Come affrontare il ritorno da un lungo viaggio – manuale di sopravvivenza
Il ritorno da un viaggio può rappresentare una fase di passaggio molto delicata, specialmente se si è reduci da una lunga avventura come sta accadendo a me. Sono ancora fresca d’India e faccio i conti con il mio sud. Da un lato sono felice di ritrovarmi a casa, dall’altro sono così cambiata che molte cose mi vanno strette.
È diverso partire dieci giorni in vacanza in una meta turistica, che sia in Italia o nel mondo, che vivere e viaggiare due mesi o più in un altro luogo. Cambia la profondità dell’esperienza e cambia il processo di ritorno.
Poi è risaputo: mai fare di tutta l’erba un fascio.
Come affrontare il ritorno da un viaggio lungo? Ho deciso di scrivere questo piccolo manuale di sopravvivenza perché essendo in fase rientro, l’ennesima, la mia esperienza potrebbe essere utile a chi si trova, o si troverà nella stessa situazione.
Tuttavia potrebbe ritrovarsi in questo testo anche chi rientra da un viaggio più breve ma intenso o da un ritiro spirituale.
Rientro, come ti affronto?
Io e Gio fin dall’inizio della nostra relazione abbiamo viaggiato insieme, siamo due zingarelli esperti. Viaggiamo in modo piuttosto avventuroso, ci piace fonderci con la gente del luogo e stare a contatto con altri viaggiatori che sono sulla nostra lunghezza d’onda.
In viaggio viviamo momenti intensi e bellissimi ma attraversiamo anche giorni non facili. A volte metti la stanchezza, uno o più imprevisti, roba interiore che viene fuori nel viaggio (abbandonare vecchi schemi e condizionamenti implica un processo profondo) perché ci si mette alla prova totalmente fuori dalla zona di comfort, e non si sa come gestire. Di tutto e di più.
Ma questo lo mettiamo in conto già prima di partire. Dopotutto non lasciamo casa per tornare uguali a prima. Eppure, nonostante tutto, il momento più traumatico resta il tanto agognato rientro.
Come affrontarlo?
Un viaggio non finisce con il ritorno a casa
Un viaggio è tale perché implica un ritorno, è un cerchio che si chiude. Ma la fase del ritorno può durare più di quel che crediamo.
Dopo aver vissuto mesi in totale libertà, a contatto con gente di tutto il mondo tornare a casa non sempre rappresenta un sollievo. Capita di sentirsi in gabbia, limitati. Si torna totalmente diversi da una terra che può comprendere solo chi ci è stato. Gli altri sembrano uguali a prima, incastrati negli stessi schemi e secondo quegli schemi si interagisce.
Questo non è una critica agli altri – anche perché tutto è relativo – ma mi sono chiesta come affrontare questo disagio e prendermi cura di me stessa in questa fase.
Quindi quello che sto facendo in questo periodo è…
Cercare ogni giorno il contatto con la natura
Nella natura la mente e il corpo si rilassano istantaneamente. Quando sono vicino agli alberi è come se tutto il mio essere si ossigenasse e lo stesso avviene quando sono di fronte al mare. Mi rilasso e lascio andare le tensioni, nella quiete arrivano anche le soluzioni a domande per le quali, se mi approccio mentalmente, non so dare risposta. Nella quiete della natura, o dopo esserci stata, le risposte arrivano naturalmente.
Meditare. Inspira, espira. Respira.
Se non mi fossi avvicinata alla meditazione, anni fa, non so come avrei fatto per tutto questo tempo.
Chiudere gli occhi qualche istante, contattare la mia essenza profonda, pura e luminosa, respirare. Tutto ciò mi mi permette di rigenerare corpo e mente. Oltre a questo pratico il reiki, una tecnica energetica giapponese di auto-guarigione naturale che mi rilassa molto.
