A Marrakech riprende lentamente la vita
La quarantena a Marrakech è più leggera adesso. Alcuni sono tornati a lavorare, pochi negozi sono riaperti. Si può ordinare d’asporto nei café e nei ristoranti. Dopo le 20.00 è vietato uscire.
Queste le parole del mio inviato speciale. Ricordo che fino a qualche tempo fa le immagini di Marrakech, attraverso la camera dello smartphone arrivavano qui in Salento, la mia base, come quelle di una città fantasma. Piazza Jemaa el Fna non è ancora tornata al chiasso, a volte snervante, di qualche tempo fa ma la presenza di qualche anima di passaggio accende una fiammella di speranza.
Il Café de France, sempre pullulante di vita, sonnecchia come tanti altri locali. Non si sente il vociare della folla (tante voci che ne formano una sola, questa cosa mi ha sempre affascinata), il tintinnare dei bicchieri che si sfiorano nei vassoi argentati, il suono familiare del tè alla menta che viene versato dalla teiera con maestria e teatralità. Il vuoto spettrale di qualche tempo fa, adesso, è interrotto ora da un passante che sta andando al lavoro, o tornando, oppure da chi ha vinto la paura per uscire di casa a fare la spesa.
Il viale che si srotola dalla piazza verso la Koutoubia, la solenne moschea principale, popolato da turisti a tutte le ore, locali, carrozze con poveri cavalli legati ad esse, sempre in piedi, giorno e notte, ininterrottamente, non ci sono.Un carretto passa lento e sonnecchiante, (forse) una turista bloccata da mesi, una signora del luogo, un uomo sul motorino. Scorci di vita su Marrakech che con lentezza e speranza torna a vivere, come tante altre nel mondo.
Il potere della tecnologia che fa giungere immagini da luoghi lontani, in tempo reale. Condivido per non tenere traccia di cambiamenti epocali, forse un giorno racconteremo tutto questo ai nipotini, così come i nostri nonni e bisnonni ci hanno parlato della guerra.
Qualcosa di così strano non lo avevamo ancora vissuto, mi disse all’inizio del lockdown in Italia un’amica di meditazione.
Guardo queste foto, scattate velocemente dall’inviato speciale, tra una commissione e l’altra, non sono perfette, la luce è sfocata, ma le trovo molto significative e sono grata di averle ricevute e poterle condividere con voi.
Alla prossima puntata con drinkfromlife!
Sara
Mi sono chiesta più volte se questo drammatico stop del turismo abbia portato più danni o più consapevolezza. Vedere questa meravigliosa piazza mi ha messo un po’ di tristezza: sicuramente spero di tornare in Africa. Arrivano pochissime notizie sulle condizioni di questo continente ma posso immaginare il silenzio delle savane senza jeep piene di turisti. La natura ha guadagnato anni di vita mentre il genere umano continua a perdere.