma anche chi desidera avvicinarsi a questo paese incredibile.

 

 

 

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

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