Islam e pregiudizi: uno sguardo oltre ciò che ci hanno insegnato a temere

Islam e pregiudizi.
Quali sono i tuoi primi pensieri quando incroci una donna velata?
Quando vedi un uomo arabo con uno zainetto nella metropolitana?
Quando qualcuno pronuncia la frase Allah Akbar?
Cosa penseresti se una tua amica si convertisse all’Islam?
E se indossasse il velo?
Cosa pensi delle donne arabe?
Credo di saperlo già, almeno nella maggior parte dei casi.
La visione eurocentrica a cui siamo abituati lascia poco spazio ad altre sfumature, anche se ormai queste fanno parte della nostra quotidianità. Siamo talmente bombardati da stimoli e informazioni che dipingono l’altro come il cattivo da temere, che spesso non ci accorgiamo di quanto siamo immersi nei pregiudizi e nell’islamofobia.
Eppure, te lo dico sulla base della mia piccola esperienza fatta di viaggi, incontri e studio: esiste un’altra faccia dell’Islam, ed è quella reale, quella che raramente ci viene mostrata. Perché, forse, fa comodo tenerla nascosta in un angolo.
È la dimensione umana di chi vive la propria Fede con amore e dedizione, mentre altrove -ad esempio tra i cattolici- la pratica religiosa si è spesso persa. È fatta di uomini e donne di ogni età che pregano insieme nelle poche moschee presenti, di bambini che giocano e ridono persino con l’Imam. Laddove spesso vediamo solo oppressione in un pezzo di stoffa, c’è invece una pratica spirituale antica. Un velo amato, scelto, lo stesso che indossava la Madonna. Ce lo raccontano l’iconografia e tante statue. Eppure a lei lo concediamo, mentre condanniamo le Marie che incontriamo ogni giorno.

Il velo è una pratica spirituale molto antica.
Credit Mihai Surdu, Unsplash
Islam e pregiudizi in Italia
Siamo arrivati al punto, in Italia, in cui tante ragazze si sentono costrette a togliere il velo per non essere insultate o giudicate.
Altre scelgono di non indossarlo affatto. Certo, ci sono anche ragazze musulmane che scelgono di non indossarlo o di toglierlo per motivi personali, spirituali o di percorso. Ma quelle di cui parlo qui lo fanno per difendersi dalle discriminazioni, per non essere additate, insultate, escluse.
E non ci sono solo padri che obbligano, come spesso amiamo pensare, ma anche padri che sconsigliano alle figlie di metterlo, chiedendo loro di aspettare. Esistono ragazze che si chiedono se sia meglio pregare in bagno, perché temono che la propria famiglia cattolica non le capirebbe…

Credit Ramin Labisheh, Unsplash
E allora facciamo attenzione a non sentirci troppo aperti, troppo emancipati, perché a forza di definirci liberi rischiamo di diventare rigidi e giudicanti. Di non vedere più la grazia e la bellezza che ci circondano, ma di proiettare sugli altri la nostra rabbia, la nostra stessa oppressione, il nostro senso di rivalsa. Perché la libertà e l’autodeterminazione non passano necessariamente da una minigonna e dai capelli sciolti.
Ciascuno la vive e la incarna a modo suo e nessuno dovrebbe arrogarsi a giudice. Appiattire un mondo vario e profondo a una sola faccia -quella mostrata dai mass media- ci farà solo perdere apertura, visione, umanità.
Sotto quel velo, spesso si celano donne istruite, affermate lavorativamente, socialmente, in famiglia. Il velo diventa così anche uno specchio dove ciascuno proietta quel (poco) che sa o vuol vedere, teme, combatte. Facciamo attenzione.
Negli anni ho avuto la fortuna di viaggiare, o passare, in vari luoghi in cui si pratica la Fede islamica: in Marocco, a Doha, Abu Dhabi, a Istanbul e anche in India, viaggi documentati su questo blog. Ed è anche attraverso quei luoghi, e gli sguardi incontrati lungo la strada, gli inviti a casa, che ho potuto toccare con mano un Islam diverso da quello che ci raccontano o il cui nome, in alcuni Paesi, viene strumentalizzato per nascondere misfatti.
Un Islam fatto di estrema grazia, spiritualità, generosità, condivisione, vita quotidiana. Umanità. Una volta tornata a casa, in Salento, il mio modo di guardare è cambiato e non necessariamente devo viaggiare per incontrare l’altro e aprire la mia mente. Ormai ho imparato la lezione.
Ho scritto questo articolo riguardo Islam e pregiudizi perché nasce in me una domanda: siamo davvero pronti a guardare oltre ciò che ci hanno insegnato a temere?
Perché forse, proprio lì, si nasconde l’occasione più grande per aprire il cuore e riscoprire cosa significa davvero incontrare l’altro.
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Alla prossima puntata con DrinkFromLife!
Sara