Mi hanno rapito gli zingari | Una storia vera
Tu dilinò!
Mi hanno rapito gli zingari è il libro di Cristhian Scorrano e Marina Pirulli. Sono stata ammaliata subito dal titolo: gli zingari mi hanno sempre attratta, ma nello stesso tempo ne avevo timore, per via di colorate leggende metropolitane sul loro conto, stereotipi e giudizi. Ecco, Mi hanno rapito gli zingari, è un ottimo strumento di base per sfatare innumerevoli stereotipi su questo mondo variegato, impossibile da incasellare dietro pallide e, ormai superate e noiose, etichette. Ma anche un viaggio indimenticabile nell’animo umano.
Hàyde!

Mi hanno rapito gli zingari
Luigi parte dall’Italia per un viaggio on the road a bordo di Misericordia, la sua mitica macchina. Ha dei progetti precisi nella testa, è molto determinato. Segue un istinto che lo guida a partire per realizzare il suo anelito.
Nel momento della partenza non può certamente mettere in conto quello che il viaggio gli riserverà. Non immagina, forse, nemmeno lontanamente, che Misericordia si fermerà in piena notte in un luogo sconosciuto, lasciandolo solo nel nulla, protetto solo dalla cabina dell’automobile. Non pensa che, poco dopo, verrà rapito dagli zingari. Non sa che finirà a vivere poi con i suoi rapitori per un lungo periodo perchè lui stesso si lascia rapire dal loro mondo, così lontano tuttavia così intimo.
Trascorrerà ben tre mesi in Macedonia, a Suto Orizari ossia Shukta (sobborgo di Skopje) considerata la città dei rom. Qui vivrà avventure surreali, acquisendo consapevolezze disarmanti.
Ecco la libertà di spirito che tanto ammiro nei rom, la loro capacità di esprimere se stessi e le proprie emozioni: non c’è nulla da nascondere, tutto può essere letto nei loro occhi brillanti da bambini. Quanta bellezza, quanto amore ci vedo.

Shukta, fotografia dalla pagina facebook Mi hanno rapito gli zingari
Luís si mette in gioco, imparando anche a parlare il romanes, lingua ufficiale della comunità rom. Si tratta di un antico idioma che ha origine in India. (È questa, infatti, la terra di partenza dei rom e dei sinti, che nel corso del tempo sono diventati nomadi per sfuggire a deportazioni e persecuzioni, una storia che purtroppo si perpetua anche oggi anche con altri popoli). Cimentarsi nella lingua di chi ci ospita, quando è diversa dalla nostra, è un gesto d’amore, rispetto e apertura. Mostra anche la voglia di sintonizzarsi su quelle frequenze.
Riflessioni
Quello che mi colpisce di Luigi è che, in qualche aspetto, ci somigliamo. Rivedo in lui un istinto simile al viaggio come strumento di conoscenza profonda, attitudine naturale a rompere gli stereotipi, mettersi in gioco, prendere contatto, incontrare.
Il suo è un modo di viaggiare che non colleziona e aggiunge orpelli, semmai toglie per lasciare, semplicemente, l’essenziale. Ci sono processi di viaggio intensi che lui affronta e mi viene da dire che, ogni volta, sembra uscirne più vicino a se stesso.
Il protagonista non ha paura di lasciare tutto per realizzare il proprio proposito, o se ha timore, affronta tutto con una dignità estrema e una capacità di mettersi in gioco singolare, tutta sua. Unica.
L’umanità che traspare da questo libro è commovente e rincuorante. Mi piacerebbe che almeno i miei amici e amiche lo leggessero perché contiene insegnamenti preziosi di vita e unione, lasciati passare con una semplicità disarmante. Contiene umanità.
Anche stavolta mi abbraccia, chiamandomi fratello: “Mo phral!”, e ci invita a bere insieme un po’ di rakija.

Shukta e la moschea sullo sfondo (la maggior parte dei rom in Macedonia è musulmana). Fotografia dalla pagina facebook Mi hanno rapito gli zingari
Conclusioni
Alla fine della lettura mi sono sentita nutrita e grata, ma anche molto emozionata. Con la consapevolezza rafforzata che nel mondo ci sono tanti a operare per l’unione e il bene, in modi del tutto originali, freschi e imprevedibili.
Familija, Luís. Ogni volta che vorrai tornare questa sarà sempre casa tua.
Puoi ordinare il libro Mi hanno rapito gli zingari direttamente dal sito della casa editrice, Augh edizioni oppure richiedendolo nella tua libreria di fiducia o cercandolo su Internet (Amazon, Ibs, libreriauniversitaria.it). Può essere anche una bellissima idea regalo per chi ama viaggiare, che sia attraverso le geografie o l’animo umano. Un libro da leggere e rileggere, che fa ridere, sorridere e commuovere al tempo stesso.

L’autore e l’autrice sul giornale Il Monferrato, articolo di Bruno Cantamessa. Foto dalla pagina facebook del libro.
Per approfondimenti visita la pagina facebook Mi hanno rapito gli zingari e il sito Unione delle Comunità Romanes in Italia
Grazie per il dono.
Alla prossima puntata con drinkfromlife!











Davvero curioso come tema ed affascinante. A volte le culture che più spaventano, soffermandoci un pochino di più e capendole meglio, sono quelle che più possono sorprendere.
Sagge parole cara Laura. Basta andare un po’ oltre i nostri soliti schemi e possiamo trovare anche tanta bellezza.
Che bella storia, deve essere proprio un bel libro, ideale per conoscere meglio una cultura troppo spesso associata a pregiudizi negativi. Davvero interessante!
Sì, leggerlo è stato un Viaggio incredibile, indimenticabile. Lo consiglio e lo rileggerò.