Bye Bye Bombay

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    Credit Parth Vyas
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    Taj Mahal Hotel
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    Marine Drive
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    Gate of India
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    Leopold's Cafe
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    Banganga
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    Una famiglia improvvisata sulle strade polverose di Bombay
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Credit Parth Vyas

Steso su un balcone guardo il porto
Sembra un cuore nero e morto
Che mi sputa una poesia
Nella quale il giorno in cui mi lancerò
E non mi prenderanno
Neanche tu mi prenderai
Io non tremo

È solo un po’ di me che se ne va
Giù nella città, dove ogni strada sa
Condurre sino a te e io no
Bye bye, bye bye, bye bye, bye bye Bombay

Canta Manuel Agnelli in una canzone degli Afterhours. Bombay mi chiamava da tempo ma ho aspettato alcuni anni prima di cedere al suo richiamo. Mi ha dato la conferma di quel che sentivo, su di me esercita magia. Io che non amo le città, preferisco i paesini e la natura, a Bombay mi sono sentita totalmente a mio agio, a casa.

La mia visita a Bombay, o Mumbai, è stata molto breve. È durata solo due giorni e due notti ma quelle poche ore sono bastate per ammaliarmi, farmi conoscere il suo brillore, il profumo del suo cuore segreto. È stata l’ultima città che ho visto quando ho salutato l’India (a proposito, l’aeroporto di Bombay è stupendo, rilassante e futuristico) a marzo del 2018, ha fatto da ponte verso l’Italia perché da lì poi ho preso il volo per Bari.

Come sempre, quando ho poco tempo per visitare una città, mi concentro principalmente su una zona. Così viaggio lenta e non mi stresso. Io e Giovanni (che è stato compagno di vita, avventure e viaggi, risate e lacrime, negli ultimi 4 anni) non avevamo idea di dove dormire. Seduti in un taxi prenotato tramite Uber scegliemmo al volo, dalla Lonely Planet, il posto che sembrava più economico. Più per dare una direzione al taxi driver, senza convinzione.

Fu così che ci trovammo nella fatiscente India GuestHouse a due passi dalla Porta dell’India e dal Taj Mahal Hotel.

Taj Mahal Hotel Bombay

Solo dopo aver preso la stanza scoprimmo di essere al piano inferiore rispetto alla struttura vista sulla guida. 🙂 La nostra camera era a dir poco orribile, la più brutta di tutti i nostri viaggi e anche la più cara, Bombay non è certamente una città economica. Il soffitto sembrava staccarsi da un momento all’altro, per fortuna i letti e i bagni in comune erano puliti e le docce una vera favola. Ci tornerei – e la consiglio – per la sua posizione, la pulizia, il personale è gentile ed è un covo di viaggiatori zaino in spalla.

Ripensando al quartiere, non sembrava di stare in India, le strade intorno alla guesthouse indossano una forte impronta mussulmana. La zona pullula di piccoli negozi di profumi, attar shops, dove centinaia di boccettine profumate sono ben disposte sugli scaffali. Gli uomini indossano i tipici abiti mussulmani e le donne il Burqa, venduti anche nei negozi.

Una sera scesi da sola in strada per acquistare acqua in bottiglia, l’aria era impregnata di quella magia tipica dell’India, quella che fa apparire splendente pure un luogo in rovina. Era tutto inzuppato d’incanto. Seguendo un richiamo imboccai sicura una stradina e, davanti a me, si profilò una scena degna di una fiaba orientale. Un grande banyan, l’albero sacro a Shiva, si stagliava fiero nell’imbrunire, ai suoi piedi diverse candele votive accese e immagini di divinità indiane.

Marine Drive, sullo sfondo i grattacieli di Bombay

Quella visione fu come un abbraccio che mi scaldò il cuore.

In quei due giorni io e Giovanni facemmo diverse cose, iniziando dalla Porta dell’India, a pochi passi dalla nostra India Guesthouse. L’India Gate è un arco di 26 metri eretto in onore di Re Giorgio V e della regina Maria nel 1911. Lo raggiungemmo dopo aver incontrato dei venditori di frutta esotica, che assaggiammo, e costeggiato il celebre Taj Mahal Hotel, citato anche nel celebre libro Shantaram (che consiglio!).