Sul web esistono diversi programmi gratuiti di meditazione. In questo periodo sto partecipando a un ciclo di 21 giorni guidato da Deepak Chopra, medico indiano. Se non lo conosci chiedi a Google! 🙂
Anche una corsa o una passeggiata possono aiutare ad allentare le tensioni, scaricare e rivitalizzare. Cerca il tuo strumento di meditazione e usalo. Sono piccoli escamotage sempre utili anche nella vita quotidiana, non solo nelle fasi di passaggio.
Essere consapevoli della propria direzione
Tra i suggerimenti, che elargisco prima a me stessa, su come affrontare il ritorno da un lungo viaggio, c’è la consapevolezza della nuova direzione da prendere. Io non sono più la stessa di prima e di conseguenza la stessa vita di prima mi sta stretta. So che nei prossimi mesi dovrò prendere delle decisioni importanti ma intanto so dove volgermi.
Concedersi dei giorni cuscinetto prima di ritornare alla routine
Prima di tornare dall’India la mia idea era di riposare, al rientro, almeno 10 giorni per metabolizzare il viaggio e ritornare agli impegni con molta carica. Corpo, mente e spirito dovevano metabolizzare. Invece, aimè, mi sono fatta risucchiare dalla vita quotidiana. Non ho saputo dire di no alle richieste esterne. A volte è piacevole sentirsi indispensabili. 🙂
Inizialmente è stato eccitante rivedere le amicizie – quello lo è ancora – e rassicurante sapere di avere la mia famiglia vicino ma presto mi sono resa conto di aver sbagliato a non ritirarmi come desideravo.
Lo scorso anno una coppia di amici ci ha accolti in aeroporto e per qualche tempo abbiamo vissuto con loro in campagna. Il rientro è stato molto dolce quella volta! I giorni cuscinetto sono fondamentali, se è possibile circondarsi da altri viaggiatori o persone sensibili.
Attenzione a non ricadere negli stessi schemi con chi è rimasto
Non importa se andrai in capo al mondo, per la tua famiglia – forse ancora di più se è del sud – sarai sempre la piccola persona indifesa che ha bisogno di protezione, un pasto pronto e un futuro da avviare. Della serie: “Quando ti sposi?!. 🙂
Questo potrebbe rivelarsi il risvolto più invischiante. Per famiglia, in questo caso, intendo anche le persone satellite che ci ruotano intorno e che sentono di poter dire la loro sulla tua vita da animo vagabondo. Perché prendersela con chi non ha idea di cosa hai vissuto e di quello che stai architettando? 😀
Che fare? Un mio professore del liceo diceva:” Errare è umano ma perseverare è diabolico”. Invece di colpevolizzarsi di essere caduti in determinati meccanismi si può scegliere di imparare la lezione. Questo potrebbe implicare, come detto su, prendere delle decisioni (e intanto lavorarci su per raccoglierne i frutti).
Condividere i ricordi del viaggio
Credo nel forte potere della condivisione. Se sono partita diverse volte è anche grazie ai racconti di amici viaggiatori. Loro mi hanno aiutata a comprendere che gli unici limiti sono quelli mentali, a non mettere paletti ai miei sogni.
Muovendomi per il mondo, allungando le distanze fisiche ho sentito che anche la mia mente si espandeva. Perché non offrire a chi ci circonda ciò che abbiamo imparato?
E poi rimpiazzare i ricordi del viaggio con ricordi nuovi
Ok, è bello condividere. Però non fossilizziamoci sulla stessa esperienza per mesi, anni. È bello anche a casa mantenere l’attitudine curiosa del viaggiatore, osservare la propria terra in modo diverso e cimentarsi in nuove sfide. L’ego ci mette un attimo a farci tornare come prima, anche se abbiamo fatto la più grande delle spedizioni. Creare nuovi ricordi è importante. E poi si può sempre studiare una nuova meta da visitare.
Infine accettare che il viaggio è finito
Quando ero in Asia dovevo pensare solo a me stessa, al massimo a Gio. Avevo a che fare con tanti altri viaggiatori, persone molto aperte mentalmente. Interagivo la gente del posto che visitavo che è nata e cresciuta secondo schemi culturali e sociali diversi da miei e questo li ha resi interessanti ai miei occhi.
