Dove trovi i soldi per viaggiare?
Sei ricca? Che lavoro fai? Quanto guadagni?
Le domande da cento milioni di dollari. 🙂
Dove trovi i soldi per viaggiare?
Se non lo chiedono è sottinteso nel discorso. Oppure, qualcuno, inizia a fare strane battute sul proprio padre che non può sostenere questo tipo di spesa…
Ah ma io non posso permettermi di fare viaggi del genere!
Dicono altri, senza essere interpellati. E poi molti di questi non si rendono conto di mangiare sempre al ristorante, di fare tanto shopping, di spendere cifre astronomiche nell’acquisto dell’ultimo modello di smartphone. Eh, ma io tutte queste cose non le faccio. Dovendo scegliere, e c’è anche chi non deve scegliere e può fare tutto, ma poi ha altri pensieri, preferisco investire i miei soldi in esperienze.
Le persone che non viaggiano -o che sono molto comode- hanno una strana idea dei viaggiatori. Pensano che siamo tutti quanti ricchi, oppure mantenuti o peggio, scrocconi (è anche responsabilità di molti, che viaggiano alle spalle delle popolazioni e se ne vantano nei video, se tante persone pensano questo). Altri pensano che siamo semplicemente sbandati. Insomma, i giudizi al riguardo non mancano.
Tutti possono viaggiare, soprattutto consapevolmente
In realtà è una questione mentale, fatta di priorità ed organizzazione. Ci sono tanti tipi diversi di viaggiatori, quante sono le persone che si spostano. Per quanto mi riguarda, ho sostenuto da sola, dal principio, le spese dei miei viaggi e ne sono molto orgogliosa. Non essendo ricca, non contando nemmeno su alcuna eredità, rendita di affitto, mi sono sempre ingegnata, in generale, per realizzare quello che voglio. Invece di stare a casa a deprimermi oppure invidiare gli altri. Ci sono infinite possibilità che aspettano solo di essere scoperte e realizzate, anche con spirito di sacrificio. Basta svuotare la testa dai pregiudizi e la soluzione adatta a noi arriverà. 🙂
Alcuni che conosco viaggiano attingendo a qualcuna delle fonti sopra citate, ma non lo dicono. Da un lato, non si deve spiattellare tutto in piazza o su internet, non siamo tenuti a dare spiegazioni ai curiosi. Dall’altro, forse far sapere questo, farebbe crollare quella che in svariati casi è la ben costruita narrativa dell’eroe bianco che ha lasciato il posto fisso per viaggiare e poi è diventato motivatore/influencer. Oppure, sono semplicemente consapevoli delle infinite possibilità che ogni persona può avere dinanzi, perché viaggiando in un determinato modo le vedi e vivi.
Ci sono anche coloro che ce la fanno veramente partendo da 0, perché hanno sviluppato delle competenze e possono lavorare da laptop, o si sono organizzati in un determinato modo, ma sui social non è tutto oro quel che luccica. Insomma, anche il mondo del travel è vario.
Viaggiando, spendo molto meno di quanto spenderei uscendo per bar a fare gli aperitivi
Viaggiando per mesi in India ho speso molto meno che stando a casa ed andando spesso in locali e ristoranti, tuffandomi nello shopping o altro. Adesso, quando sono a casa, tra un viaggio e l’altro in Marocco, non rinuncio alla vita sociale, ai caffè con le amiche, a bere una birra nel mio locale preferito, persino a fare un aperitivo, ogni tanto. Ma sto attenta. Per anni non sono uscita il sabato sera, durante le feste comandate, ho sacrificato l’estate per lavorare. Mentre tutti coloro che non lavoravano d’estate, andavano a divertirsi o al mare (e vivo in Salento!). Eppure quando, finalmente, avevo le vacanze e partivo, non mancava mai un pungente e fastidiosissimo: “Beata te!”. In realtà, accade ancora.
Non rinuncio ai vestiti, alle borse e agli zainetti. Da quando sono nata, mia mamma mi ha abituata a vestire spesso e volentieri di seconda mano e non per una questione di moda. Per necessità. Com’era quel detto?
