A volte la scelta la più coraggiosa è non partire – scegliere di perdere il volo

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Scegliere la meta del cuore, o del momento, mettere i soldi da parte. Cercare quel volo, trascorrendo anche notti a monitorare i voli, confrontando le offerte. E poi quei momenti di emozione, mentre stai pigiando il tasto acquista. La sensazione di aver fatto una cosa fantastica, l’attesa. I preparativi, le piccole cose da acquistare che serviranno in viaggio.

E poi accade qualcosa, piccoli campanelli d’allarme. Segnali per alcuni impercettibili ma che tu non puoi ignorare. E così, seguendo l’intuizione, ti ritrovi a scrivere un post come questo, mentre il tuo volo è già in direzione Marrakech. Questa volta ti racconto di quando la scelta più coraggiosa è non partire. Scegliere di perdere un volo, stare a casa con quello che c’è. Confrontarsi con le sensazioni scomode e accettarle, sapendo di aver fatto, in ogni modo, la scelta giusta.

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Se segui il blog da tempo sai che per il Marocco ho avuto un vero e proprio colpo di fulmine. Me ne sono innamorata a prima vista, nonostante 20 giorni in questa terra, da viaggiatrice zaino in spalla, non siano stati una passeggiata. Questa è la mia esperienza, altre saranno diverse. Ogni viaggio ci offre quello che cerchiamo e io a questo, come altri, avevo dato una direzione precisa. Più di due settimane per esplorare una porzione di Africa, ascoltare me stessa in confronto con un mondo totalmente diverso dal mio, cercando possibili punti di contatto.

Dare una direzione

In viaggio è importante, se lo fai in modo slegato da tour di gruppo e agenzie. Perché sei senza protezione e dare un intento ti aiuterà. Almeno, questo è il mio approccio – in continua evoluzione – non posso condividere se non quella che sono e sperimento. Ma il mio intento si è sgretolato per strada mentre i segnali dicevano di non partire. Li ho messi da parte, continuando con i preparativi. Intanto osservavo.

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Campanelli d’allarme

Una telefonata importante che riguarda una questione da risolvere. Un genitore che non sta benissimo. Una cancellazione inaspettata dell’hotel, come se nella mia carta non ci fossero soldi. L’hotel in cui sono già stata che, stranamente, dice di non offrire il servizio taxi. E tante altre cose che tengo per me. Così mi ritrovo a non partire, ascoltando me stessa e, nonostante il forte processo interiore che ho dovuto attraversare in questi giorni, so di aver fatto la scelta giusta.

A volte è meglio perdere il volo

Sapere di partire e lasciare delle questioni in sospeso non mi faceva sentire tranquilla, oltre a tutto ciò che, come ho detto su, tengo per me. Resto e affronto tutto. Rimando questo viaggio, dopo l’estate, e mi piace pensare che una parte di me, adesso, stia volando su quell’aereo. E che stasera quella parte di me attraversi piazza Jemaa El Fna, tra ronde musicali, giocatori d’azzardo, baracchini di cibo fumante, e vada verso il mio albergo. Quello spartano ma che ha una vista sulla piazza, quel grande circo. Da lì in pochi minuti, la mattina, posso raggiungere il mio bar preferito. E ordinare un caffè italiano al mio amico A. che mi accoglie con un sorriso sfrontato dicendomi nel suo italiano arabeggiante: “Alloraaa?”.

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A volte è meglio perdere il volo, nonostante i sacrifici fatti per acquistare quel biglietto. Perché partire così allo sbando, e intendo come sensazione interiore, non fa più per me. Perché non posso partire se, a casa, tutto non è ok e se non lo è nemmeno nel luogo che dovrò raggiungere.

E tu hai mai perso un volo? Che sensazioni hai provato?

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Sara Chandana

 

 

Sara

Anima vagabonda, amo aggirarmi nelle medine arabe, nei templi indiani, nei borghi salentini o deserti sperduti nel mondo a sentimento, collegata con la Terra e il Cuore. Mi trovi anche sul progetto Sahara View Tours.

15 Risposte

  1. rosy ha detto:

    Concordo in pieno con te. Io non ho perso un volo ma ho perso un weekend che dovevo fare con degli amici a Firenze. Purtroppo quel periodo mio padre non stava bene e di frequente dovevamo scappare in ospedale. Preferisco non partire perché tanto poi avrei il pensiero di quello che ho lasciato a casa e non mi godo la vacanza.

