Un viaggio chiamato covid – la mia esperienza

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A casa con il covid a leggere, studiare, vivere. Credit Surface, Unsplash

Ci sono viaggi e viaggi.

Questa volta vi racconto di un viaggio diverso dal solito, ma pur sempre consapevole e comune a tante persone, in questo periodo. Ho celebrato, se così si può dire, il passaggio verso il nuovo anno con un tampone positivo, fatto in vista della cena in famiglia e in presenza di un lieve malessere, mai provato prima. Mi sono messa, subito, in isolamento. Ho avvisato le poche persone con cui ero stata in contatto (rischiando di seminare il panico, far saltare cene, ma andava fatto e subito) e mi sono chiusa in casa. Essendo Capodanno era impossibile rintracciare il medico di base, la Asl non ne parliamo, ho avvisato la guardia medica che mi ha dato le prime indicazioni.

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Credit Mika Baumeister, Unsplash

Sintomi

La prima notte con il covid (omicron) è stata allucinante, con febbre alta e dolori muscolari fortissimi, deliri. A livello psicologico, con grande sorpresa, sono emerse scene dimenticate della mia vita, di un passato fino a 20 anni fa, che saliva a galla, senza motivo apparente. Questa è la mia esperienza, per ciascuno è diverso. Non dimenticherò mai, dei primi giorni, la sensazione forte di oppressione al petto, la tosse, gli occhi che bruciavano, le gambe che sembravano come spezzate in due. Sentivo la testa scoppiare. I giorni successivi sono stati altrettanto impegnativi, con le ossa doloranti, debolezza estrema, poco appetito. Per fortuna non ho perso gusto e olfatto. Sono stata fissa a letto per ore, giorni. Ad un certo punto del viaggio avevo l’esigenza di fare uno shampoo e dopo mi sembrava di aver scalato l’Everest.

Anche una minima interazione sui social, o via whatsapp, le uniche che potevo avere con il mondo esterno, mi stancavano.

Un piccolo spavento

Una sera ho rischiato lo svenimento, ma mi sono fatta forza e sono riuscita a resistere. Così è finita che mi sono solo abbandonata sul divano, come un sacco di patate, con le orecchie che friggevano da suoni strani e un misto di sensazioni. Mi sono spaventata perché ho pensato subito a qualcosa nei polmoni, dato che la sensazione di pressione sul petto mi ha accompagnata per diversi giorni, era forte. Ancora oggi, al giorno 16 di isolamento, ogni tanto viene a farmi visita.

Una chiamata al 118 mi ha aiutata a rendermi conto che era scesa la pressione e con il covid in corpo era tutto più amplificato.

Contemporaneamente, mi era venuto un attacco di panico (erano anni che non li avevo, erano andati via grazie alla meditazione, alla consapevolezza che mi ha insegnato riguardo il vuoto e la morte, ma la pandemia li ha riattivati un paio di volte; sono umana pure io). Non ho avuto bisogno dell’ambulanza, la dottoressa al telefono è stata molto preparata ed empatica, ha capito tutto al volo e mi ha tranquillizzata. Questo mi ha fatto riflettere su quanto sia importante portare la grazia nel nostro lavoro, qualsiasi esso sia.

Come sto affrontando questo isolamento da covid?

I primi giorni sono stati più difficili, a livello fisico e psichico. Ho seguito i ritmi del corpo, dandogli tanto riposo, mi sono semplicemente lasciata attraversare. Dare riposo al corpo quando vorresti fare mille cose, soprattutto nella frenetica e performante società occidentale, non è così scontato, ma fa parte del processo. Soprattutto, ho dovuto imparare ad essere decisa nel proteggere il mio spazio, in un momento delicato. Attualmente, da un lato, la tecnologia ci permette di arrivare istantaneamente nella vita delle persone, e può essere qualcosa di positivo, ma non tutti si rendono conto dell’impatto che un messaggio impetuoso, al momento sbagliato, possa avere nella vita di una persona. Non tutti si chiedono, prima di cliccare su invio, se quel messaggio è necessario, se quel consiglio che stiamo per dare è stato richiesto o nasce da una nostra esigenza di controllo, o paura o altro. Oppure se è il momento di scaricare i nostri problemi su qualcuno, cose così. Dove sono io e dove l’altra persona? (Marzullo esci da questo corpo!).

Sicuramente sono scaturite tante riflessioni importanti. Come sempre l’insegnamento è volgere l’attenzione verso l’interno, perché solo su di me posso fare qualcosa, non sull’altro. E fissarmi sulle mancanze o pressioni altrui mi distoglie dal processo di conoscenza con me stessa.

