Pensieri dal Marocco, di terremoti e vita
Ciao a tutta la comunità di DrinkFromLife,
mi state scrivendo in tantissimi, attraverso i vari canali (mail, instagram, facebook, whatsapp, telegram) sapendo che mi trovo in Marocco ed ho vissuto il terremoto 6.8 in prima persona. Vi racconterò meglio nei prossimi articoli, perché questo sito era focalizzato sul Marocco, e sui viaggi consapevoli, già da prima e continuerà a farlo anche in futuro. Ecco i miei pensieri dal Marocco…
Vivere le scosse è stato terribile. Non è il primo terremoto che avverto (per qualche strano motivo il mio corpo li avverte anche se sono molto distanti) e questo mi ha permesso di reagire subito, avvisare prontamente chi era vicino a me (che non capiva cosa stesse accadendo perché la maggior parte delle persone qui, non aveva mai sentito un terremoto) ed uscire di corsa da casa.
Fortunatamente noi del team ci trovavamo ad Essaouira, dove le scosse sono state molto forti, ma miracolosamente tutto è rimasto integro. Abbiamo trascorso la notte, con i vicini, sul marciapiede situato di fronte le palazzine in cui eravamo. Perché lì non c’erano costruzioni. Ho visto persone anziane sentirsi male e non ho fatto nemmeno in tempo a soccorrerle, perché già chi più era vicino è rimasto lucido, reagendo prontamente, facendole sedere e tranquillizzandole. Questa è la forza del popolo marocchino. I marocchini hanno autocontrollo e lucidità, oltre che tantissima dignità ed un cuore d’oro.
Le notizie che apparivano sugli schermi dei nostri telefoni, però, non erano affatto confortanti. Dall’Italia arrivavano centinaia e centinaia di messaggi, per via di quello che hanno iniziato a trasmettere i mass media, fin dai primi istanti.
Sembrava che tutti ne sapessero di più. Ed erano, giustamente, agitati per le immagini che vedevano nella televisione. Inizialmente sembrava che Marrakech fosse stata rasa al suolo, dalle immagini che circolavano. Abbiamo anche saputo delle persone in montagna, abbiamo pianto. Soprattutto in silenzio e senza lacrime. Lo facciamo ancora.
Alla luce di tutto questo, invito alla lucidità, a discernere le notizie. In questi giorni, stanno circolando tantissime notizie false. Trovo molto grave quello che stanno diffondendo testate molto importanti, alimentando paura e ansia, ma anche incitamento all’odio, tuttavia non mi stupisco poi tanto… L’avevo già notato in svariate occasioni.
Nelle prime ore, dopo le scosse, per scrupolo, quando non si aveva ben chiaro il quadro della situazione, ho contattato l’ambasciata italiana per capire se e come muovermi. Ecco la risposta:
Buongiorno, al momento possiamo confermare che i collegamenti aerei sono regolari (per questo non sono previsti voli speciali). E’ una buona idea recarsi a fare il check in non appena apre, per evitare casi di overbooking. Ambasciata d’Italia a Rabat
Constatato che l’aeroporto era aperto, i voli sono operativi, ho deciso, molto serenamente, di rientrare con il volo che avevo acquistato già da tempo.
Sono stata oggi personalmente a Marrakech, di ritorno da Essaouira, ed ho trovato la città viva, forse più che mai. Vi spiego perché. Ho camminato in piazza Jemaa el Fna, dove ho incontrato, come sempre, tatuatrici d’hennè, venditori ambulanti di tutti i generi, persone che passavano normalmente.
Ho passeggiato nella medina (la parte antica) trovando negozi aperti, ma anche cafe, hanout (i negozietti di vari generi, che vendono dal latte, al pane, alla carta igienica e lo shampoo, per intenderci). In alcuni negozietti, ovviamente ho comprato qualcosa, perché quando visitiamo un paese è importante sostenere l’economia locale e, dall’altro lato, noi visitatori portiamo a casa dei ricordi preziosi.
Non credo nel mito dei viaggi low cost a tutti i costi e nello spendere delle giornate in viaggio gratis, sfruttando l’ospitalità dei locali. In viaggio si deve dare, più che prendere ed il viaggiatore autentico si distingue per questo. Viaggiare significa anche far girare l’economia. Infatti, il mio modo di viaggiare è maturato molto negli anni ed è diventato sempre più sinonimo di stare. Capirete qualche riga dopo perché vi dico questo.
Durante il mio giro di ricognizione, e commissioni, al centro di Marrakech, sono anche andata a vedere se l’hotel in cui vado spesso, quando viaggio in solitaria qualche giorno, fosse in piedi. Lo era ed ho tirato un sospiro di sollievo pensando alle persone che ci lavorano dentro e che ci dormono. Ho continuato a camminare sulla mia strada, trovando tutto aperto.
I soliti ragazzi che cercavano di farmi entrare nei loro negozietti. Mi sono sentita sollevata, in parte. Anche se tutti, nonostante i sorrisi e la voglia di vivere, ormai abbiamo l’impronta del terremoto negli occhi, chi più e chi meno, in seguito alla gravità di ciò che sta vivendo a livello personale.
Ad un certo punto, però, la strada, era come divisa a metà, così le altre stradine limitrofe. L’atmosfera era diversa, tetra, ed i negozi chiusi. Ed ho visto delle macerie. Lo scheletro di un negozio. Non ero l’unica a passare da lì, ma c’era un signore agitato e preoccupato per me, in modo particolare, non so perché. Così ho ben pensato di tornare indietro e non proseguire.