Fare di necessità virtù
La necessità fa diventare creativi
Da adolescente, mi divertivo ad andare con lei al mercato dell’usato e cercare indumenti particolari. Avevo sempre addosso qualcosa non alla moda, ma che sembrava di moda che non si trovava nei negozi e le persone mi chiedevano dove le avessi prese. In realtà, basta anche saper scegliere, selezionare. Non dobbiamo aspettare di essere ricchi per fare, ed avere, quello che ci piace. Magari un giorno lo diventeremo, e ne godremo, ma nel frattempo “noi gente comune” possiamo fare dei sacrifici per realizzare i nostri sogni ed utilizzare la creatività.
Ho lavorato duramente (e anche smanettato tanto sui motori di ricerca voli) per pagarmi i biglietti aerei intercontinentali e raggiungere la mia amata India. L’ho poi attraversata in lungo e largo, per mesi, con i mezzi pubblici. Per un mese in India, senza fare grandi rinunce, spendevo 300 euro tra vitto, alloggio e qualche acquisto. Vedevo giovani europei spendere ancor meno di me, stando negli ostelli. E altri, magari più grandi, spendere cifre esorbitanti perché volevano stare molto comodi.
A me il lusso, così come sfoggiare uno status che non si ha, non è mai interessato. Infatti, giro con una vecchia Fiat.
Ricordi di viaggio (in India)
Una volta, mi trovavo a Jaisalmer, in Rajasthan, nel Deserto del Thar. Alla ricerca di un luogo in cui dormire, sono finita in un hotel di lusso a bere qualcosa con i miei compagni di viaggi, accompagnati da D. (D. forse faceva, per necessità, il commission man ossia prendeva delle commissioni per le strutture che consigliava). Una donna inglese che, in un viaggio precedente, avevo conosciuto a Goa, mi aveva contattata e convinta a conoscere D.
(Era l’amica del mio vicino di capanna palestinese, un uomo sempre sorridente e gentile. Quante serate ho trascorso, insieme ad altri amici, nella sua capanna ad ascoltare musica araba e gustare datteri, chiacchierando fino a notte fonda, circondati dalle palme, l’Oceano Indiano così vicino a noi da cullare le nostre parole).
Sapendo che ero di passaggio nella zona in cui D. abitava, lei mi aveva chiesto di compiere una buona azione per lui. E comprare, così, un po’ di spesa da regalargli. D. stava attraversando un periodo difficile, con tutta la famiglia, poiché appartengono ad una casta molto bassa. D. ci portò in questo hotel, che si affacciava su una sorta di baraccopoli, nel quartiere degli artisti. Ricordo il senso di disagio che provai, sorseggiando un chai, il classico tè speziato, in un hotel di lusso che si srotola su un mondo totalmente diverso. E non vedevo l’ora di andare via. Quello era un vero e proprio schiaffo in faccia alla povertà! Mi faceva venire in mente solo una parola: ostentazione.
Esperienze
Ero andata a Jaisalmer solo per un paio di giorni, per vivere l’esperienza nel deserto. Tuttavia, dopo circa due settimane mi trovavo ancora nel Deserto del Thar! Qualche sera dopo, mi ritrovai dalla parte opposta, ossia quella molto, molto, molto povera. In una casa dismessa nella baraccopoli. Le pareti erano nere come la pece, in una stanza c’erano i letti, con i cuscini neri. Un cucinino era attaccato alla camera/casa. Seduta per terra, con i miei compagni di viaggio, ed altri viaggiatori, quella notte ho assistito ad un indimenticabile concerto di musica indiana. Mangiando con le mani, del cibo delizioso, un thali (è il piatto tipico simbolo dell’India) preparato da due sorelle con gli occhi color smeraldo. Abitavano lì ed una delle due era la moglie di un musicista. Due donne che poi ho rivisto in tantissime foto sui social, perché tanti travel blogger che sono passati da Jaisalmer le hanno fotografate al volo, mentre vendevano braccialetti e cavigliere nel Forte.
Ovviamente lasciammo tutti dei soldi a quelle persone, un contributo per il concerto e la cena.
Prima di viaggiare è importante documentarsi, ma ci sarà sempre un imprevisto
In quei giorni, a Jaisalmer, avevamo prenotato una guesthouse. Ma ci fu un problema, che allora nessuno ti diceva. Non so se ancora sia così, ma vi racconto la mia esperienza. Dopo due notti in guesthouse ti mandavano via. Il fine principale delle strutture ricettive all’interno del Forte era, infatti, vendere i tour nel deserto. Dopo due notti dovevi sloggiare, pur avendo comprato il tour. Questo perché questo genere di esperienza doveva essere venduta a nuovi turisti/clienti, di passaggio. Pertanto, servivano camere libere. Infatti, a Jaisalmer, raramente qualcuno si ferma per più di due notti.