Passatempi e lavoro da remoto

A parte questo, ho approfittato del tempo libero per guardare un paio di film, una serie carina su Netflix, Emily in Paris (solo una, di più non me la sono sentita) ho finito un libro che avevo acquistato a giugno e lasciato in sospeso da tempo (La Felicità è una Scelta di Sara Melotti), riflettuto sui viaggi passati, iniziato a curare un progetto di viaggi in Marocco (ve ne parlerò bene in un post a parte, ma su instagram e facebook ho già condiviso qualcosa). Quando ho recuperato un po’ di energie mi sono occupata dei social, perché sono collegati alle mie attività di travel blogger e mindfulness educator. Soprattutto perché, per me, la scrittura e la comunicazione sono fondamentali e vanno a braccetto.

Medito ogni giorno e mi circondo, anche se solo virtualmente, di persone sorridenti e giocose, nonostante i problemi della vita che tutti abbiamo. Adesso non ce la farei a sopportare altro, devo prendermi cura di me per ristabilirmi completamente. E anche se sto bene, sono in fase di recupero, sento che questo stato di benessere va tutelato, preservato, senza ossessioni, ma con premure e amore per noi stessi.

Cure

Non mi è stata prescritta alcuna cura dal medico generico o da chi di dovere. Nel corso degli anni ho trovato il mio equilibrio tra cure naturali e medicina allopatica, alla quale ricorro in rare occasioni, solo quando ne ho veramente bisogno. Per un paio di giorni ho preso il paracetamolo, poi sono stata meglio e non ne ho avuto più l’esigenza. In fase di ripresa, sostengo il corpo con le vitamine, il polline biologico e mi coccolo con tisane calde e tanta quiete.

Aspetti pratici dell’isolamento covid

Spesa. Sono sola in casa, attualmente. I miei parenti abitano nelle case accanto e abbiamo un giardino comunicante. Mi lasciavano la spesa, o i pasti, su una sedia all’entrata dell’abitazione in cui vivo. Ad un certo punto, anche il rumore della porta sul giardino mi faceva, letteralmente, saltare. Così abbiamo optato per la lavanderia, come terra di mezzo. Non sono mancati i gesti carini, le sorprese e le leccornie.

Rifiuti. Ho conservato la spazzatura, sapevo già che non potevo più gettarla come al solito. Poi la Asl ha chiamato mia cognata, anche lei risultata positiva, con le indicazioni che si sono rivelate diverse da quelle date dal gestore dei rifiuti. A me non ha mai chiamato nessuno. In ogni modo, la spazzatura di chi ha il covid, nella mia città, va messa tutta insieme in un sacco nero e posizionata davanti la porta in giorni precisi. Senza fare la raccolta differenziata.

Tamponi. Dopo qualche giorno da quello eseguito in casa, quando sono stata in grado di alzarmi in piedi, ho fatto un tampone ufficiale. Una lunga fila al freddo, per scoprire di essere ancora positiva al covid, ma sinceramente me lo aspettavo. Ho vinto altri 10 giorni in isolamento. Ovviamente il green pass è stato bloccato, ho controllato giusto ieri sulla App IO (dopo giorni che non ci riuscivo!).

Conclusioni del viaggio con il covid

Il covid mi sta insegnando tanto perché non voglio subire, ma incontrare. Ho deciso, non con la mente, ma con l’anima, di fare tesoro degli avvenimenti della vita. Per il mio sentire, nulla accade per caso e tutto segue un piano superiore, anche quando non lo capisco. Non voglio relegare la mia felicità ai viaggi all’estero, che mi piacciono tanto (alla scoperta di mondi e culture solo in apparenza differenti) o alle persone che ci possono essere o no, tantomeno alle cose materiali. Voglio dare valore alla mia anima, ad ogni istante della mia vita ed essere felice anche nelle circostanze più impensabili. O almeno, ci provo.

Sono qui sulla Terra per conoscere, non per lamentarmi o essere arrabbiata.

AGGIORNAMENTO POST

Finalmente sono uscita da casa. Dopo una fila fuori dalla farmacia, con 60 persone prima di me, altri 15 euro di tampone, sono risultata negativa. Il Green Pass mi è stato ripristinato nel giro di poche ore e aggiornato. Adesso, piano piano, cerco di riprendere le mie attività.

Qual è la tua esperienza con il covid? A prescindere dall’esito del tampone. 🙂

Scrivimi pure nei commenti, oppure in dm su instagram o via mail a drinkfromlife@gmail.com se vuoi comunicarmi qualcosa. Ti leggo con piacere.

Alla prossima puntata con drinkfromlife!

Sara

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

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