La maestria dei tappeti Amazigh
Durante i viaggi in Marocco, quando passeggio nei souk, i mercati, resto sempre stupita dall’artigianato locale. E, in particolare, dalla sapiente arte dei tappeti Amazigh che raccontano l’identità culturale di un popolo fiero e libero. Ne sono innamorata.
Tappeti Amazigh: origini
I tappeti marocchini sono splendidi pezzi artigianato Amazigh, tessuti con maestria. Raccontano la bellezza e il patrimonio di un popolo che affonda le sue radici nell’antichità ed ha ancora tantissimo da trasmettere ed insegnare a popolazioni più giovani. Ogni tappeto è anche un custode del tempo, della saggezza ancestrale Amazigh, scrigno di simboli antichi. Il popolo Amazigh (non dovremmo utilizzare il termine berbero perché nacque come dispregiativo, ma sempre più spesso sono loro a presentarsi come tali ai turisti, possiamo tuttavia usarlo con consapevolezza) ha iniziato a tessere millenni fa, con fibre naturali, portando la sua arte tradizionale fino ai giorni nostri. Il patrimonio inestimabile legato all’arte dei tappeti del popolo libero, questo il significato della parola Amazigh, ha attraversato il tempo e lo spazio.
Da donna a donna
In particolare l’arte della tessitura dei tappeti Amazigh, e dei simboli che contengono, è stata tramandata di donna in donna, nel corso dei secoli. Si tratta di donne tessitrici appartenenti a diverse tribù di origini nomadi del Maghreb. Le donne si occupano del ciclo completo che parte dalla tosatura delle pecore allevate a km 0, per arrivare alla cura della lana da filare a mano e poi colorare con materie naturali come polveri, erbe tintorie, bacche. La tessitura, senza schema fisso, è un passaggio successivo. Per tutto questo, ogni tappeto è un’opera d’arte a sé stante, una sorta di libro impregnato d’informazioni preziose. Impossibile trovarne due uguali che siano stati lavorati a mano! I tappeti prendono i nomi dalle varie tribù a cui appartengono le loro tessitrici. Per tale motivo hanno anche caratteristiche diverse gli uni dagli altri.
Per esempio i tappeti Beni Ourain prendono il nome da una tribù Amazigh che abita, in maggior parte, sulle montagne della catena dell’Atlante. A sua volta, essa, è composta da sotto tribù. Le pecore che vivono su queste montagne producono un tipo di lana particolare, pregiata, utilizzata per la lavorazione dei tappeti. Inoltre, le trame di questi pezzi sono minimal ed i colori neutri. Probabilmente chi è stato in Marocco avrà visto anche dei tappeti molto semplici, bianchi, con motivi geometrici neri: sono i tappeti Beni Ourain. A Chichaoua, dove sono passata diverse volte, i tappeti sono colorati, realizzati con tecnica e lana differenti.
I simboli sui tappeti Amazigh
Le donne tessono i tappeti inserendo diversi temi, appartenenti al libro della vita, e simboli magici, amuleti. I temi riguardano amore, spiritualità e fede, fertilità e parto, protezione, felicità, fortuna. Alcuni simboli di protezione hanno la funzione di respingere l’occhio del diavolo e gli spiriti malevoli. I tappeti raccontano delle storie vere e proprie, esperienze, rappresentano parte preziosa dell’eredità culturale del Maghreb.
Utilizzo dei tappeti marocchini e materiali
Non solo possono essere adibiti a dote nuziale (con simboli appositi di buon augurio, fertilità), ma anche utilizzati per ricoprire i pavimenti delle tende nomadi, con la funzionalità di fare da tavolo, per sedersi e mangiare, e giaciglio.
I tappeti autentici nascono con fibre naturali. Tuttavia, al giorno d’oggi, spesso sono utilizzati filati sintetici oppure un misto di olefina, lana e nylon. I tappeti più pregiati, e anche costosi, sono realizzati in pura lana e richiedono una cura adeguata. Gli smacchiatori in commercio potrebbero rovinarli, pertanto è meglio informarsi bene direttamente dal rivenditore riguardo il procedimento di pulitura. Mentre i tappeti in nylon sono più economici e richiedono meno manutenzione, sono più facili e veloci da lavare. La scelta dipende dalle esigenze dell’acquirente e dal suo budget. In generale sono tappeti molto resistenti, caratterizzati da una tessitura ad anello. Si dice che più bassi sono i passanti e più resistente è il tappeto.
Progetti decoloniali
Molte famiglie vivono, tutt’oggi, grazie alla tessitura e vendita dei tappeti, molto apprezzati dai turisti. Il loro stile, i colori neutri, o sgargianti, li rendono complementi d’arredo versatili, perfetti per le abitazioni di tutto il mondo. Grazie a questi piccoli business a conduzione familiare, viene così anche preservata l’identità del popolo autoctono, attraverso l’artigianato. I piccoli venditori si slegano, in questo modo, dalla dipendenza economica post coloniale.
In un negozio di tappeti Amazigh ad Ait Ben Haddou
Oltre a curiosare nei souk, in Marocco, ed ammirarne i meravigliosi manufatti, durante un tour ho avuto la possibilità di visitare in modo approfondito, ad Ait Ben Haddou, un negozio di tappeti a conduzione familiare. Il negozio, situato su più piani, non è lontano da vicoli che in passato sono stati adibiti a set cinematografici internazionali. In particolare, nelle vicinanze, sono state girate delle scene del film Babel con Brad Pitt. Il proprietario ha fatto accomodare il piccolo gruppo, di cui facevo parte, su lunghe panche e ci ha accolti nel migliore dei modi, come sempre accade in Maghreb quando arrivano gli ospiti.
Tra centinaia di tappeti colorati, abbiamo sorseggiato un buon tè alla menta offerto da lui che ne srotolava vari di fronte ai nostri occhi, intrattenendoci con spiegazioni riguardo la lavorazione. Nel frattempo una giovane donna marocchina tesseva al telaio un tappeto, dinanzi ai nostri occhi incuriositi dai movimenti ipnotici delle mani. Alcuni di noi hanno acquistato dei tappeti, per gli altri non c’è stata alcuna pressione. Anzi siamo stati salutati così come siamo stati accolti: tra gesti gentili e sorrisi aperti.
Conclusioni
Un tappeto Amazigh è molto di più che un complemento d’arredo. Può essere uno strumento prezioso per avvicinarsi alla comprensione di un popolo dal patrimonio culturale inestimabile. Perché i viaggi non possono essere solo spostamenti. Un viaggio che si rispetti onora il territorio ospitante e le sue genti. Ma si può viaggiare in tanti modi, anche attraverso un tappeto che giunge fino a noi, veicolando un messaggio importante.
Alla prossima puntata con Drinkfromlife!
Sara Chandana