Anche perché avevo già visto abbastanza. Già nell’altra parte della medina, tra un negozio aperto e l’altro avevo intravisto qualcosa. Il terremoto è stato terribile, i danni ed i morti ci sono, non si può negare. Ma non pensate che tutta Marrakech, e tutto il Marocco, sia sotto le macerie, come fanno vedere i media. Il Marocco è vivo!
Ed è questo Marocco vivo che si sta prodigando velocemente, e con estremo amore, per aiutare i suoi genitori, figli, fratelli e sorelle. Qui tutti si considerano una grande famiglia. Anche chi sembra sbuffare, pochi a dir la verità. Una delle parole che, da anni, odo pronunciare ad ogni istante, quando sono in Marocco è khoya, fratello.
Gli uomini si chiamano così tra loro, anche se non si conoscono, le donne li chiamano così, anche se non li conoscono. E qui la figura della donna, all’interno della famiglia e della società, è molto importante e rispettata, chi conosce questa comunità lo sa bene. Anche per questo amo il Marocco, dove mi sento a casa. Una casa con un cuore grandissimo.
Tornando agli ultimi episodi, il Marocco presenta un territorio molto vasto, esso estende su una superficie di 710.000 km². A differenza dei 302.073 km² dell’Italia, giusto per darvi un’idea. La terra, fortunatamente, non trema ogni giorno e smettere di viaggiare in questo territorio, solo perché una determinata zona è stata colpita, significa penalizzare un’intera popolazione. Ci sono tantissimi itinerari che si possono svolgere, in sicurezza.
Questa può essere l’occasione per rivedere o migliorare il nostro modo di viaggiare, rendendolo sempre più umano, vicino e supportivo delle comunità locali. Una buona cosa è affidarsi alle agenzie locali o, per chi desidera viaggiare in modo indipendente, alle guide autorizzate che sapranno dove condurvi in piena sicurezza.
Visitando i paesi che presentano delle aree delicate, facendo girare l’economia, quindi, li sosteniamo nella loro autodeterminazione.
Come aiutare?
Attraverso i canali ufficiali, le ONG come Islam Relief Italia, la Mezzaluna Rossa Marocchina sorella della Croce Rossa, Medici Senza Frontiere, associazioni in loco come Amal no profit, i punti di raccolta che ci sono nella città marocchine (se siete già lì), la Caritas marocchina, la Caritas Italiana più vicina a voi, le associazioni e gli enti di vostra fiducia. Se si possono verificare segnalateli pure nei commenti, via mail o in DM. Non improvvisare o prendere iniziative pericolose. Non fare volonturismo.
Vi segnalo una importante iniziativa di Marie Bastide, che seguivo già su instagram. Insieme al suo team sta mappando i villaggi colpiti violentemente dal terremoto, si tratta di piccole località nella catena montuosa dell’Atlante. Stanno raccogliendo tutte le informazioni in un file sul quale sono segnalati i villaggi che hanno ricevuto aiuti o meno, azioni mirate. Il nome è del file è TELL US WHICH VILLAGE YOU HELPED si tratta di un lavoro prezioso ed incredibile. Si può anche diventare sponsor di un intero villaggio. Sindaci italiani, pensateci.
Quando e dove viaggiare?
Potete viaggiare fin da subito, se ve la sentite. Premuratevi sempre di contattare i vostri riad/hotel prima della partenza, la vostra agenzia di fiducia, se ne avete una. Tenete d’occhio i siti e le mail delle vostre compagnie aeree. Se viaggiate in modo indipendente sottolineo di affidarvi alle guide locali per visitare luoghi come la medina di Marrakech. Loro conoscono le zone sicure in cui portarvi, se lo ritengono opportuno.
Se non siete viaggiatori navigati, riconsiderate i viaggi fai da te in Marocco, in questo periodo. O, comunque, prendete coscienza della responsabilità che avete. Mettete in conto che in viaggio può succedere di tutto. Pensate sempre ad un piano B, C, D… Se siete troppo spaventati andate nelle zone che non sono state toccate dal terremoto oppure posticipate, ma non cancellateli.
Meglio supportare le piccole agenzie locali, ce ne sono tantissime. In quasi tutte i collaboratori fanno rete tra loro perché magari sono parenti, amici, fratelli. Come vi dicevo il Marocco è una grande famiglia.
Collegatevi alle associazioni locali per chiedere se potete portare qualcosa di utile in valigia o acquistarlo direttamente in loco. Non fate volonturismo o turismo nero.
Eviterei, in generale, anche le polemiche sterili che fanno solo perdere tempo prezioso. 🙂
Nei prossimi tempi, probabilmente, calerà l’attenzione generale, ma noi non dimentichiamoci del Marocco.
Conclusioni
Tenete d’occhio il blog ed i canali ad esso collegati per avere risposte alle vostre domande. Molte risposte potrebbero già essere tra quanto scritto o nelle Storie di instagram. Lascio a disposizione il mio indirizzo mail per comunicazioni importanti hello@drinkfromlife.it
Al momento ricevo centinaia di messaggi al giorno, pertanto ho iniziato a filtrarli, scusatemi se tardo nella risposta o se non rispondo a tutti. Alcuni messaggi sono stati fuori luogo.
Venite in Marocco e conoscete la bellezza e la fierezza di un popolo che non si piega di fronte alle avversità.
La forza del Marocco è nel suo popolo
Con tutta la vicinanza possibile al meraviglioso popolo marocchino di cui il popolo Amazigh fa ampiamente parte.
Alla prossima puntata,
Sara