Navaratri e il femminile sacro | India
Navaratri, da nava nove e ratri notti, è una celebrazione sacra molto importante in India. Si tiene proprio in questi giorni, dal 17 al 26 ottobre di questo strano 2020 in cui tutti siamo messi alla prova, a volte in modi diversi e altri simili.
Il ciclo di 9 notti e 10 giorni è dedicato alla Madre Divina, energia femminile, e i suoi vari aspetti che vengono esplorati, nel rituale, attraverso svariate divinità. La festa si tiene in concomitanza al calendario lunare, in questo caso con la luna nuova del mese di Ashvina.
Si dice che…
Il demone Mahisha, sul cammino spirituale, desiderava diventare invincibile e potente. Come premio per il suo percorso ascetico, di meditazione, ricevette quello che desiderava da Shiva, divinità maschile fondamentale nell’induismo: l’invincibilità.
Tuttavia Mahiasha non fu capace di gestire il suo dono e seminò il caos intorno, tra abitanti della Terra e divinità. Sembrava impossibile canalizzare la sua follia, nessuno riusciva a fermare il suo delirio. Tutti gli dei, disperati, chiesero aiuto a ben tre divinità femminili: Lakshimi, Sarasavati e Parvati. Le tre, accogliendo la richiesta, unirono le proprie forze, e virtù, dando vita alla potente dea Durga.
Durga, l’indistruttibile, combattè tenacemente contro il demone per 9 notti, fino a sconfiggerlo, riportando così la pace e sancendo la forza e la sacralità del divino femminile nel cosmo.
Navaratri
Le 9 notti di Navatratri sono suddivise in 3 parti, da 3 notti ciascuna.
In particolare, le prime tre notti sono dedicate alla Dea Durga, compagna di Shiva (il distruttore e creatore insieme), che sconfigge e porta alla luce, attraverso il confronto con il demone, ciò che è oscuro, buio, nascosto. Lei ha piena padronanaza della piena energia femminile e sa come canalizzarla per disintegrare le interferenze e il superfluo, lasciando uno spazio da ripulire e purificare per portare rinascita.
Non ha paura del buio, è centrata e fiera. Il suo veicolo è la tigre (un simbolo che ritroviamo anche in altri ambiti, come nel libro, e nell’omonimo film Vita di Pi.).
I 3 giorni, e notti, seguenti viene celebrata Lakshimi, compagna di Vishnu. È la dea della prosperità, lei elargisce amore, gentilezza e compassione. Continua il lavoro, nevessario, iniziato da Durga con forza e decisione e porta amore che purificare.
Sarasvati, dea delle arti e della saggezza, compagna di Brahma, viene celebrata negli ultimi giorni e notti. Chiude il cerchio e riporta la luce. Il demone è, al decimo giorno, finalmente, sconfitto ed è tempo di rinascita totale.
Un approccio spirituale universale al Navaratri
Ripercorrendo queste tappe sacre, del divino femminile che affronta gli inferi attraverso la conoscenza del demone (e non la negazione che porterebbe a ulteriore caos lasciandolo libero di agire nell’ombra) per rinascere, possiamo portare attenzione sui nostri diversi aspetti collegati a queste divinità/metafore, esplorando il nostro mondo interiore, strettamente connesso con l’esterno (così connesso al punto da chiedersi: cosa traccia e limita i confini tra dentro e fuori? Il corpo fisico?).
Nell’induismo il principio maschile e femminile sono energie complementari che governano il mondo, il Tutto. Per esserci equilibrio e completezza è necessario un equilibrio tra le due, lo stesso dovrebbe avvenire dentro di noi. Ma spesso cerchiamo all’esterno ciò che crediamo manchi.
Curiosità: ulteriori divinità del Navaratri
Oltre alla suddivisione delle tre notti, ogni giorno viene esplorato un aspetto dell’energia femminile attraverso la presentazione di una dea induista. In sintesi sono:
- Sailaputra, la figlia dell’Himalaya
- Brahmacharini, la dea dell’autodisciplina dalla materia
- Chandraghanta, bella come la luna
- Kusmanda, bella come il sole
- Skandamata, madre del dio della guerra contro il male
- Katyayani, un altro aspetto di Kali, lei apre il terzo occhio
- Kalaratri, il solo sentore del suo arrivo scaccia via i demoni
- Mahagauri, la dea bianca
- Siddhidatri, la dea che conosce i propri poteri spirituali
Chi non crede nell’induismo può considerarle metafore: possiamo imparare da tutti
Se consideriamo le divinità femminili come metafore dei nostri vari aspetti interiori, sfumature dell’essere, possiamo cavalcare l’onda dell’energia di Navaratri per compiere un viaggio iniziatico al nostro interno, esplorando i nostri demoni e portandoli a servizio della luce. La forza vitale, gli istinti, devono essere conosciuti e canalizzati per non creare danni. Se lasciati nel caos, inesplorati e liberi di agire nel buio, rischiano di minare gli equilibri nostri e di chi ci circonda, invadendo i loro mondi.
Navaratri, che viene celebrata due volte all’anno, anche in primavera, può essere dunque, anche per noi non induisti, una buona motivazione per una purificazione mentale. Tutti possiamo contattare l’energia femminile dentro di noi, anche gli uomini.
In questi giorni potremmo semplicemente connettendoci mentalmente ai rituali che si svolgono in India, accendendo una candela in casa, un incenso delicato nella nostra casa, ascoltando un mantra dedicato a Durga. O nel modo che preferiamo.
Jai Maa Durga!
Alla prossima puntata con drinkfromlife,
Sara Chandana
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