Gate of India

E dopo aver costeggiato un bellissimo banyan e superato i controlli di sicurezza. Faceva caldo, c’era gente, soprattutto turisti indiani. Alcuni si rifugiarono sotto un cartello con i cenni storici del luogo. Amavo riempirmi gli occhi di scene bizzarre, per poi custodirle nel mio cuore.

La tappa successiva fu il Leopold Cafè, non potevo certo perdermi una delle location principali di Shantaram. Dopo una passeggiata tranquilla lo trovammo subito, sotto archi pullulanti di bancarelle fascinose, richiamo per la vista e gli altri sensi. Stavo realizzando un altro piccolo sogno, tante volte avevo immaginato di andare proprio lì leggendo il libro! Sbirciammo dentro, il menu aveva dei prezzi troppo alti e c’era un metal detector all’ingresso. Preferimmo pranzare al ristorante di fronte, Olympia Coffee House, consigliato dalla carissima Clara.

Leopold Cafe visto dal lato dell’Olympia

Sembra un luogo fermo al passato, un caratteristico ristorante mussulmano dall’atmosfera vivace. Notammo subito che io ero l’unica donna, in quel momento. Mi colpì, entrando, il tanfo di carne, l’arredamento in legno, il piattino con la cipolla che ci fu portato subito insieme ad un bicchiere d’acqua. Mi sentivo all’interno di un romanzo e probabilmente lo ero, dopotutto la vita non è un romanzo, una storia fantasiosa?

Cercando riparo dal sole, di fronte alla Porta dell’India

Tornammo anche il giorno dopo, alternandolo ad un altro posticino vicino la guesthouse. Decidemmo di visitare anche la Moschea sull’Acqua, Haji Ali Mosque, che si trovava a circa 20 minuti di taxi, senza traffico, dalla nostra base.

Bombay

Haji Ali Mosque

Appare, da lontano, come un miraggio sul mare e si accede solo con la bassa marea. Avvicinandosi la magia svanisce un pochino. Districandosi tra venditori e pellegrini, superando il fetore che viene dal mare inquinato, si accede al luogo di culto. È una dimensione parallela tra i grattacieli moderni della città, una sorta di portale che ti porta in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio.

Haji Ali Mosque

E da questa dimensione abbiamo avuto accesso ad un’altra. Complice il fedele Uber, siamo giunti nel cuore di una Bombay segreta, Banganga. È un piccolo ghat, nascosto all’interno di un quartiere di Mumbai, in una zona che si chiama Malabar Hill. Si tratta di un grande serbatoio d’acqua ma soprattutto un’oasi di pace nella città, dove fermarsi a respirare, riflettere, raccogliere le forze, meditare.

Banganga

Banganga, Bombay

Banganga è poesia pura. Mi aveva catturata dalle scene di un film, di cui non ricordo più il nome, in cui la protagonista si recava per fare un’offerta votiva. È anche un luogo sacro per la mitologia indiana ma merita un articolo a parte così come Babulnath Temple, in Charni road che raggiungemmo sotto il caldo sfiancante.

Bombay per me è stata una brezza veloce giunta dal mare, un respiro prima di tornare a casa in Italia. Abbiamo esplorato tanto e con calma ma anche passato del tempo con bambine di strada, piccole randage che chiedevano attenzioni e coccole. Senza parlare la stessa lingua ci siamo capiti, comunicando in un linguaggio universale e profondo.

Una famiglia improvvisata sulle strade polverose di Bombay

Ricordo le risate insieme e lo sgomento quando la piccola delle due ci prese per mano chiamandoci mamma e papà e chiedendoci di portarla con noi. Non so in che linguaggio lo disse ma il messaggio era forte e chiaro. Pensai che avrei voluto essere ricca solo per avere la possibilità di adottarle, in realtà non so nemmeno se si possa fare.

