Animali nel turismo: cosa sapere
Animali nel turismo, una questione spinosa.
Nel corso degli anni ho sperimentato diverse modalità di viaggio, entrando in contatto con realtà variegate. Ho commesso degli errori per inconsapevolezza ma di questi ho deciso di fare tesoro, di usarli come trampolino di lancio a favore di viaggi sempre più consapevoli, per il bene comune. Per essere sempre più una viaggiatrice consapevole e non una colonizzatrice moderna, una turista inconsapevole
Animali nel turismo: foto con animali selvatici, cosa è bene sapere
Ha destato scalpore la notizia di una struttura in Honduras che utilizza animali come giaguari, scimmie e pappagalli per foto in posa con i turisti. Souvenirs moderni pagati a caro prezzo dal regno animale. La struttura, che si spacciava per un cento di recupero per animali, in realtà contribuiva al loro maltrattamento.
Su instagram ricordo il periodo in cui era scoppiata la moda dei fenicotteri rosa ad Aruba. Decine e decine di influencers sorridenti si facevano fotografare in posa, immersi nelle acque cristalline, accanto ad eleganti fenicotteri, magari facendo finta di nutrirli. Ben presto è esplosa la bomba: i fenicotteri in questione si trovano su un’isola privata, gestita da un hotel e casinò. La struttura offre ai turisti pacchetti che includono un giro in barca, pranzo e bevande e, dulcis in fundo, la visita ai fenicotteri rosa.
Perché i fenicotteri non si spostano mai dall’isola? Si è scoperto che qualcuno ha messo delle pinze alle loro ali, per non farle muovere. Sicuramente un’esperienza simile di viaggio non ha nulla a che fare con il turismo responsabile e sostenibile. Questo è veramente un lato oscuro del turismo con animali.
Animali nel turismo : gli elefanti
Un elefante che nasce e cresce in natura sviluppa un forte legame con i suoi simili. Inoltre, ha bisogno di camminare almeno 30 chilometri al giorno, mangiare e bere a sufficienza. Alcune sere fa, ho visto un film che si chiama Come l’acqua per gli elefanti. Esso aiuta a rendere un’idea di come soffrono gli animali in cattività, nei circhi, e i problemi fisici e psicologici che possono sviluppare, debilitandoli e portandoli alla morte. Un circo non è solo una struttura con un tendone. Può essere qualsiasi attività, inclusa in un pacchetto turistico, che utilizzi gli animali come forma di attrazione, svilendoli.
I piccoli di elefante vengono strappati dalle mamme, che vengono uccise, e cresciuti in cattività per allietare i turisti inconsapevoli. Ed evito di entrare nei particolari.
Passeggiate a dorso di cammello, cambio di prospettiva
Riguardo questa questione avevo una posizione molto rigida.
Anni fa, con un gruppo di viaggiatori in Rajasthan, ho partecipato ad un tour nel deserto a dorso di cammello.
Un volta sul cammello mi sono resa conto, con orrore, che il suo naso era perforato e le briglie passavano da lì! È stata la passeggiata più brutta della mia vita, non mi facevo capace di essere stata così inconsapevole. Certo, la notte sotto le stelle fu meravigliosa ma, ogni volta che ripenso a quell’esperienza, sfumature di amarezza mi assalgono.
In Marocco ho avuto modo di rivedere questa posizione – e non è stato facile – rendendomi conto che esistono tante sfumature diverse, modi differenti di approcciarsi con gli animali e integrarli nella propria vita. Per comprendere alcuni contesti dobbiamo nascere al loro interno, è facile arrivare dall’esterno e giudicare.
Parlando con i miei amici Tuareg mi sono resa conto di quanto tengano ai dromedari (inoltre, loro non perforano il naso per lasciar passare le briglie) e siano parte integrante della vita quotidiana. Per un bambino nomade un sorso di latte di dromedario può essere un pasto, per questo non me la sento di giudicare. Preferisco sospendere il giudizio, in attesa di nuove consapevolezze. Ogni situazione va valutata con le pinze e considerando numerosi fattori. La verità è dinamica e man mano si aggiungono nuovi tasselli.
Quando si sceglie un tour nel deserto l’alternativa al dromedario è la 4×4, perché non tutti hanno l’allenamento per camminare a lungo sulle dune. Può essere molto stancante. Scegliendo la passeggiata sul dromedario è importante assicurarsi che siano trattati bene, che non ci sia più di una persona a dorso e gli zaini siano a parte. I puristi non saranno d’accordo, ma si può anche rinunciare se va contro i propri principi.
Gite per vedere i delfini, o nuotare con loro
Durante il mio primo viaggio in India, secoli fa, pensai di realizzare un sogno: vedere i delfini. Così prenotai, presso un’agenzia locale, un tour in barca. Era incluso il pranzo più bibite a bordo illimitate, sembrava una buona offerta! Piena di entusiasmo salii, insieme ad altri turisti, sulla barchetta a motore. L’idea di aver fatto una cazzata mi assalì quasi subito, tanto che iniziai a sentirmi male.