  2. Valentina ha detto:

    Non mi sono mai trovata in una situazione simile, ma al posto tuo credo che avrei fatto esattamente lo stesso, non sarei partita! Intanto mi auguro che la tua mamma o il tuo papà stiano bene e che tu riuscirai presto a tornare in Marocco (ti capisco bene, anche io me ne sono innamorata e non vedo l’ora di tornarci)

    Un abbraccio

  3. Giovy Malfiori ha detto:

    Partire senza avere un progetto, fosse anche di crescita personale senza che ci sia un itinerario sotto, non ha davvero mai senso. Non ce l’ha a nessuna età. Il viaggio è sempre qualcosa di più.

  4. Clara Nubile ha detto:

    Hai fatto benissimo, cara amica. Anche non partire è una scelta coraggiosa, molto.

  5. Luisa Miele ha detto:

    Un bellissimo articolo. E’ proprio vero…se non lasci le cose a posto il viaggio non te lo riesci a vivere a pieno…la mente viaggia più del corpo e resterebbe a casa a risolvere i problemi! Sicuramente avrai occasione di fare questo viaggio in un periodo più sereno e sarà bellissimi!

  6. ANTONELLA ha detto:

    Ci sono cose che trascendono da noi e alle quali non possiamo opporci. I problemi di salute prima di tutto. hai fatto bene ad ascoltare la tua voce interiore e a non partire. Tornerai alla tua destinazione preferita con il tuo progetto ben chiaro nella testa e allora il tuo viaggio avrà un senso.

  7. Moira ha detto:

    A volte bisogna ascoltare quei campanelli d’allarme … sarebbe stupido non farlo e poi il Marocco è sempre lì. Sei stata coraggiosa e probabilmente avrei fatto lo stesso. Buona vita!

  8. Ilaria Fenato ha detto:

    Ho vissuto anche io una cosa simile e sono rimasta nel mio letto perdendo di proposito il volo. Tanti segnali mi dicevano di non andare ed ho fatto bene, sarei partita malissimo. Per una volta non partire mi ha fatto bene.
    Mi sono ritrovata in tutte le tue parole ❤️

  9. Silvia ha detto:

    Molto toccante questo articolo. Fortunatamente non ho mai dovuto cancellare un viaggio…

  10. Veronica ha detto:

    Ascoltare sé stessi è molto importante, soprattutto quando si deve affrontare un viaggio. E si sa che i viaggi cambiano sempre qualcosa dentro di noi e se non siamo pronti, non ha senso farlo. A tutt’oggi, non ho mai vissuto una sensazione simile ma non ti nascondo che potrebbe succedere e allora non so se avrei il coraggio di non partire. Perché hai proprio ragione, a volte a non partire ci vuole davvero coraggio.

  11. Annalisa ha detto:

    Articolomolto interessante, pensavo che solo a me fosse cambiata la percezione di cosa c’è intorno. Dai primi viaggi in piena incoscienza a lla ricerca attuale di un equilibrio…

  12. Lucy ha detto:

    Mi è piaciuta moltissimo questa riflessione. Mi è capitata due tre volte una situazione simile, pur non avendo letteralmente “perso” il volo perché mi sono fermata agli istanti in cui avevo già inserito i dati della carta di credito, e stavo per premere “acquista ora”. Soprattutto oggi dove possiamo ottenere (quasi) tutto con un tocco, andare quasi ovunque in poche ore, a volte la scelta di non allontanarsi da se stessi ma di restare e farsi carico delle cose è l’opzione più lungimirante. E poi i luoghi sanno aspettarci 🙂

  13. Luisa ha detto:

    A me succede il contrario. Io sono coraggiosa se parto. Odio partire e distaccarmi da casa. Agorafobia? Non lo so. Ma è un problema. Vorrei poter scegliere con serenità di non partire, mi obbligo a partire ed ogni volta sono giorni di angoscia e ruminazione. Mi sento diversa perché non amo viaggiare. Il mio coraggio è decidere di farlo.

    • Sara ha detto:

      Cara Luisa, le nostre diversità sono punti di forza. Va bene anche se non ti piace partire, non siamo tutti uguali. Il mondo ha bisogno di meravigliose differenze. Ci sono persone che vanno dall’altra parte del mondo e rinforzano soltanto i loro pregiudizi perché restano nella loro “bolla” e non si abbandonano veramente al viaggio. Ed altri che, magari, non si muovono dal proprio paese, ma si concedono veramente la possibilità d’incontrare l’altro a braccia aperte, arricchendo il proprio mondo interiore. Un abbraccio.

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