Una volta a casa cosa ho trovato? Una dimensione totalmente diversa da quella del viaggio e apparentemente identica a quella precedente alla partenza. Lamentarsi non serve a nulla e poi le persone interessanti sono ovunque! Basta guardarsi intorno. Il viaggio è finito, non cade mica il mondo!
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E tu come affronti il ritorno da un viaggio? Hai dei suggerimenti da dare?
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Sara Chandana
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La fine di un viaggio mi sempre messo tristezza, a volte addirittura quando ero più piccola, con vere e proprie crisi di pianto… ora so che i viaggi sono un arrichimento per lo spirito e per la mente, da tenere come tesoro….
Non ho un metodo per affrontare i giorni dal ritorno di un viaggio. Ho sempre pensato di fare qualche “giorno cuscinetto” ma non di più. Per il resto ho trovato i tuoi consigli molto preziosi❤️
Io amo viaggiare ma amo anche tornare. Forse il fatto che amo la montagna e la mia vita mi permette di non veder l’ora di tornare per fare quel trekking qui li e là….insomma pensiamo avanti e pensiamo positivo 😀
Ciao Sara, il tuo post è molto preciso e completo, e comprendo le sensazioni di cui parli nonostante non sia mai stata lontana da casa più di un mese. Tutti i suggerrimenti che dai tu sono perfetti, soprattutto trovo che il contatto con la natura, che ricerco spesso con lo sport, possa riportarci facilmente nella dimensione del viaggio e della riflessione. Ma per me c’è solo un modo per “resistere” al ritorno da un viaggio: pensare al prossimo! Avere già una nuova data di partenza, un itinerario da programmare o un Paese da studiare, è il mio stimolo preferito per resistere alla “gabbia” quotidiana.
L’unico modo di affrontare al meglio il rientro da un viaggio è sicuramente quello di ripartire per un’altra avventura immediatamente. Ma purtroppo non sempre è possibile, quindi quando rientro da un viaggio, metto in ordine tutte le esperienze e le pubblico sul mio blog.
Il rientro è sempre difficile. Io cerco di affrontarlo pensando alla prossima partenza 🙂
Complimenti davvero, un bel post profondo. Mi hai dato tanti spunti di riflessione, come quello dei giorni cuscinetto (che non prendo mai per mancanza di tempo) e di non ricardere sempre nella solita routine con chi non viaggia mai per paura. Che poi mi fanno pure sentire in colpa!
p.s. Io uso l’app CALM per meditare, è pure gratutita e mi fa bene, devo essere onesta.
Il rientro dalle vacanze è sempre traumatico…. le valigie da disfare, il ritorno alla quotidianità ed al lavoro… però con questi piccoli accorgimenti che ci hai scritto tutto sarà più soft e leggero. Grazie di questa guida.
Interessantissimo! Io soffro parecchio della depressione post vacanza/rientro e penso che questi consigli che dia siano super utili! grazie!
Ciao! Tornare da un viaggio e tornare alla routine quotidiana non è sempre facile ma credo che il nuovo bagaglio di esperienze possa dare la spinta giusta per riprendere.
Mayad
il lato oscuro dei bei viaggi è rappresentato dal “ritorno alla realtà”. ottimi consigli per affrontare il problema. complimenti
Non avevo mai pensato a questo come un lato oscuro ma potrebbe esserlo 😛
in genere viaggio per lunghi periodi, da un paio d’anni non viaggio se non per minimo un mese e mi ritrovo a farlo spesso. a volte per me la fine del viaggio è triste da un lato, ma anche un bisogno di vedere casa! 🙂
Si, comprendo benissimo il bisogno di vedere casa. Il bello è che mi passa dopo qualche giorno. Il richiamo del viaggio è troppo forte e se potessi ripartirei subito. Bellissimo partire per almeno un mese, si viaggia in modo totalmente diverso.