Ben presto l’accompagnatore indicò un delfino in mare e rimasi sconvolta dallo spettacolo che si srotolò davanti a me. Improvvisamente si materializzarono, non so da dove, altre barchette a motore come la nostra. A bordo altri turisti. Tutte le barchette puntavano verso l’allegro delfino che, ovviamente, scappò. La stessa scena si è ripetuta, in quella circostanza, non so quante volte.
Mi sentivo sempre più nauseata, e non solo per il mal di mare. Cavalcando le emozioni, con l’idea di realizzare un vecchio sogno, avevo fatto una vera stupidaggine! Tirai su un sospiro di sollievo quando la barchetta ci portò sulla terraferma, tra palme da cocco e sabbia dorata. Purtroppo il pranzo era a base di pesce mentre io sono vegetariana. Credo che se amiamo veramente gli animali e la salute, insieme al contesto di vita, ce lo permetteno dovremmo ridurre o eliminare del tutto la carne e il pesce.
Animali in gabbia
Qualche mese fa realizzavo, finalmente, il sogno dei vedere il Kerala che si dice sia lo stato più verde dell’India. Camminando beata per le stradine di Kochi, o Cochin, costeggiai un locale turistico. Lo sguardo si posò su un pappagallo in gabbia, dalle ali tagliate. Rimasi sconvolta, ricordandomi di aver visto una scena simile in Italia, in un negozio di animali e acquari.
Ovviamente non andai mai a cenare lì ed eviterò sempre le strutture che hanno animali in gabbia, così come i circhi con animali e gli zoo. A me non piacerebbe mai stare in una gabbia mentre gli altri, da fuori, mi osservano lanciando noccioline, convinti di amarmi.
Nutrimento agli animali selvatici
Un altro errore d’amore, chiamiamolo così, è nutrire gli animali. In molti posti in natura che ho visitato, diversi cartelli avvisavano il turista di non farlo. Ma non tutti leggono gli avvisi, o si attengono ad essi, e non sempre ci sono i cartelli. Il percorso con la scuola di yoga a Rishikesh stava per concludersi e la nostra guida yogica ci portò, una domenica, a fare un trekking nella natura.
Presto incontrammo delle scimmie, una specie tranquilla e non pericolosa. Una compagna si fermò a nutrirle e chiese di farsi scattare delle foto. Sembrano gesti così naturali ma dietro si cela una beata inconsapevolezza. Non si deve dare da mangiare agli animali selvatici per diversi motivi. Il primo è che noi non sappiamo se quell’alimento può far bene o male. E poi queste azioni creano dei legami con gli esseri umani, gli animali iniziano a modificare il loro atteggiamento naturale.
Si rischia che sempre più appartenenti a quella specie si muovano nella stessa area per farsi nutrire dall’uomo. E se l’uomo non li nutre, come sono stati abituati, iniziano a rubargli il cibo o assumere atteggiamenti non naturali Ho visto diverse scene di scippi da parte di scimmie a Rishikesh con i miei occhi. Sul momento può anche scappare una risata ma poi diventa subito amara, quando ci si rende conto di cosa c’è dietro.
Cosa possiamo fare noi, in questo caso, per essere viaggiatori consapevoli
Informarci e non fermarsi, non credere di sapere tutto sia da un punto di vista che dall’altro. Valutare bene il contesto e discernere. Se sbagliamolo e ce ne rendiamo conto, non perseveriamo nell’errore.
Altre situazioni da evitare
Alcuni esempi di situazioni da evitare in viaggio, se ami davvero gli animali, oltre a quelle citate su: le passeggiate in carrozze trainate da cavalli, la corrida, i safari in cui vengono cacciati gli animali, la pesca, i souvenirs realizzati con parti di animali, i serpenti che vengono posati intorno al collo per le foto.
L’amore per gli animali non è questo, perché gli animali non sono pupazzi da tenere in braccio e spupazzare.
Secondo te ci sono altre situazioni, riguardanti gli animali nel turismo, da evitare in viaggio?
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Alla prossima puntata con drinkfromlife!
Sara
Sono perfettamente d’accordo con te. Più di una volta nei miei vari viaggi in Asia ho rifiutato la passeggiata sugli elefanti o di visitare templi con tigri & c. perché non sicura che fossero effettivamente centri di recupero.
In compenso nel Borneo malese avevo fatto un’escursione nella giungla a un centro che si occupava di monitorare le scimmie dell’area ed era stato molto istruttivo. La maggior parte della gita erano spiegazioni su come non dare da mangiare agli animali o mangiare lasciando immondizie nella giungla. L’attrazione era una piattaforma sopraelevata ben distante dai turisti dove le guardie forestali lasciavano del cibo uguale a quello che le scimmie potevano trovare nella foresta. Le scimmie potevano presentarsi come non presentarsi. Alla fine non le abbiamo viste, ma abbiamo imparato molto su di loro!
Mamma mia, la conclusione sulle citazioni dei circensi è davvero terribile, quanto male riescono a fare a dei poveri animali per il nostro mero divertimento. Condivido in pieno il tuo invito a essere turisti consapevoli.