Vicino Bunganga

Bombay è uno scrigno, una volta aperto non lo chiudi più, nemmeno se ti trovi dall’altra parte del mondo. Mumba Devi, la Dea Madre Mumbai, ha tante braccia, mille sorprese, variopinte sfumature e un richiamo che non smette di inviare alle mie orecchie.

Ci rivedremo, quando arriverà il tempo.

xxx

Goodbye Bombay!

Sara

 

 

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

18 Risposte

  1. Sara ha detto:

    Wow, un posto magico, una volta che lo visiti non vorresti più tornare a casa!

  2. Simona ha detto:

    Ogni volta che ti sento parlare dell’India mi viene una voglia immensa di partire e andare. Eppure ho un grande timore che frena. Ho paura. Già ho paura di un viaggio in India perché ho paura di cosa possa smuovermi dentro e non so ancora se sono pronta!

    • Sara ha detto:

      Ciao Simo, quando ti sentirai pronta per l’India non avrai dubbi! O meglio, non così tanti da frenarti di fare il biglietto. Perché ti confesso che, ogni volta, un po’ di brivido mi viene. 😀 Inizio a non dormire le notti precedenti al viaggio, mi sale l’ansia, mi chiedo se ho fatto bene… E poi volo. 😀

  3. Greta ha detto:

    io non ci sono stata ma deve essere bellissima da visitare, prima o poi organizzeremo un viaggio…. grazie per le preziose info

  4. Silvia Faenza ha detto:

    Wow l’India dev’essere bellissima XD Io è una vita che sogno di andarci ma ancora non ne ho avuto la possibilità! Spero di poterci andare presto perché mi attira tantissimo 🙂

  5. Veronica ha detto:

    Il tuo racconto mi ha incantata soprattutto quando descrivi la magica aria dell’India che non potrò capire fino in fondo finchè non ci vado.

  6. Roberto Forcina ha detto:

    Per averla “vissuta” sui libri o nei film, qui mi rendo conto che Bombay è davvero una città oltre che ricca, direi davvero particolare. Leggendoti, anche io sono riuscito a non farmi trascinare dal fatto che sia una metropoli.

  7. m.claudia ha detto:

    Non sono mai andata così lontano, ma grazie ai tuoi racconti viaggio almeno con la fantasia. L’india deve essere stupenda

  8. Penny ha detto:

    che voglia di andare in India, se potessi partirei anche a desso! vorrei organizzare un viaggio entro il 2019 e spero tanto di riuscirci

  9. Clara Nubile ha detto:

    La carissima Clara, che sempre ama Bombay, qui s’inchina piena di gratitudine per avermi (averci) raccontato la tua Bombay, carissima Sara.

  10. Lucy ha detto:

    Ti faccio i complimenti per questo racconto di viaggio, che mi sembra assolutamente onesto, senza infiocchettare la realtà facendo sembrare tutto patinato… E sai cosa… Sounds good!! Leggerlo mi ha messo molta voglia di visitare questi luoghi! Il dettaglio della bambina poi è commovente

    • Sara ha detto:

      Grazie davvero! Odio infiocchettare, non potrei mai farlo, mi sentirei una bugiarda.
      La realtà è meravigliosa con la sua dolcezza e con la sua amarezza. I bambini di Bombay mi hanno rubato il cuore…

  11. Martina ha detto:

    Che meraviglia, noi a Bombay ci siamo fermati solo un giorno, volevamo tornarci a capodanno per visitarla come si deve, ma purtroppo i voli costavano troppo! Ci riproviamo l’anno prossimo però! Di sicuro da oggi ho un blog di riferimento a cui fare affidamento per i nostri prossimi viaggi in questa terra meravigliosa

  12. Sabrina Balugani ha detto:

    Sono molto restia quando si parla di India e lo dico con sincerità, al momento non mi attira molto. Sarà un blocco che prima o poi crolla ma intanto altre mete attirano i miei pensieri. Nel frattempo leggo i tuoi articoli

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