Io sono molto preoccupata per il rientro dal giro del mondo. Non so se potrò abituarmi 😉
Chissà, quando partirai? Io mi sono resa conto di non essere pronta per un viaggio lungo e impegnativo come il giro del mondo. 🙂
Sono davvero tutti ottimi consigli. Qualcuno lo attuo da diversi anni, ma qualcuno proprio non lo avevo pensato e cercherò di inserirlo nella mia lista di “To do”. Grazie
Felice di essere stata utile. 🙂
Questo post è sempre attuale e solo chi viaggia davvero vivendo il viaggio può comprenderlo. Il rientro è sempre la parte più difficile ed odiata…
Diciamo che quando parto per qualche giorno il ritorno non mi pesa tanto. 🙂
Mi ritrovo, in tutto. A me è successo non solo di ritorno da viaggi intensi come quello in India, ma anche e soprattutto dopo il lungo ritiro a Plum Village, dove ho sperimentato una pace e gioia del cuore, unite a una totale Presenza, come mai era stato, fino a quel momento. Il ritorno è stato impegnativo, ma sono assolutamente consapevole che la pratica – e il Viaggio – più importanti, sono quelli della vita di tutti i giorni.
L’immersione nella natura – che fa capolino ovunque, anche in città – la meditazione, le pratiche energetiche, ma soprattutto la pratica della gentilezza e dell’empatia, con noi stessi, con gli “altri” e verso Madre Terra, sono la chiave del (V)viaggiare .
Plum Village è un luogo che affiora spesso nella mia mente, non so perché. Sicuramente il ritorno da un ritiro del genere deve essere forte. Ricordo il mio ritorno in Salento da un ritiro sul risveglio. Mi sentivo proprio come descrivi tu ma l’ambiente circostante era su un’altra frequenza e non fu facile. Eppure il gioco continua anche fuori dal viaggio e dai ritiri. Durante queste esperienze acquisiamo degli strumenti importanti che possono essere un grande sostegno dopo, una delle tante chiavi del (V)viaggiare, come dici tu. Un abbraccio.
Io non sto mai molto lontano da casa ma già mi sento triste l’ultimo giorno di viaggio pensando che devo tornare alla routine quotidiana. La gente poi non sembra capire il bisogno che ho di visitare nuovi posti, mi fanno i conti in tasca su quando spenderò e criticano i luoghi dove vado!
Ciao Stefania, probabilmente sono invidiosi e non hanno il coraggio di concedersi quello che desiderano veramente. <3
Viaggiare fa crescere, sono esperienze di vita che fanno fatte per confrontarsi con il mondo e anche con se stessi. I viaggi si devono vivere 🙂
Questo tuo articolo mi piace molto, ha tanti spunti di riflessioni. Il rientro da un viaggio, che sia di pochi giorni oppure di mesi è sempre traumatico.
Io quando torno da un viaggio inizio a pensare al prossimo. Per me è difficile lavorare giorno dopo giorno senza un viaggio come obiettivo. Facendo così mi godo per i mesi che mi restano le sensazioni del precedente viaggio buttandomi a capofitto nell’organizzazione del successivo.
Che sensazione brutta, a volte quasi non viaggerei per evitare il ritorno. La tattica dei giorni cuscinetto l’adotto anch’io!
I giorni cuscinetto sono una salvezza! 🙂
Ottimi consigli, per nulla scontati, su come affrontare un periodo che a volte si può rivelare particolarmente difficile e provante! Vedrò di farne tesoro! 🙂
Grazie Valentina, sono contenta che non siano scontati. I ritorni sono sempre momenti delicati di passaggio.