Questo, in India, è uno degli effetti del colonialismo moderno, che con le sue cattive pratiche genera turismo mordi e fuggi, non consapevole. Turismo di massa e ricerca dell’esotismo. Che si tratti di viaggiatori zaino in spalla, o di turisti che cercano prettamente esperienze di lusso è lo stesso. Se noi viaggiatori manchiamo di un determinato tipo di sensibilità e riflessione, mandiamo a chi ci ospita dei messaggi distorti. E loro, si organizzano in un determinato modo per accoglierci.
Davanti ad un determinato tipo di richiesta, arriva così l’offerta. Pertanto, stiamo attenti a cosa chiediamo, dove e come.
Inoltre, in concomitanza del Desert Festival, le poche strutture fuori dal Forte, che non ricorrevano a tale modalità, montavano i prezzi. E noi, che non lo avevamo saputo prima (pur essendoci informati) anche perché non avevamo previsto di fermarci lì qualche giorno in più, non potevamo permettercelo. Ma i nostri nuovi amici non volevano lasciarci andare. E accadevano episodi talmente magici che può comprendere solo chi era con me. Eravamo entrati nel flusso e nella magia del luogo. Tuttavia, sono certa che altri viaggiatori lenti sappiano cosa intendo.
Una volta che cambi il tuo ordine di priorità da avere e fare, ad Essere, il tuo destino sarà nelle tue mani. Sadhguru
Soluzioni alternative
Finimmo così a fare Couchsurfing, vivendo delle avventure fantastiche con i locali. Verso la fine, come segno di ringraziamento per l’ospitalità (ricevemmo gratuitamente l’alloggio, mentre pagavamo il cibo) decidemmo, comunque, di acquistare un tour nel deserto dai ragazzi (con cui, a distanza di anni mi sento ancora) che ci avevano messo in contatto con l’host, un loro parente. Avevamo già comprato un tour qualche giorno prima, da una struttura, potevamo anche evitare un secondo e risparmiare. Perché, allora, decidemmo di spendere quei soldi e affidarci a dei ragazzi che stavano iniziando, in quel periodo, ad organizzare tour? Semplice: è sempre una buona pratica donare qualcosa in cambio a chi ti ospita o acquistare un servizio per supportare le realtà locali.
Viaggiare e risparmiare
Un viaggiatore consapevole difficilmente monterà un video su Come vivere una giornata gratis in India (o in Marocco, in Salento o altrove) perché ciò che per me/te è gratis lo paga il local. Chi viaggia consapevolmente desidera conoscere, vivere esperienze, portare qualcosa al territorio ospitante, nutrire un circolo di scambio fatto soprattutto di nuove scoperte e relazioni umane.
Un viaggiatore consapevole non aspetta di andare a casa di qualcun altro per risparmiare, ma risparmia prima di partire.
L’arte del viaggiare si affina attraverso l’esperienza, quindi possiamo sempre rimediare ed aggiustare il tiro. 🙂
Conclusioni
Non sono ricca (e non ci sarebbe nulla di male) semplicemente il mio stile di vita rispecchia il mio modo di viaggiare, basato sull’essenzialità. E vicina alle persone. Seduta per terra con genti che, restando ferma nel mio mondo, non incontrerei mai. Per me, questo è il vero lusso e va a braccetto con il rispetto. Viaggiando ho compiuto anch’io degli errori di superficialità, ed ho imparato da essi. Cercando di migliorare sempre più per diventare una viaggiatrice rispettosa dei luoghi che visito e dei loro abitanti.
Dove trovi i soldi per viaggiare?
Lavoro e risparmio! E vivo semplicemente.
Se vuoi, soprattutto se godi di buona salute, puoi farlo anche tu! 🙂
Possiamo cucire il viaggio intorno al nostro modo di vivere, non per forza dobbiamo vivere viaggiando. Io stessa l’ho fatto per qualche tempo e, adesso, ho altre priorità.
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Alla prossima puntata con DrinkFromLife!
Sara Chandana