Marocco non turistico | Appunti di viaggio
Ti racconto il Marocco non turistico, quello che ho imparato a conoscere viaggio dopo viaggio, facendo amicizia, intessendo relazioni, aprendomi all’autenticità di questo paese. Se viaggiate in Marocco da turisti, magari poi tornate ad approfondire da viaggiatori lenti. Potreste ricevere delle bellissime sorprese.
9 luglio 2021 scrivevo:
La vista delle cicogne mi emoziona sempre.
Infatti è in Marocco che ho visto, per la prima volta, le cicogne. E, qui, continuo a vederle ogni volta che torno.
D’estate, in Marocco, la temperatura, in città, può raggiungere anche 50°.
La piazza di Marrakech sputava lingue di fuoco. Impossibile uscire durante il giorno.
Fui invitata da una famiglia marocchina, che conoscevo da tempo, nella loro città. Ci ero già stata altre volte.
Un taxi dal centro di Kech per arrivare alla stazione dei taxi collettivi. Un taxi, condiviso con altre persone, fino ad Ait Ourir.
Un pezzo a piedi. Una cittadina, in campagna, dove non c’era ombra di occidentale. La famiglia, come sempre, era super premurosa con me e preferivano non farmi uscire da sola, come atto di protezione.
Tuttavia non mi dispiaceva passeggiare con i figli, che mi trattavano da sorella, e parlare insieme un’insalata di lingue. Un po’ inglese, darija, italiano, qualche risatina.
Prendiamo dei dolcetti per Sara dal forno, così li assaggia!. Cose così.
La casa era molto fresca.
Vuoi dormire al piano di sopra o qui sotto?
Qui sotto.
Lasciarono una stanza
tutta per me, dove potevo rilassarmi, stare tranquilla.
Chi ci dormiva, uno dei figli, non fece una piega. Mi concesse subito il posto, un materasso a terra, posato su un tappetino.
La mamma mi fece segno, con la mano, di aspettare. E mi cambiò subito lenzuola e federa.
Ero felice in quella stanzetta.
I figli mi fecero la lavatrice di pantaloni e magliette.
A differenza degli stereotipi diffusi in Italia, tutti gli uomini/fratelli che ho conosciuto in Marocco, nel corso degli anni, si danno molto da fare in casa. Lavano (benissimo), cucinano (benissimo), fanno la spesa.
Inoltre, in generale, l’ospite è trattato con molto rispetto. Nessuno ti dice di tornare al tuo paese, anzi: Italiano, benvenuto in Marocco!.
Nessuno ti chiede a che religione appartieni e, anche se parlando viene fuori, c’è sempre il massimo Rispetto.
Siamo fratelli e sorelle.
In Marocco, paese a prevalenza musulmana, ci sono moschee, chiese, sinagoghe.
In Italia i musulmani devono pregare negli scantinati o nei garage, quando va bene. Non comprendiamo una religione, diversa da quella che ci è stata data dalla nascita, e non ci sforziamo di farlo.
Citiamo il Corano senza averlo mai letto. E qualora lo avessimo fatto… una lettura non basta quando i sapienti lo studiano per una vita. Inoltre, non tutte le edizioni sono uguali e il Corano dovrebbe essere letto in lingua araba, motivo per cui ho deciso di iniziare a studiare arabo. Sono solo agli inizi e procedo lenta, ma meglio di niente. In realtà tutti i libri dovrebbero essere letti in lingua originale, si perde molto nella traduzione.
Tornando al Maghreb, amo visitare, spesso, il Marocco perché lì trovo un’umanità palpabile, di cuore, spontanea, che nel mio paese è rara. Che ho vissuto in Italia quando ero bambina e vivevo al paesello, vicina alla mia bisnonna.
Che ritrovo, in parte, solo quando ho a che fare con persone anziane, o che si sono trasferite da altri paesi: Balcani, Africa, Medio Oriente. Oppure che hanno viaggiato tanto, lentamente, che si sono mischiate con gli altri, hanno veramente guardato l’altro negli occhi.
Poi è chiaro, ogni paese ha i suoi pro ed i suoi contro, la perfezione non esiste.
Ma dopo un po’ che sono lontana dal Maghreb quell’umanità immediata, spontanea, mi manca.
Felice di essermi donata del tempo per esplorare il Marocco non turistico, preferisco viaggiare lenta, ma bene e vivere le destinazioni oltre la facciata.
Chokran Maghreb,
alla prossima puntata con DrinkFromLife!
Sara
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Bellissimo blog! Grazie per aver condiviso questo fantastico articolo.
Grazie a te per aver letto e commentato 🙂 Un caro saluto