Bello questo approfondimento. I ritorni dall’India sono pesanti, difficili da smaltire, sembra di essere catapultati da una dimensione all’altra, e facciamo così tante resistente a ritornare. Però possiamo cambiare pelle e abituare chi ci sta accanto a una nuova versione di noi, quella arricchita dal viaggio. Eppure, diventa difficile. Mi è successo di tornare da viaggi lunghi e intensi, e di non poter condividere con gli altri, perché il bisogno degli altri era inglobarmi nella loro routine… subito, e a tutti i costi… e quindi mi ritrovavo come una macchina a riprendere la mia vita in occidente. Che grosso errore! Poi, altre volte, tornavo ma con la mente e con il cuore ero altrove, e ciò mi provocava sofferenza e insofferenza 😉 lasciavo gli orologi del computer e del telefono sull’orario indiano, ecc ecc. Anche quello è sbagliato, perché aumentava le distanza tra me e gli altri.
Condivido la necessità di giorni cuscinetto. Per smorzare, addolcire. A questo ritorno, come sai, mi è stato impossibile, ma mi riprometto di atterrare su un dolce cuscino una volta che finalmente sarò in Puglia. Grazie, come sempre, per gli spunti
Carissima Clara, condivido ogni parola di quello che hai scritto.
Quando vado in India, invece, metto l’orologio anche sull’orario italiano (ho una doppia opzione sullo smartphone) perché mi piace immaginare cosa stiano facendo i miei famigliari. 🙂
Il dolce cuscino ti attende per un riposo ristoratore. Ti abbraccio.
Davvero un bellissimo post, i tuoi consigli sono davvero preziosi specialmente dopo un lungo viaggio riprendersi diventa un po’ difficile! Io dal ritorno dagli USA, sono stata triste per mesi perché avrei voluto trasferirmici!
Anche io come molte ho apprezzato l’idea dei giorni cuscinetto comunque sicuramente resta il punto che il rientro, dopo un lungoviaggio intenso, non è facile. Forse potrei dire che cerco di apprezzare le piccole cose che ho solo a casa: un buon caffè o la risata con una collega o un amica con cui ho un’intesa unica. Il senso di spaesamento dei primi giorni resta comunque, non lo supero
io mi sono arresa anni or sono: il rientro da un viaggio è sempre fisicamente devastante a fronte di una rigenerazione emotiva. Un ossimoro biografico al quale ho dovuto fare l’abitudine
Una cosa che io faccio è portare abiti che dismetto così li lascio lì e ho meno cose da lavare. Specie per i bambini…
Un viaggio come il tuo ti ha fatto rientrare diversa, ne lascia traccia. Ogni viaggio secondo me regala sempre un accrescimento. Rientrare e tornare alla quotidianità è sempre difficile
Si anche perché a casa scattano altre dinamiche… ma anche questo è un viaggio.
Che bella riflessione: dice tante sacrosante verità! Ti capisco perfettamente quando parli della sensazione di come la tua realtà ti stia stretta dopo che torni da un’esperienza di viaggio impattante. Mi sembra però che tu abbia anche trovato degli ottimi strumenti per gestire questa situazione.
Si, alla fine mi sto riambientando abbastanza bene. Poi amo il Salento, sono così felice di vivere qui. 🙂
Io a volte quando sto fuori anche per poco, non ritorno diverso, però magari con qualche bagaglio in più, ed abitudine diversa, e noto che gli altri, come dici tu, sembrano uguali a prima, incastonati nelle loro abitudini. Questa sensazione l’ho vissuta parecchie volte, e un po’ mi fa anche innervosire, anche se le persone non hanno colpa.
Se uno vive sempre in un luogo, quello resta, non sa nemmeno cosa si fa’ ad un’ora di strada!
Mi sembra un post condivisibile sotto tanti punti di vista. È vero, ognuno ha una storia a sé ed affronta esperienze e viaggi con la propria personalità. Però alcune cose che dici sono universali, almeno a mio modo di vedere
“Lamentarsi non serve a nulla e poi le persone interessanti sono ovunque! Basta guardarsi intorno. Il viaggio è finito, non cade mica il mondo!”
Questa devo renderla una massima ogni volta che torno dal Giappone! XD Scherzi a parte, davvero un utile reminder.
Ci ho messo un po’ a capirlo ma è davvero così. Mantenere l’attitudine di apertura del viaggio anche a casa mi fa sentire sempre all’avventura. 🙂