L’ho aggiunta proprio oggi perché l’ho letta e mi sembrava fosse adatta al post. Certo, è tostarella ma ci sono cose che vanno dette. Bello sapere di altri viaggiatori consapevoli. <3
Concordo pienamente e qualche errore in passato l’ho fatto anch’io… dal ciuchino di Santorini preso a frustate ed io a litigare col tipo (dove nessuno capiva l’altro) alla passeggiata sull’elefante in Thailandia… il mio amore per gli animali non può cadere in un capriccio occidentale 🙂
A volte per inconsapevolezza facciamo cose assurde, l’importante è rendersene conto. 😀
Un passeggiata su un elefante, anni fa, poteva sembrare anche a me una bella esperienza. Per fortuna mi sono ravveduta. 😀
Ammetto che sto imparando in questi anni a saper viaggiare bene senza commettere l’errore di cadere in trappole turistiche dove ci sono animali che vengono maltrattati o usati per fotografie assurde. Ho imparato dopo che ho conosciuto Mary una ragazza valdostana che insieme al marito ha accolto nella sua casa animali feriti che in natura avranno difficoltà a tornare e che con calma mi ha spiegato cosa fare e cosa non fare quando si è in viaggio.
Il tuo articolo fa riflettere tantissimo, a volte anche noi finanziamo persone che li maltrattano senza saperlo. Purtroppo dobbiamo stare sempre più attente!
Eh si, molte cose possono sfuggire. Purtroppo non possiamo sapere tutto ma imparare dagli errori (nostri e degli altri) si e informarci. 🙂
Molto interessante il tuo articolo. Mi hanno fatto rabbrividire le interviste ai circensi. L’unico appunto che farei è che diversi zoo in realtà tutelano le specie in estinzione e hanno programmi di reinserimento in natura. Non catturano animali in libertà x farli ammirare ai visitatori.
Grazie per aver ricordato le pratiche che è bene evitare. Certe storie, come quella dei fenicotteri, sono agghiaccianti. Anch’io ho sempre cercato di evitare situazioni in cui gli animali sono mercificati e maltrattati (e gli animali sono tra i miei principali elementi di interesse quando viaggio, vado sempre a cercarmeli in the wild). Motivo per cui ho il sogno di andare su un cammello ma finora sono andata solo su un cammello finto che funzionava a gettone 😀
Però, devo ammetterlo, la mia bella foto con il koala l’ho fatta (il mio sogno supremo), ma solo perché quel centro era tutto dedicato alla loro cura, e ogni esemplare, abituato al contatto umano, veniva fatto comunque “lavorare” per una manciata di minuti al giorno e non tutti i giorni. E i soldi pagati a parte per la foto servivano al centro stesso per acquistare nuove attrezzature. Nonostante queste rassicurazioni continuo sotto sotto a pensare che la pratica non debba proprio esistere. In quel caso non ho resistito. Ma di solito evito tutte queste situazioni e vorrei che ci fosse molta più consapevolezza al riguardo.
un bellissimo articolo che da da pensare! grazie! tutto sembra magnifico ma spesso non è cosi
Grazie a te, troppo carina. <3 Vero, spesso alcune realtà patinate celano situazioni raccapriccianti.
Il tuo articolo è fantastico. Fa davvero riflettere molto e mette in evidenza situazioni in cui ognuno di noi rischia di trovarsi in viaggio e magari rischia di sottovalutare la situazione, come tu stessa racconti. Nel mio piccolo sento spesso la gente che si lamenta quando chiudono le spiagge per la deposizione delle uova di caretta caretta, o di ragazzi che la notte si appostano per vederle durante la deposizione, dando notevole fastidio. l’amore per gli animali va dimostrato, sempre, e soprattutto dando l’esempio.
sono d’accordo con te, non si ha più rispetto per quello che la natura ci dà e per le altre forme di vita. Le citazioni dei circensi sono raccapriccianti!
Questo è un tema che mi sta profondamente a cuore anche perchè gli animali nel loro habitat sono il fulcro attorno al quale svolgo i miei viaggi. Purtroppo nell’ultimo periodo è aumentata la domanda turistica per farsi fotografare insieme ad animali …è i social sono al 1 posto in questa richiesta :(.
Purtroppo per chi ama gli animali spesso il desiderio di “incontrarli” dal vivo può contrastare con lo sfruttamento. Anche a noi è capitato in Marocco di vedere le famose caprette sugli alberi, che però abbiamo scoperto solo dopo essere state messe lì appositamente per ricevere qualche soldi dai turisti. Fortunatamente gli animali sembravano in salute, ma mi sono sentita un’ingenua!
Capisco, molte cose non si sanno. Anche io, al primo viaggio in India, mi feci benedire dagli elefanti. Ora non lo farei più. L’importante è fare attenzione a non ripetere gli “errori”. Le caprette in Marocco, le donne delle cooperative. C’è tutto un mondo sommerso da una facciata sorridente.